a tutti i dissidenti cognitivi
a tutti i guerriglieri semiologici
a tutti i terroristi culturali
che la FORZA sia con voi

 

INTRO

 

Chiunque può essere Luther Blissett. È un'attività che, come qualsiasi altra, può essere appresa con la pratica, con la consapevolezza e con la conoscenza attiva dei principi fondamentali.
Non c'è nulla di particolarmente complicato in questo: potrete costruirvi molti strumenti da soli, con poca spesa, e le tecniche - una volta superati i primi momenti di difficoltà - si riveleranno sorpendentementi semplici, addirittura compatibili con le filosofie materialistiche di oggi.
Luther Blissett è un'arte, uno strumento che io credo in grado di risolvere qualsiasi problema. In altre parole non è tanto una materia di studio, quanto piuttosto uno stato mentale, uno strumento mentale che presenta aspetti paradossali: è infatti uno strumento analitico che si serve dell'intuito e insieme uno strumento intuitivo basato sull'analisi. Utile tuttavia perché si inserisce in modo facile e armonioso a colmare il divario tra gli strumenti "pensanti" dell'analisi e del metodo scientifico, e gli strumenti "sensibili" dell'immaginazione, dell'intuizione e della soggettività.
Essere soggettivi significa anche essere un po' personali. Così scoprirete che ogni Luther Blissett, voi compresi, sviluppa ogni volta il suo proprio metodo.
Non considerate le mie affermazioni come teorie, poiché tentare di teorizzare sulle cause e sui meccanismi di Luther Blissett è uno dei sistemi più veloci che io conosca per cacciarsi in un pasticcio.
Ciò che serve veramente è la pratica.

Tom Graves

Le tecniche del rabdomante

1976 (red./studio redazionale 1983)

 


DELLA GUERRA PSICHICA NELLA METROPOLI TRAIETTORIALE

(ovvero alcuni elementi di psicogeografia estrema per fottere il pizzardone astratto e trarne il massimo del piacere)

 

Ogni tribù nomade è una potenziale macchina da guerra il cui impulso è di saccheggiare o minacciare le città

Bruce Chatwin, Le vie dei canti

 

0. Quando il gioco si fa duro e diviene la forma ludica della lotta, Luther Blissett inizia a giocare. C'è una partita in corso nella metropoli, e il suo nome per ora è: fottere il Pizzardone Astratto.

Il Pizzardone Astratto è il secolare nemico di Luther Blissett, il suo negativo (o viceversa), è il grande stratega degli umani flussi metropolitani. Ma vediamo di conoscere meglio questa merdina.

Prima di diventare Luther Blissett, ognuno di noi era costretto dal sistema della noia della vita urbana ad una serie di passaggi obbligati: l'autotrasporto per la scuola o il lavoro, la deprimente passeggiata pomeridiana nei luoghi del consumo a mo' di struscio (un retaggio del sistema della noia della vita paesana), la serata nei transiti coatti (non a caso sono così chiamati i suoi frequentanti) dove si consuma quella merce di massa che è il tempo libero. La propria esistenza è così vissuta in "Spazi Chiusi" (A. Conti, ed. Sufi, 1992), spazi dove il movimento è dato una volta per tutte, predefinito dagli spazi stessi, e non esiste possibilità, nel loro uso "normale", di uscire dalla coercizione del già definito. Recinti. Astratti pur essendo concreti.

Luther Blissett, dopo vari sforzi, è riuscito, tramite l'uso della Saggezza Profonda, a comprendere esattamente questo punto: che la metropoli, nel suo sviluppo caotico, produce un'entropia da controllarsi continuamente per evitare la sua deflagrazione; questo controllo è operato dalla rigida direzione dei flussi urbani, dalla stessa architettura della metropoli e dal comando che in essa e su di essa è operato. Dal Pizzardone Astratto.

Se un tempo la pianificazione della vita metropolitana trovava la propria matrice in un piano regolatore, adesso ciò non può più essere. Velocità e Libero Mercato sono i due fattori di entropia che trasfigurano la metropoli e fanno sì che il controllo non possa più essere a priori pianificato. Esso va eseguito just in time, sul momento, da dispositivi di modificazione architettonica del territorio, dal network semaforico, dalla semiotizzazione totalitaria dei (non)luoghi, dalla fascinazione continua della cartellonistica, dalla miserabile e autoritaria dislocazione delle cabine telefoniche (cellulare gratuito e di massa!), da eventi spettacolari, dalla monitorizzazione pervasiva, da sensi unici e guardie dappertutto. Luther Blissett chiama questo dispositivo di controllo Pizzardone Astratto. Pizzardone perché è dispositivo regolatore di traffico, Astratto per la sua pervasiva concretezza, per il suo essere deterritorializzato, non individuabile, perché il Pizzardone Astratto è ovunque.

Ora che il Pizzardone Astratto è stato sgamato, a Luther Blissett non rimane che una sola cosa da fare: dichiarargli guerra.

Svelare l'architettura come forma di polizia per aprire spazi all'immaginazione derivante.

"IL SURLUOGO È UN FATTO / FOTTI IL PIZZARDONE ASTRATTO" (orKestrapostfordista / L.B.).

