Una perla "inedita"
Bifo su Luther Blissett
Inoltrandoci nel palazzo di Cnosso (labirinto edificato dall'intelligenza collettiva di quanti/e costruiscono la reputazione di Luther), abbiamo ripescato questa perla, vista luccicare più di un anno fa nel vecchio mondo mediatico, e da allora persa di vista. Con essa - e con l'uscita dei "Quaderni Rossi" - salutiamo l'avvio dell'ultima fase espansiva del Luther Blissett Project, che detonerà con l'uscita di "Q" e si concluderà con l'attesissimo "seppuku" del gennaio 2000.
Da "Mediamente", RAI3, 16 aprile 1997, h.13.30
MASSARINI: Nel menu di Mediamente di oggi Franco Bifo Berardi, che è
il nostro consulente cibernetico (ogni settimana noi lo accogliamo) e con
lui oggi vedremo di capire chi è o che cosa è Luther Blissett, la fantomatica
identità dietro la quale si cela l'autore - o gli autori? - di recenti
scherzi e prese in giro multimediali ai danni di giornali, radio e televisioni...
Luther Blissett era un calciatore giamaicano del Watford e poi del Milan.
Dal punto di vista del tifoso non un grandissimo giocatore,
mettiamola così. Luther Blissett è anche un terrorista, però, un artista,
un virus inserito nell'infosfera. Ma chi è Luther Blissett? Ora, su chi
sia Luther Blissett potremmo star qui a discutere per ore, senza però in
realtà esaurire l'argomento, semplicemente perché Luther Blissett non
è nessuno in particolare, è un nome multiplo, cioè un identità che tutti
possono assumere, che tutti siamo invitati ad assumere se ne abbiamo voglia...
Suona come uno scherzo, però la questione di Luther Blissett apre anche
delle problematiche su cui vale la pena riflettere. Nel senso che in un
mondo in cui le nuove tecnologie stanno sempre più mettendo in luce i limiti
di un approccio tradizionale ai mezzi di proprietà, di personalità, di
diritto d'autore, di sessualità, di corporeità, è ancora possibile tenere
in piedi una nozione forte di identità?...
L'era telematica, l'era della comunicazione globale,, sta facendo saltare
uno degli ultimi miti della cultura occidentale: l'individualità.
L'individuo, inteso come soggetto con le proprie esclusive ed immutabiuli
caratteristiche, non può sopravivere nel nuovo mondo dell'intelligenza
collettiva. I progressi tecnologici e le conseguenti rivoluzioni sociali
impongono di acquisire una mentalità di cambiamento, un nomadismo del pensiero,
e questo cambia anche il concetto di dientità personale.
Cambiare identità, sesso, fisionomia, essere tutti oppure non essere nessuno,
cancellare i segni di una possibile identificazione, confondersi in una
identità collettiva. Sarà questo il nuovo modo di vivere la soggettività?**
E per parlare di Luther Blissett abbiamo oggi in studio Franco Bifo Berardi.
Bifo, buongiorno. Allora, è un bel tema quello di oggi, perché il tema
della nostra identità nella società contemporanea è un tema che vale
la pena approfondire. COminciamo proprio da Luther Blissett: allora, Luther
Blissett è un nome multiplo, quindi molto più di una identità collettiva,
quindi cosa vuol dire questo?
BIFO: Intanto diciamo che le parole possiamo usarle in assoluta libertà...
MASSARINI: Certo, visto l'argomento...
BIFO: Sì, e visto il fatto che le parole non servono a niente, non contano
niente, si possono moltiplicare e demoltiplicare all'infinito, si possono
dimenticare, questa è la partenza. Quindi, che vuol dire nome multiplo,
e perché nome multiplo e non identità collettiva?
Identità collettiva è se tutti ci mettiamo d'accordo, creiamo un partito
o crediamo in un'idea, ci battiamo per un ideale... Stronzate.
Il nome multiplo significa che ciascuno di noi è quello che gli capita,
non quello che è, badate bene: quello che gli capita. Il rapporto con il
mondo, il rapporto con i media, il rapporto con il suo passato e il suo
futuro... benissimo, a tutto questo noi possiamo mettere l'etichetta che
preferiamo, nome multiplo quindi NON-identità.
MASSARINI: Quindi, "nome collettivo" significa un gruppo, che tutti sono d'accordo; "nome multiplo" significa che uno fa come gli pare.
BIFO: Yeah.
MASSARINI: E che cosa fanno tutti questi che fanno come gli pare? Che si radunano sotto l'etichetta di Luther Blissett?
