Su "Musica! - Rock & altro" (supplemento a "La Repubblica") n. 34, mercoledì 13 dicembre 1995, c'è un lungo special su..."gli eroi dell'underground" (pagg. 3-8). Nonostante gli ovvii "tagli con l'accetta" e alcune madornali cazzate (tenete presente qual è il target...), è evidente che gli autori si sono ben documentati, hanno letto e hanno navigato nelle BBS (c'è perfino un box con tutti i numeri di Cybernet ed ECN). Tra gli articoli, ve n'è uno iperbolico e megatrionfalistico su Luther Blissett, che riporto integralmente:

 


 

MA QUALCUNO GIÀ FUGGE DALL'IDENTITÀ

La lezione di Luther Blissett e soci

 

di Paolo Biamonte

Se si potesse immaginare quale potrebbe essere l'ideale eroe della controcultura contemporanea probabilmente bisognerebbe pensare a un investigatore specializzato nella ricostruzione dell'identità. La moltiplicazione del punto di vista e soprattutto la straordinaria capacità acquisita dal mercato di metabolizzare anche i più provocatori stimoli culturali hanno ristretto di molto il campo d'azione per chi aspira diventare portatore di valori antagonisti rispetto al pensiero dominante.

Persino la rete, nuova frontiera della cultura giovanile, è stata conquistata dal mercato. Di fronte al "collasso del reale" si cercano diverse vie di fuga, come nascondersi nell'identità indefinita della rete o cercare rifugio in una spiritualità diversa da quella delle grandi religioni. Ma anche qui è in agguato il Mercato e così si passa dal Taoismo alla "Profezia di Celestino".

Ma proprio attorno a una sofisticata, quanto geniale operazione sull'idea di identità collettiva, è nata la più straordinaria e affascinante operazione di controcultura degli ultimi anni: l'avventura di Luther Blissett.
Luther Blissett è un movimento che si serve della guerriglia psicologica per sabotare il controllo che il potere esercita sui media. Chiunque è libero di adoperare questo nome multiplo, tutti gli attivisti si chiamano "Luther" e questo rende impossibile la loro identificazione: si cancella l'identità anagrafica con lo scopo di perdere la connotazione di in-dividui per assumere quella di con-dividui.

Il guru del movimento è Ray Johnson, il fondatore della Mail Art, l'arte basata sulla diffusione delle opere attraverso la corrispondenza, un'idea che ha anticipto il concetto di rete prima che questo diventasse di moda.

Per capire come nasce Luther Blissett (il nome, proprio quello dell'ex-centravanti del Milan, è stato scelto per le sue qualità eufoniche) bisogna pensare al lancio delle finte avanguardie artistiche degli anni '70, e al Neo-ismo degli anni '80, e sapere che Luther Blissett è anche il nome d'arte di Harry Kipper, un performer e film-maker underground londinese, autore di esempi di body art volutamente repellenti. Il modo con cui Johnson (suicidatosi nel gennaio di quest'anno), Kipper e Stewart Home (uno dei fondatori del neoismo, nonché organizzatore dello sciopero degli artisti del 1985 [errore! L'Art Strike è iniziato nel '90 e si è concluso nel '93. N.d.LB.] e oggi affermato romanziere) hanno cominciato a far circolare opere e storie virtuali di Luther Blissett, ricalca dichiaratamente i metodi e le vicende dei Rosacroce e del loro immaginario fondatore Christian Rosenkreutz.

Gli adepti sono invitati a costruire ognuno il proprio Luther Blissett virtuale, così come Ray Johnson invitava a creare opere di Ray Johnson virtuali. Oggi Luther Blissett ha conquistato l'Occidente. Se poi si va a scavare dietro questa avventura geniale (per chi volesse conoscere qualcosa di più Luther Blissett ha pubblicato in Italia, per Castelvecchi, "Mind Invaders - Come fottere i media") si trovano riferimenti che vanno da Star Trek a Baudrillard, da Max Stirner alla Massoneria, dalle avanguardie storiche a James Ellroy fino ad Hakim Bey [?], il filosofo dell' Immediatismo che è uno dei punti di riferimento essenziali del pensiero antagonista contemporaneo. Bey è il teorico dell'estetica del gruppo come mezzo festoso per superare attraverso il gioco, inteso come manifestazione artistica non mercificata, la separazione dell'individuo imposta dai media.
E, se proprio vogliamo trovare una colonna sonora per tutto questo, il riferimento più diretto è con il punk, soprattutto con la scena americana, che fin dagli inizi ha manifestato i suoi legami con le avanguardie artistiche più estreme. Nell'epoca dello smarrimento dell'io il rimedio indicato è quello dell'identità collettiva: e per scoprire i segreti del percorso che ci permette di sfuggire alle regole del Grande Mercato non resta che affidarsi alle indagini del nostro investigatore. Il nome? Luther Blissett, naturalmente.

 


 

Ma non è finita: Blissett è citato in quasi tutti gli altri articoli. Alle pagg. 6-7, il pezzo firma Carlo Moretti, intitolato: "Centri sociali, l'avventura telematica" riporta pressoché integralmente la "Dichiarazione dei diritti di Luther Blissett"; a pag. 8 l'antologia di frasi celebri a cura di Paolo Biamonte è intitolata: "Controcanti - Potere alla gente" [che è, Funari? N.d.LB.], oltre a contenere aforismi di Ray Johnson e Stewart Home si conclude con un brano dall'"Ipocalisse" (Cfr. "Mind Invaders").