 

1. "Nelle città ci annoiamo" scriveva il lettrista Gilles Ivain in un suo saggio del '53 sull'urbanismo unitario. Oggi le città, nonostante rispetto ad allora siano radicalmente mutate, continuano ad essere delle immense macchine per la produzione di noia, ambienti con tassi letali di inquinamento psichico. La sovradeterminazione del tempo e dello spazio degli abitanti, secondo le esigenze del lavoro di consumo e del consumo di lavoro, continua a costituire la maggiore preoccupazione di qualsiasi piano regolatore. La nostra vita è così resa "ambientalmente e umanamente eterodiretta" (D. Vazquez, Bleargh! - rivista di sabotaggi cognitivi, terrorismo festoso e altre cattive intenzioni, n.2) e la possibilità di autovalorizzazione e autonomia delle soggettività metropolitane, tramite una libera espressione dei propri desideri, è così sacrificata per permettere, di contro, la valorizzazione e la riproduzione dello Spettacolo.

Processi di striatura dello spazio non sono mai stati estranei alle città, ma l'incessante velocizzazione degli spostamenti e della comunicazione e la progressiva disintegrazione dei luoghi introduce in epoca post-moderna degli elementi straordinariamente nuovi.

Gli studi condotti di recente dal laboratorio d'arte urbana Stalker "attraverso i territori attuali" hanno dimostrato che teorie come quelle dell'urbanismo unitario (o altre affini) risulterebbero oggi del tutto inadeguate ad un progetto di decostruzione radicale della metropoli.

La metropoli postmoderna, infatti, non è più identificabile in veri e propri territori, essa è composta più che altro da traiettorie; con la crisi della cittadinanza, del territorio di diritto, l'uomo non possiede che i suoi tragitti (sempre gli stessi!), il suo diritto diventa un diritto traiettoriale. L'uomo possiede le proprie traiettorie ma non la terra su cui si sposta. La mobilità urbana è continuo transito, pendolarismo isterico, nomadismo skinneriano che riproduce la mobilità delle merci del capitalismo post-atomico (dopo la bomba non c'è che il presente - di qualsiasi "bomba" si tratti).

La metropoli diviene così un reticolo di traiettorie che legano tra loro i luoghi, i dispositivi di codificazione del potere: i surluoghi. "Il surluogo è l'estrinsecarsi del potere nello spazio, (...) l'agire strategico del potere nel tessuto connettivo della metropoli " (R.A.M.), è il mezzo tramite il quale è disinnescata la potenza del desiderio, è costruita la mentalità della passività e della delega. La metropoli postmoderna è dunque una metropoli traiettoriale, una metropoli senza luoghi, extraterritoriale, in cui agisce invisibilmente attraverso il Pizzardone Astratto il puro comando dello spettacolo. "La società nomadica contemporanea è un sistema a doppio funzionamento semiotico: da un lato è un campo di potere diffuso senza collocazione territoriale, dall'altro è una macchina fissa di osservazione che appare come spettacolo" (Critical Art Ensemble).

 

2. Se non vogliamo morire di noia e di inerzia di fronte a tutto ciò, è ora di costruire la nostra "gioiosa macchina da guerra" (A. Occhetto) per riprenderci la città, destrutturare i suoi romantici codici identitari e riorganizzarla secondo le (non)leggi dell'"Autonomia Ambientale" (Liberi Cittadini Transmaniaci). Si tratta di trovare nuove armi, nuovi metodi, nuovi studi con cui portare all'estremo il processo di dissolvimento dei territori attuali metropolitani, con cui porre fine una volta per tutte (quando ci vuole ci vuole!) alla modernità. Cos'è la postmodernità infatti se non il tentativo fallito dei filosofi di dimostrare con una parola carina la possibilità di trascendere completamente il paradigma moderno? Ma "laddove il filosofo cede, ivi s'apre la possibilità del nomade" (A. Negri). D'ora in poi faremo saltare il dominio traiettoriale ogniqualvolta esso impedisca il libero esprimersi della nostra attitudine nomadica, demistificando il controllo semio-psichico agito tramite i surluoghi e costruendo una nuova coscienza del territorio. Tutto questo è depropriazione della terra, smattonellamento del territorio e recupero dello spazio liscio totale (...altro che ambientalismo istituzionale!).

La surcodificazione apparentemente completa della terra avvenuta nel 1899 con quella che Hakim Bey ha chiamato "chiusura della mappa", ovvero l'inesistenza ormai di pezzi di terra che sfuggano alla cartografia del controllo (l'ultima mattonella) ha spinto alcune soggettività autonome a cercare nuove soluzioni in altre direzioni:

- Sotto la terra. Come gli acquariani che hanno costruito la città sacra di Damanhur trenta metri sotto la superficie terrestre. Iniziando a scavare (con semplici pale, picconi e secchi per rimuovere la terra) nel 1977 una montagna che costituisce, secondo i loro rilevamenti psicogeografici, un punto di affioramento di linee sincroniche. La nazione di Damanhur, costruita intorno alla città sotterranea, oggi è una federazione di comunità che conta oltre seicento abitanti e che "persegue la formazione di individui autonomi i cui rapporti reciproci siano regolati dalla conoscenza e dalla coscienza (...) dove la popolazione tende al raggiungimento della completa autosufficienza" (La città Sotterranea, Horus). Tutto questo in Piemonte a 40 Km da Torino! La legge italiana non potendo colpire facilmente Damanhur, in quanto attrezzata al dominio della sola superficie dello stato e non nel sottosuolo, ha potuto solo impedirgli di continuare a coniare la propria moneta.

