Da "L'Espresso", 11 settembre 1997

SCHERZI/IL GURU CHE NON C'È

COOPER, FANTASMA BURLONE

di Carlo Gallucci

Un'intervista al profeta del sesso estremo. È lo scoop di "Panorama".
Peccato che il reverendo sporaccione sia solo un'invenzione letteraria.
Opera di un editore-dissacratore.

A giocare con il sesso estremo si corre il rischio di farsi male o di scadere quantomeno nel ridicolo. Ne sa qualcosa l'occhiuto periodico concorrente. L'altra settimana (numero 34), spalmata su una doppia pagina e introdotta dall'impegnativo occhiello "Nuovi guru", è apparsa al lettore di "Panorama" una bella intervista con un giovinastro presente anche in effigie. Un tipo noto in tutto il mondo, informava il sommario, con il nome di "Reverendo William Cooper". E poi: "I suoi libri vanno a ruba.

'Panorama' l'ha incontrato." Seguiva una lunga, ben scritta e inquietante ricostruzione di come l'autore avesse intercettato a Londra, "al secondo piano di un palazzo diroccato ai margini di Soho", il sordido autore di "Sesso estremo. Pratiche senza limiti nell'epoca cyber". Editore Castelvecchi, quello di Luther Blissett e dei "Mignotti". A questo punto, per chi non fosse stato ancora raggiunto dall'incessante informazja di Alberto Castelvecchi - un ragazzo sveglio -, va chiarito che sotto il nome del vecchio e sfortunato giocatore del Milan (Blissett, appunto), si cela un gruppo di guastatori intellettuali animati dalla volontà di "fottere i media". Per citare la loro opera più nota, "Mind Invaders" (Castelvecchi editore), Luther Blissett è la sigla collettiva di chi condivide l'obiettivo di "portare il panico nei santuari del potere". Il capo della banda, ovviamente, è lo stesso Castelvecchi [Ah! Ah! Ah! Ah!UUuuuuuh, la mia povera panza... N.d.LB]: l'editore Off più in del momento. Ma chiunque può firmare le proprie azioni di "sabotaggio culturale" con questo pseudonimo. Anche l'autore dell'intervista al reverendo Cooper, "uno dei guru degli anni Duemila", avrebbe potuto appropriatamente usarlo. Purtroppo non l'ha fatto.

Il lettore di "Panorama" ha così trovato sotto la firma reale di Franco Recanatesi la descrizione irrealistica dell'incontro con l'irreale maestro del piercing, dello scaring, del branding (tagli, cicatrici e marchiature a fuoco), del bondage, del sado-maso, del fetish eccetera eccetera. Ha saputo che il suo vero nome è Chris, che si tratta del "rampollo di un facoltoso industriale", che è laureato in antropologia e scienze sociali, che "una moltitudine di fedeli riempie le sale delle sue conferenze, affollano il suo sito Internet e divorano i suoi libri". E poco importa che Cooper non esista.

L'autore dell'intervista fasulla forse non lo sapeva, forse ha preferito stare al gioco. Se è così, ha commesso la leggerezza di non renderne partecipe il lettore. Né, presumibilmente, i responsabili del periodico che si è prestato a riscaldargli la minestra. L'incontro con il sedicente maniaco è avvenuto un anno fa, per un altro giornale. A Londra. Con tanto di interprete e di fotografo al seguito. La trucida sequenza in cui spicca la schiena zebrata di tal Betty Marenko (già Helena velena) [Cheeeee? Ah! Ah! Ah! Ah! Cosa ne pensi, Helena? N.d.LB] è stata scattata da Massimo Sestini, un capocannoniere tra i foto-reporter. All'epoca l'intervista non venne pubblicata e finì nella cartella sempre gonfia dei pezzi abortiti. Nessuno ne avrebbe saputo più nulla se non fosse riapparsa un anno dopo, presentata su "Panorama" come nuova.

Nel preambolo il protagonista viene tratteggiato con queste parole: "Un bel ragazzo bruno, maglione nero girocollo, capelli corti e unghie ben curate". La foto accanto conferma la descrizione a uso degli scettici. Peccato che un secondo ritratto, pubblicato da "Liberazione", contraddica in pieno l'uno e l'altra.

Lo scoop era già stato messo a segno dal quotidiano comunista il 17 ottobre 1996. L'articolo del foglio rosso è quindi successivo alla registrazione dell'intervista e precedente alla sua pubblicazione sul periodico della Mondadori. Nel cappello l'autore fa questo ritratto dello sporcaccione: "Biondissimo con due glaciali occhi azzurri... Un trentanovenne inglese che non ama farsi fotografare o intervistare".

Quest'altro incontro sarebbe avvenuto a Roma, sotto il colonnato di San Pietro del Bernini. Una cornice adatta ai ricordi di Cooper: "Prima dell'Aids facevamo orge in cui ci praticavamo lunghi tagli, leccavamo il sangue che colava e, di seguito, raggiungevamo l'orgasmo bevendoci insieme". Più sereno il racconto smerciato al settimanale: "Ho compiuto con cani e pecore degli atti sessuali solo dopo averli convinti", assicura Chris-William. E più avanti: "Nelle campagne le giovani accarezzano il sesso degli asini o si masturbano strofinandosi ai coniglietti". Purtroppo non esistono documenti scritti o filmati dell'apparizione di un terzo reverendo: questa volta a Milano, al Leoncavallo, dove avrebbe incontrato qualche decina di ragazzi del centro sociale per intercessione di Alberto Ibba della "Rivisteria". Altri ne verranno.

Sarebbe bastato leggere qualche pagina del librino tanto pubblicizzato (sette edizioni in meno di due anni) per intuire la verità. Intorno a pagina 30 si parla di Luther Blissett e dell'unica persona che William Cooper afferma di rimpiangere: il suo creatore Harry Kipper, "che allora trascorreva la sua esistenza dedicandosi ad azioni di sabotaggio dei media".