Da "Il Tempo" del 12-3-1997 pag.27

Il gruppo "Luther Blissett" crea notizie inesistenti minando la credibilità dei media

LA FABBICA DEI FALSI SCOOP

 

di Maurizio Gallo

Un nome, Luther Blisset. Un metodo, il "panico mediatico". Uno scopo mettere il dito sulle piaghe del sistema informativo, individuarne i difetti, approfittare delle sue "falle".

Luther Blissett è questo ed altro, niente e tutto, uno e nessuno. Dietro la sua "identità multipla", che può essere assunta e sfruttata da chiunque in qualsiasi momento, si nasconde però un movimento che si autodefinisce pseudoartistico ed è sorretto da una forte spinta di critica socioculturale.

Un magma eterogeneo di idee, creazioni di media events e ricerche empiriche sul campo della psicogeografia, che studia l'impatto dell'ambiente metropolitano sulla psiche umana.

L'elettronica e Internet sono il suo pane quotidiano. La costruzione di falsi scoop il suo mezzo di propaganda econtroinformazione. Nella trappola di Luther sono caduti in molti. Ma le "vittime" prescelte sono in genere giornalisti della cartastampata e della televisione. È accaduto con la trasmissione "Chi l'ha visto?", con numerose testate locali e nazionali, con redattori di note case editrici. Nella Capitale Blisset si appoggia all'emittente Radio Città Futura e, in seguito ad un esperienza psicogeografica, quattro appartenenti al "movimento" sono stati denunciati per oltraggio, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale e compariranno domani sul banco degli imputati a piazzale Clodio. Un processo che oggi verrà annunciato nel corso di una conferenza stampa "performativa" alla Art Gallery Internet di via degli Irpini e che i Blissett hanno le migliori intenzioni di trasformare (come è loro costume) in un happening.

L'incontro con (uno dei) Luther, nome preso in prestito dal calciatore di colore inglese che, passato al Milan negli anni '82-82, era famoso per sbagliare anche a porta vuota e per la sua inesorabile precisione nel centrare il palo, è naturalmente avvolta dal mistero. Dopo alcune telefonate ricevute dal cronista (che non viene fornito di un recapito telefonico), l'incontro. Il "nostro" L.B. è giovane, ha gli occhi blu, l'ironia dipinta nello sguardo, una conoscenza profonda delle correnti artistiche e culturali cosiddette d'avanguardia, un evidente sfiducia nei media. "Blissett nasce dalla Mail-Art, artisti marginali che si scambiavano fra loro materiali diversi e consideravano come loro gallerie d'arte il circuito postale, una via di mezzo fra le catene di Sant'Antonio e Internet - spiega, rollandosi una cicca con una presa di Old Olborne.

Blissett nasce nei primi anni 80 ed è influenzato dal neoismo. L'idea è che non c'è niente da inventare nel mondo dell'arte, che deve essere ricondotto nell'ambito dell'esperienza quotidiana".

Una delle prime iniziative di Blissett è la cartolina postale bifronte, battezzata "la scelta del postino". Sui due lati ci sono due indirizzi differenti. Ed è il postino a decidere dove consegnare la cartolina, mentre i Blissett di turno ne seguono il percorso semi-casuale.

Il nome di Luther esce dal circuito della mail-art e comincia a circolare soprattutto in quello musicale. Arrivano le prime lettere ai giornali con racconti di fatti mai accaduti. Una, pubblicata da un noto quotidiano romano, parla di dieci auto in sosta avvolte in giganteschi teli di cellophane per invitare allo "sciopero della mobilità".

E poi si passa agli scoop posticci. Eclatante quello ai danni di "Chi l'ha visto?", in cui i redattori all'inizio del '95 vengono sguinzagliati fino a Londra (per mezzo di un manifesto affisso nel Nord Italia) alla ricerca di un inesistente Harry Kipper. Subito dopo il "promo" che annuncia la trasmissione, Blissett mette in tavola le sue carte e svela la beffa. Come sempre, o quasi.

Poi ci sono i numerosi articoli comparsi sui giornali di Viterbo, che riferiscono di messe nere e sette sataniche in azione nella città laziale. La cosa va avanti per mesi. Fino a quando Blissett, con un video inviato a "TV7", fa scoprire "l'inghippo", opera dei "giustizieri massmediologici". E ancora.Una prostituta scrive ad un quotidiano emiliano confessando di avere l'AIDS e di aver contagiato, con profilattici bucati, numerosi clienti.

La lettera va in prima pagina con tanto di locandine. Poi, puntuale, arriva la smentita di Blisset. Ma ormai il gioco è fatto, il sistema informativo messo alla gogna, il quotidiano (colpevole di mancata verifica) beffato. Infine arriviamo al "festoso" esperimento sui bus capitolini, che si è concluso con quattro denunce. Un "incidente di percorso" che, però, non ha fermato Luther Blissett.