- Oltre la terra. Come l'Associazione degli Astronauti Autonomi il cui obiettivo è quello di "permettere al proletariato di abbandonare questo pianeta e vivere autonomamente nell'universo" sconfiggendo il monopolio, ancora peraltro infimo, della Nasa sullo spazio astrale. Una serie di soggettività antagoniste sta predisponendo il lancio di una comunità nello spazio siderale, ove poter far vivere una socialità radicalmente diversa da quella conosciuta fino ad oggi sul pianeta terra. C. Roy, astronauta dell'associazione, recentemente ha dichiarato alla stampa: "Cerco le risposte in qualche cosa di diverso, salgo in alto in alto in cima guardo l'universo, sono osservatore dell'astronomia, cerco una galassia, la mia autonomia".

A Londra nell'aprile '95 sono riusciti a far partire un aerostato con un reattore senza umani a bordo, ma le ricerche proseguono rapidamente.

Si tratta di esperienze importanti che devono sicuramente ancora maturare, non si possono considerare quindi vere e proprie soluzioni... per ora è a livello della crosta terrestre, ove sono edificate le metropoli, che si gioca la partita più importante.

 

3. Fin dalla sua nascita la città si è portata dietro l'esigenza di essere programmata dallo Stratega, questa programmazione coincideva con una continua opera di programmazione della guerra, del pensiero della guerra che niente ha a che fare con l'effettuazione vera e propria della guerra stessa. È la "Guerra Pura" (P. Virilio & S. Lotringer /Semiotext[e] ). Il controllo è quindi una dimensione originaria della città che ora trova, nelle metropoli traiettoriali, nelle telecittà post-moderne, le sue forme più raffinate e autoritarie di programmazione. La frontiera definitiva del controllo metropolitano, della guerra pura, è la sua informatizzazione&automazione, il suo farsi progressivamente perceptron, ovvero il riconoscimento automatico delle forme, l'identificazione elettronica, senza alcuna mediazione umana, di cose e persone (il panopticon di Bentham al confronto è roba da ragazzini!): "Non c'è bisogno della fantascienza per concepire un meccanismo di controllo che dia in ogni momento la posizione di un elemento in ambiente aperto, animali in una riserva, uomo in un'impresa (collare elettronico)" (G. Deleuze).

Il desiderio autopoietico di autonomia ambientale e di libero nomadismo metropolitano non può che scontrarsi con tale programmazione e con chi vi è a guardia (psicopolizia di ogni sorta e il Pizzardone Astratto, ovvero le Truppe Imperiali d'Assalto Psichico!) e, per evitare con ogni mezzo necessario l'avvento del perceptron, dichiarare lo stato di Guerra Psichica. La guerra psichica è appunto la guerra allo stato puro, "è guerra di movimento", "è il seguito ed il prodromo, dei conflitti fisici, piccoli e grandi, trasformati o meno dall''autorità' in conflitti legali o di altro tipo. Non è né più né meno 'reale' di essi. Quasi sempre è meno 'realistica'" (Luther Blissett - Rivista Mondiale di Guerra Psichica, n.1-2).

 

4. Secondo i Situazionisti, per un intervento diretto che conduca a decostruire gli ambienti surcodificati e a costruirne di nuovi - i cui aspetti essenziali dovrebbero essere breve durata, mutazione permanente e mobilità - sono d'obbligo studi preliminari "delle leggi e degli effetti precisi di un ambiente geografico ordinato coscientemente o meno, che agiscono direttamente sul comportamento affettivo degli individui" (Internazionale Situazionista, n.2), degli studi che prendono il nome di Psicogeografia. La Psicogeografia è un gioco (bello e che dura molto!) e allo stesso tempo un metodo efficace per determinare le forme più adatte di decostruzione di una particolare zona metropolitana, le forme più adatte a far saltare il reseaux traiettoriale, "il moto-controllo delle forme di vita metropolitane" (orKestrapostfordista / L.B.), e a sabotare il Codice del Surluogo. Attraverso il gioco psicogeografico si prefigura un nuovo modo di vivere la città, ci si procura gli elementi per una critica radicale all'urbanistica funzionalista e razionalista delle società spettacolari e i rudimenti necessari per condurre la Guerra Psichica.

La tecnica dell'esplorazione psicogeografica è la Deriva, un passaggio improvviso attraverso ambienti diversi: "per fare una deriva, andate in giro a piedi senza meta od orario. Scegliete man mano il percorso non in base a ciò che SAPETE, ma in base a ciò che VEDETE intorno. Dovete essere STRANIATI e guardare ogni cosa come se fosse la prima volta. Un modo per agevolarlo è camminare con passo cadenzato e sguardo leggermente inclinato verso l'alto, in modo da portare al centro del campo visivo l'ARCHITETTURA e lasciare il piano stradale al margine inferiore della vista. Dovete percepire lo spazio come un insieme unitario e lasciarvi attrarre dai particolari. Portate con voi una mappa e nei momenti di sosta tracciatevi il percorso compiuto per studiarlo successivamente o descriverlo ad altri. Se vi sono passanti, IMPORTUNATELI, chiedendo ad esempio DOVE CREDONO CHE DOBBIATE ANDARE" (volantino di Radio Blissett / Radio Città Futura 97.7 - Roma).

 

5. L'antecedente storico della Deriva è stata la Deambulazione surrealista, una delle maggiori attività del gruppo bretoniano (vedi Nadja di A. Breton), che peccava però di metafisica stocastica finendo spesso per perdersi noiosamente in campagna fra polli ed ortiche.

I Lettristi marginalizzarono la componente casuale, e raffinarono la tecnica. Un gioco di deriva lettrista fu ad esempio il Possibile Appuntamento: date appuntamento ad un amico di un amico che non conoscete in un'ora e in un punto preciso della città. Nessuna persona lo aspetterà, purtuttavia questo "possibile appuntamento" che lo ha condotto in un luogo che può sia conoscere sia ignorare, lo indurrà ad osservarne i paraggi, a chiedere informazioni ai passanti o a muoversi in direzioni inconsulte, realizzando una deriva inconsapevole. Potreste dare un'altro possibile appuntamento nello stesso luogo e alla stessa ora a qualcun'altro che il primo non conosce...

Altri giochi consistevano nell'introdursi nottetempo nei piani delle case in demolizione, percorrere senza tregua e senza meta una città in autostop durante uno sciopero dei trasporti urbani, errare nei sotterranei delle catacombe chiuse al pubblico, ecc.

Questi giochi furono la base di una serie di ricerche che portarono l'Internazionale Lettrista nel '55 alle proposte apparse in Potlatch su un "Progetto di migliorie razionali della città di Parigi". In questo progetto si propose di aprire i tetti della città al passeggio mediante la creazione di passerelle, di munire di interruttore tutti i lampioni delle strade, di distruggere totalmente le chiese riutilizzandone lo spazio, di amplificare le sonorità delle stazioni con la diffusione di registrazioni provenienti da altre stazioni e da porti, di sopprimere i cimiteri (distruggendo, senza lasciare alcun genere di tracce, i cadaveri), di abolire i musei e sistemare le opere d'arte nei bar, di aprire le prigioni per potervi fare soggiorni turistici chiaramente senza discriminazione tra visitatori e condannati, di spostare le statue cambiandone i titoli sia in senso politico che disorientante e di cambiare i nomi delle strade (specialmente quelli dei consiglieri municipali, il vocabolo "santo", i partecipanti alla Resistenza, ecc.) per porre fine al rimbecillimento della gente.

Tramite la Deriva, successivamente, i situazionisti intendevano procurarsi degli insegnamenti che permettessero il rilevamento, nelle articolazioni della città, di unità ambientali e delle note "zone girevoli" psicogeografiche (si misurano le distanze che separano effettivamente due zone della città, che non sono misurabili come la visione della pianta potrebbe far credere, e se ne propone una diminuzione costante fino al loro completo annullamento!). Gli studi/giochi psicogeografici dei situazionisti non sempre si svolsero pacificamente, più volte si dovettero scontrare con la repressione della polizia, come nel caso dell'incompiuta Descrizione Psicogeografica delle Halles del nordafricano Abdelhafid Khatib. Khatib rimase vittima dei regolamenti della polizia che in quel periodo (era il Settembre del '58) vietavano la circolazione ai nordafricani dopo le ore 21.30. Il tema principale del lavoro di Khatib riguardava proprio l'ambiente delle Halles di notte. Dopo due arresti e due permanenze nei "centri di smistamento", dovette rinunciare a proseguire la sua ricerca.

 

6. Ma per come si configura oggi la Guerra Psichica, la vecchia metodologia psicogeografica dei situazionisti non è più all'altezza del livello attuale di scontro. Il reseaux traiettoriale che unisce i nodi-surluoghi nelle attuali metropoli postmoderne impone la problematizzazione e ridefinizione delle vecchie categorie psicogeografiche e lo studio di nuove possibilità. Due sono le strade da percorrere: lo studio materialista della rabdomanzia e il sabotaggio scientifico dei surluoghi e delle traiettorie imposte. "Poiché lo psicogeografo non fa della 'critica geografica' bensì, appunto, psicogeografia, è inevitabilmente interessato ad indagare tutti i filoni sommersi, prevaricati e per buona parte per ora sconosciuti che portino elementi alla creazione di una Nuova Coscienza del Territorio." (Luther Blissett - Rivista di Guerra Psichica e Adunate Sediziose, n.0).

 

7. Tom Graves, noto come uno dei maggiori studiosi di radioestesia al mondo, iniziò a insegnare rabdomanzia a Londra dagli inizi degli anni '70. I suoi corsi furono seguiti da alcuni studenti della Croydon Art School (dove Graves aveva studiato da grafico e illustratore; la sua prima attività), tra cui Jamie Reid e Malcolm MacLaren che di lì a poco avrebbero dato vita al movimento punk, e da personaggi rilevanti della cultura antagonista inglese del calibro di Harry Kipper (performer e programmatore di panico mediatico) e William Cooper, il cosiddetto "Reverendo" (che riutilizzerà le nozioni di radioestesia medica per il rilevamento delle SEZ - Zone Erogene Situazionali). Graves teorizza il superamento dell'ormai vecchia rabdomanzia metafisica (Underwood e compagnia bella!) che postula il determinismo delle linee di flusso (dette anche ley-lines) sulle strutture architettoniche, rovesciandola nel suo contrario (almeno parzialmente). È quindi l'uomo stesso nella possibilità di produrre alterazioni psico-cognitive del territorio, e quindi dell'ambiente urbano.

La rivoluzione gravesiana, nel dare primaria importanza alla soggettività, indica delle nuove pratiche utili a rafforzare le dinamiche di decostruzione della metropoli traiettoriale e di autodeterminazione ambientale tipiche delle controculture (travellers, ravers, squatters, psychogeographers, writers...). Quindi oggi la creazione di Zone Temporaneamente Autonome (momenti di effrazione alle norme delle Truppe Imperiali di Assalto Psichico) potrebbe essere potenziata dalle conoscenze rabdomantiche, infatti per la prima volta la liberazione di un luogo si legherebbe alla liberazione dai flussi del dominio del luogo stesso, creando ambienti semio-geodeticamente favorevoli ed evitando in questo modo che la "TAZ" (H. Bey) riproduca suo malgrado, come spesso accade, un surluogo.

Graves invita inoltre a liberarsi dei feticci rabdomantici (pendolino, bacchette ad angolo e bacchette flessibili) perché "gli strumenti sono utensili la cui funzione è quella di dirvi ciò che le vostre mani stanno facendo, e nient'altro", ed è importante imparare "ad osservare come il vostro corpo reagisce unitariamene" (T. Graves, Le tecniche del rabdomante).

Un altro grande merito di Tom Graves è stato il suggerimento di approfondire lo studio psicogeografico con la ricerca delle sue radici nel templarismo e nel druidismo, studi che io stesso ho poi ripreso e portato avanti per l'affinamento delle tecniche di Guerra Psichica. "Con l'acquisizione della rabdomanzia si apre una nuova era della psicogeografia" (L. Nobile, RabdoKaos).

 

8. La psicogeografia post-gravesiana formula di continuo nuove ipotesi cartografiche per l'interpretazione dello spazio urbano. Ipotesi che privilegiano la metodologia dell'allineamento e che fondono la propria tecnica attingendo dalle culture più disparate. Graves si rifà spesso alle "linee del drago" della geomanzia cinese, alle "vie dei canti" degli aborigeni australiani, alle "linee di Nazca" peruviane e soprattutto alle "linee dei prati", le note ley-lines dell'antica Britannia. Le ley-lines indicano la presenza di una particolare forma di energia semio-psichica, riconoscibile facilmente solo mediante la rabdomanzia materialista (cfr. J. Mitchell). Luther Blissett ha verificato più volte nella realizzazione delle sue Cartografie del Desiderio l'efficacia della psicogeografia druidica, che Graves ha proposto di chiamare "rabdogeografia", nel disvelare la psico-codificazione dell'Architettura Spettacolare e del Pizzardone Astratto sugli spazi metropolitani; per questo ho ormai accantonato definitivamente la psicogeografia situazionista, preferendogli di gran lunga la gioiosa psicogeografia della ley-line.

Cosa comporta la scoperta di una ley-line in una Metropoli Traiettoriale? Innanzi tutto, essa è l'allineamento folgorante di edifici o luoghi psicogeograficamente rilevanti, e una équipe di psicogeografi può individuarne una socializzando le impressioni ricavate durante le (rabdo)derive metropolitane o dall'analisi di carte topografiche. Quando la disposizione dei luoghi segnalati presenta qualche regolarità geometrica sorprendente per tutti, si può formulare pretestuosamente l'ipotesi di una ley-line. La ley-line non è né vera né falsa: è una costruzione soggettiva e sovraindividuale che rivela la condivisione temporanea di una certa forma di vita tra i membri dell'équipe psicogeografica.

Disegnare una ley-line, viverla e renderla pubblica è un modo per mettere in discussione l'organizzazione della mobilità urbana basata sulle traiettorie imposte, vere e proprie ley-lines del potere (c'è chi le chiama "linee geotroniche"!), che non solo ci costringono sempre agli stessi noiosi percorsi e quindi a frequentare tutti i giorni gli stessi posti, ma che condizionano profondamente l'ecologia cognitiva in cui siamo immersi, in modo da rincoglionirci, stressarci, insomma succhiarci più energie possibili.

La ley-line è quindi anche un modo per sottrarre la nostra energia messa a lavoro nella macchina dello spettacolo e restituirla alla sovversione desiderante. "I partecipanti alla deriva, il rabdo-feticcio, la sostanza alterante, la musica (Graves consiglia: Ghetto-Blaster & Techno) e il territorio da decostruire fanno parte di una stessa ecologia macchinica che si fa frattale rendendo possibile la pratica di un'autodeterminazione ambientale profonda" (Luther Blissett, Torazine - rivista pop, n.0): sottrarre energia significa dunque farsi frattale, ovvero creare degli agganciamenti tra persone, la "condividualità", e degli agganciamenti fra queste e l'ambiente... è l'equazione del vivente che costruisce la propria autonoma ecologia. La ley-line è questo frattale! Ed è proprio questo ciò che si sono vissute circa una trentina di personalità di Luther a Roma, quando hanno scoperto un incredibile allineamento (ley-line 1) che attraversa la città da parte a parte, toccando luoghi eccezionalmente rilevanti. Su questo terreno, possiamo iniziare a vincere qualche battaglia psichica da subito, ma la Guerra Psichica sarà lunga e andrà affrontata su molteplici piani (per questo sono l'unico che può sperare di vincerla...).

 

8 bis. C'è, negli ultimi tempi, un manipolo di coatti che sostiene che l'unica geografia antagonista possibile è la schizo-geografia: consisterebbe nello spaccare tutto e festeggiare con un Illegal Rave sulle macerie della metropoli... Ritengo sia un'affermazione azzardata.

 

9. Esistono diverse forme di sabotaggio scientifico dei surluoghi e delle traiettorie imposte; fra le più conosciute il Detournamento Murale ha giocato un ruolo centrale già all'epoca dei situazionisti, e continua ad averlo ancor oggi. Nel 1966 un gruppo di studenti simpatizzanti dell'Internazionale Situazionista, approfittando dell'apatia dei 16.000 studenti dell'Università di Strasburgo, era riuscito con abili manovre a impadronirsi dell'Unione degli Studenti di Sinistra. Usando il potere economico di quest'ultima, fondarono un club per la riabilitazione di Marx e Ravachol e tappezzarono i muri della città con una serie di fumetti surrealisti, "il ritorno della colonna Durutti" (diffusa poi in tutta la stampa underground internazionale), rappresentando in questo modo un superamento della vecchia e retorica propaganda militante, verso una nuova forma di comunicazione politica che coniugava lo slogan con la ridefinizione creativa dello spazio urbano.

Nei nostri giorni, forme interessanti di Detournamento Murale sono quelle messe in atto da gruppi come gli Anarkoatz-Power Rangers (che riempiono i muri di Roma di scritte irriverenti verso la tradizione militante anarchica e punk) e il gruppo anti-artistico Disordinazioni dello Spazio Sperimentale Jartrakor (che si fa le beffe con graffiti murali della pop-art italiana) o le papere stilizzate disegnate su tutti i muri bolognesi da Cuoghi e Corsello. Ma oggi la forma più diffusa, non certo la più potente, di detournamento metropolitano (cosciente o meno) è quella dei writers con i loro graffiti e tags, quest'ultime in particolare hanno speciale rilievo per Luther Blissett in quanto costituiscono una rivolta spontanea contro l'IUI (Identità Unica Imposta). "È una cosa impossibile, ma noi ci proviamo a fare capire la nostra mentalità. La società già solo dando i nomi crea le differenze, le barriere tra la gente, bisogna trovà un modo diverso" (Ozee Kid, un writer di Torbellamonaca). Infine, anche Harry Kipper ha praticato più volte il Detournamento Murale, come quando, nel 1985, introducendosi nottetempo in un furgone di un'agenzia di affissioni del Lancaster, sostituì i manifesti della Pepsi-Cola con altri praticamente identici recanti la scritta "The Choice of a New DE-Generation": gli attacchini lavorarono quindi per lui, tappezzando i muri della contea.

Le occupazioni temporanee e il nomadismo metropolitano sono comunque le forme più forti e radicali di rottura del network di dispositivi del controllo urbano. I raves illegali, organizzati da collettivi come Hard Raptus o l'ex-Sabotage Crew, sono le Zone Temporaneamente Occupate più diffuse (in genere capannoni industriali in disuso, edifici in costruzione, spiagge, ecc.), individuate per deriva dai ravers, i quali nel tempo e col susseguirsi delle esperienze di rilevamento arrivano a farsi una vera e propria psico-mappa clandestina dei luoghi abbandonati&utilizzabili della città. Il Rave illegale "arricchisce il concetto di T.A.Z. pregnandolo di significati neo-situazionisti" (Alter8), è l'esperienza della Psicogeografia che si fa per necessità illegale, una delle punte più alte della Psicogeografia estrema. Rappresenta "un'esperienza di mutazione: mutazione d'uso dello spazio, mutazione di percezione del luogo determinata dall'evento che si sta svolgendo, alterazione degli stati di coscienza" (Mr. Wolf & Sciatto Produzie / Arte Per Colpire Le Menti); Techno e Danza in un evento che "si avvale del riciclaggio di strumenti e tecnologie per favorire uno scambio e una comunicazione circolare accessibile a chiunque", "in un ambiente ormai contaminato" dove "l'autoproduzione di stimoli autoproduttivi resta l'unico percorso possibile nell'acquisizione della propria soggettività, oltre questa fittizia socialità che ostacola un radicale cambiamento" (flyer del Free Festival del 4-5-6 Agosto 1995). Infine, cosa molto importante, il Rave Illegale, l'anti-surluogo per eccellenza, è una delle esperienze (forse anche per l'uso di XTC) di condividualità e desoggettivazione più piene che si possano esperire di questi tempi.

Più sperimentali e "a rischio" sono state le esperienze di Psicogeografia Estrema di Luther Blissett:

- Una Festa Nomade a Roma su un autobus notturno, alla quale hanno partecipato un centinaio di persone collegate radiofonicamente a Radio Blissett, finita in tafferugli con le forze dell'ordine, che avevano bloccato l'autobus. La festa (sul 30 notturno) è stata organizzata per "la ricodificazione ludica dello spazio urbano", "contro il caro biglietti" e per "il teletrasporto pubblico e gratuito"; dalle 3.00 circa, quando l'autobus è partito, Luther Blissett "ha dichiarato che avrebbe pagato un solo biglietto. Ha chiesto in radio di pompare la musica e ha ballato, bevuto, fumato, pomiciato, tirato coriandoli, giocato a pallone per circa venti minuti, mentre l'autobus seguiva il suo percorso abituale raccogliendo gente alle fermate" (da un messaggio di L.B. su Av.A.Na. BBS).

- Un Caravan-Party, una festa itinerante a tappe, nelle quali le autovetture, che viaggiavano in carovana, si disponevano in circolo formando una volatile dance-hall (secondo la legge del "balla e fuggi" e del "preciso con i tempi") con le autoradio sempre sintonizzate su Radio Blissett.

 

10. Gli esempi riportati sono più che altro forme di spostamento nomadico e sovversivo delle traiettorie imposte, ma il sabotaggio vero e proprio dei surluoghi coincide con la destrutturazione ambientale e cognitiva di Supermercati, Università, Scuole, Stazioni Ferroviarie, Aeroporti, Bar, Discoteche, Luna-Parks, Feste rionali e di partito, Villaggi Turistici, Cinema, Teatri, Musei, Seggi Elettorali, Zoo, Convegni, Gallerie d'Arte...

Nel 1968, a New York, un gruppo di Yippies organizzò un "Loot-In" in un grande magazzino, presero quello che gli serviva, gratis, e regalarono un fiore alla cassiera. Nello stesso anno, un gruppo di militanti del Lower East Side, la Black Mask, organizzò un "Mill-In" da Macy, nel cuore delle festività natalizie. Travestiti da clienti, commessi e ispettori, i dimostranti invasero il grande magazzino. Le merci esposte furono rovinate, rubate, scambiate o regalate. Cani e gatti affamati furono sguinzagliati nel settore alimentari. Alcuni complici, sparsi tra il pubblico, fecero sì che clienti di mezza età fossero maltrattati per errore dalla polizia e tratti in arresto. Ispirati da questo caos, i situazionisti londinesi del gruppo King Mob entrarono da Selfridges, durante le vacanze di natale, con il capobanda vestito da Babbo Natale (si dice fosse Harry Kipper). Le merci rubate furono distribuite gratuitamente all'uscita.

Questi gruppi, oltre ad aver decostruito con i loro raids il senso mercantile del surluogo, hanno realizzato una "de-propriazione". "Quest'ultimo è un concetto antitetico a quello di ri-appropriazione (trasferire qualcosa da una proprietà all'altra) e più ampio di quello di es-propriazione (sottrarre qualcosa ad una proprietà): si tratta di abolire il principio stesso di 'propriazione'; nulla è proprio a nulla" (R. Paccosi / Teatro Situazionautico Luther Blissett). La depropriazione di supermercati o luoghi simili è una pratica che, dopo aver toccato il suo picco più alto nella metà degli anni '70, con il riflusso yuppista è andata scemando rapidamente. Solo ultimamente pare ci sia un rifiorire situazionautico in quel di Bologna.

Altri esempi. Durante le elezioni amministrative a Milano dell'aprile '95, mi sono insediato in due seggi (il 446 e il 2055), trasformandoli in avamposti neoisti. Ho distribuito un manifestino elettorale con la scritta "Non baciare il rospo, vota Luther Blissett" e cambiato la numerazione delle cabine in modo disorientante. Nel seggio 2055 Luther Blissett ha avuto 6 voti, più di quelli andati ai riformatori di Pannella: Blissett sesto partito! Altre manciate di voti sono state racimolate nelle sezioni limitrofe. A Roma fino a qualche anno fa si muoveva un collettivo, "Il Prato Rosso", ora scioltosi, la cui attività principale pare fosse il deturnamento dei seggi elettorali e la loro trasformazione in piccole T.A.Z.

A Caltanisetta nel giugno del '95 un convegno sulla storia del comunismo, organizzato da Alleanza Cattolica presente lo storico Gustavo Selva, finisce al buio grazie ad un attacco psico-fisico che organizzai sotto uno striscione "Per la ricostruzione immediata del muro di Berlino - Voglio un piano quinquennale, la stabilità".

Nell'aprile '95 un kommando di Luther Blissett simula un sequestro di persona all'Università di Roma. Un professore di Antropologia Culturale, che aveva chiesto un intervento di Luther Blissett per una sua lezione sullo "spaesamento dell'io nell'esperienza psicogeografica", accettava la condizione imposta da Luther: la possibilità di un capriccio performativo. Dopo un irruzione violenta nell'aula stracolma, con visi coperti e pistole-giocattolo alla mano, letto un breve proclama movimentista, il kommando si porta via il professore (al Bar), lasciando la disprezzabile massa studentesca in preda a deliri di panico e in crisi per mancanza d'autorità. Qualche settimana dopo, cominciava a girare la voce che un gruppo di militanti, parte di un collettivo politico ormai sciolto, si era costituito in frazione armata e che, per sabotare le imminenti elezioni universitarie, pistole in pugno, aveva rapito un professore francese, tale Lutèr Blissette, ospite alla lezione di un antropologo culturale, rivendicandosi in loco l'appartenenza al movimento. Alcuni militanti di un certo Nodo Autogestionario, una sorta di collettivo avente sede nella Facoltà di Sociologia, saputo del sequestro, si organizzavano immediatamente in un "Comitato di Controinformazione per la Liberazione di Lutèr Blissette", tentando di mobilitare studenti e intellettuali e sostenendo che la cosa fosse opera di provocatori infiltrati dalla Digos. La voce, intanto, giungeva presso settori del movimento universitario che, ritenendo troppo avanzata l'azione compiuta e comunque di discredito, si accingevano a punire fisicamente i responsabili, salvo essere avvisati sul finale del "misunderstanding". Nessun commento su questa splendida opera di demistificazione transmaniaca del surluogo universitario e del militontismo accademico!

Le feste illegali tramite occupazioni temporanee delle facoltà universitarie, come i micro-raves tenutisi durante il movimento d'occupazione delle scuole superiori del '95-'96, costituiscono un altro interessante momento di infrazione al codice nel Surluogo della Formazione: "I Surfisti Spaziali per esperienza sanno che non c'è sapere senza insubordinazione, così come non c'è Movimento senza klinamen, senza devianza. (...) Questa festa sarà devianza, sarà delirio, sarà rave, sarà sottrazione di intelligenza, creatività, forza-invenzione (in una parola: ENERGIA) dai sistemi di codificazione" (da un volantino degli Autonomous Mutantz from Space). E proprio da licei e scuole, oggi emerge una nuova generazione di Derivanti: skaters, bikers & pushers.

 

11. "Se l'intero Cosmo è fatto di energie e di vibrazioni, allora la cosa più preziosa che c'è, la vera 'materia prima dell'Universo', è l'energia. E se l'energia è la cosa più preziosa e più importante che c'è, consciamente od inconsciamente, c'è una lotta per appropriarsi di più energia. La lotta per catturare più alte energie e vibrazioni richiede di apprezzare, di godere e di rendere vive emozionalmente sempre più cose di cui noi facciamo esperienza, mutando tutto ciò che uno sta facendo in una vera e propria opera d'arte, sviluppando insieme una filosofia e un'arte del vivere... che è la magnum opus!" (Il processo di trasformazione psico-spirituale, Peter Roche de Coppens, Sociologo, Antropologo, consigliere spirituale delle Nazioni Unite nonché membro dell'Ordine dei Cavalieri di Malta).

 

12. L'arma più potente a disposizione delle soggettività autonome per condurre la guerra psichica è infine L'Attacco Psichico. Esso consiste nella liberazione della propria possibilità di creare direttamente linee di flusso (Tom Graves nel suo libro fa autocensura su questo punto: "...e mentre possono essere deliberatamente scatenate da un rabdomante, possono anche rivelarsi molto pericolose. Per ragioni di sicurezza preferisco non parlarne in questa sede."). "Diventa possibile riconfigurare autopoieticamente lo spazio con la sola forza della mente!" (A. Natella, Baudrillard e la parapsicologia), producendo conflagrazioni disfunzionali sull'obbiettivo prescelto: l'effetto è devastante, tanto più quanto è maggiore il numero dei convenuti, l'energia psichica messa in gioco.

Così per il Primo Maggio Druidico contro il lavoro un centinaio di persone, dopo aver partecipato al rito celtico di Bealteimne presso la Fiera District di Bologna, ha colpito psichicamente il complesso architettonico del giapponese Kenso Tange, che ospiterà gli uffici della regione Emilia Romagna. "L'esperimento è riuscito parzialmente", dice L.B. del Circolo del Pantheon (setta protocomunista del XIX secolo), "una delle torri ha ondeggiato. Nessuno avrebbe potuto fare di meglio avendo contro tutto il capitale mondiale integrato!". La guerra psichica, cari amici, è appena cominciata e ci riserverà ancora molte sorprese... sicuramente il Pizzardone Astratto non avrà pace!

 

Luther Blissett