BIFO: Non bisogna esagerare l'importanza di Luther Blissett, al limite si potrebbe dire che Luther Blissett non conta niente, quello che conta è che siamo tutti Luther Blissett, cioè abbiamo perso tutti, in qualche modo, la capacità di dire da dove veniamo e dove vogliamo andare. Luther Blissett fa questo. "Passeggiate psicogeografiche"? Bah! "Falsificazioni"? Semplici etichette che dicono qualcosa di diverso da quello che sta nel contenitore? Chi se ne frega! Luther Blissett è in fondo il punto di deriva al quale individualmente ciascuno di noi è giunto, il punto di deriva in cui ciascuno riconosce che il proprio percorso non ha senso, è stato TOLTO il senso del nostro percorso. È bene? È Male? Che ne so! Questo è Luther Blissett.
MASSARINI: Quindi in pratica, se così possiamo dire, non vale la pena pensare se lui può fare cose serie o meno serie, perché può fare di tutto, perché per certi versi Luther Blissett potrebbe anche essere il motore di iniziative come per esempio proteste, potrebbe essere il Greenpeace dell'informazione, ma in realtà potrebbe anche non esserlo.
BIFO: Luther Blissett è il nostro contributo all'estinzione della civiltà.
MASSARINI: [ridacchia] Ah, beh!
BIFO: È il nostro contributo al'estinzione della *verità*.
MASSARINI: [guarda in camera] Sappiatelo!
BIFO: D'altra parte, che vuol dire verità quando noi sappiamo giorno per giorno, istante per istante, che questa è una società basata sulla menzogna? La menzogna dell'identità, del lavoro, della comunicazione, della famiglia, la menzogna di tutto ciò che noi presentiamo come necessario e sappiamo benissimo essere impossibile.
MASSARINI: E tutto questo perché è nato in rete? In rete trova un terreno più fertile, una facilità di comunicazione rispetto ai mezzi di informazione tradizionali?
BIFO: Diciamo che la Rete è il luogo in cui la perdita del senso è più evidente e più chiara, quando comunico attraverso uno schermo, attraverso un nome che non può essere verificato, là tutto viene allo scoperto, posso tranquillamente mentire, moltiplicare, sottrarre... Tutto questo, la menzogna, nella vita quotidiana la esercitiamo in continuazione, ma in qualche modo e ne vergogniamo, incontriamo delle verifiche, qualcuno ci chiede la cartia d'identità. In rete, se Dio vuole, e forse anche se non vuole, siamo oltre questa necessità, questo blocco.
MASSARINI: Quindi nasce in rete come metafora della Rete ma allo stesso tempo come metafora dell'intera società, è questo che vuoi dire?
BIFO: Esattamente.
MASSARINI: Detto questo, Luther Blissett potrebbe anche essere definito un'idea liberatoria... O no, è una prigione?
BIFO: Luther Blissett è la dichiarazione del fatto che siamo liberati dalla necessità dell'intelligenza, no? Guarda "Macao"!
MASSARINI: No, grazie.
BIFO: La fine dell'intelligenza è all'ordine del giorno, è ostentata e quindi va attraversata. Se per caso ci capitasse di essere intelligenti, bene, Luther Blissett ci dà la possibilità di attraversare il territorio della vita quotidiana senza vergognarci.
MASSARINI: Quindi, dal punto di vista di osservatori esterni, essendo tutto e il contrario di tutto, quindi a volte un'azione positiva di disinformazione ma a volte anche delle gran fesserie, delle occasioni che sono solo dei pretesti, tutto questo viene un po' a cadere come credibilità... In realtà se si mischia il buono col cattivo alla fine si annulla tutto...
BIFO: Ma c'è qualcosa che resta alla fine di tutta questa faccenda...
MASSARINI: E cioè?
BIFO: Il piacere, la sofferenza, la vita autentica, la passeggiata psicogeografica, l'azione senza senso ma dotata di un'autenticità immediata, l'autenticità del piacere, il piacere del rapporto con l'altro, il piacere del rapporto col proprio corpo e del vivere questo tempo per quanto destituito di senso, per quanto tempo di menzogna però tempo godibile. Luther Blissett non è solo una dichiarazione sulla fine dell'intelligenza, ma anche una dichiarazione del fatto che l'intelligenza può riprendere dovunque a patto che sappiamo uscire da ciò che il capitalismo e i media costituiscono come cornice del nostro esistere e sappiamo ricominciare ad esistere fuori da tutto ciò che siamo obbligati a subire.
MASSARINI: Di per sé l'atteggiamento del gruppo di Luther Blissett è un atteggiamento un po' nihilista, un po' distruttivo, da Anticristo dell'informazione...
BIFO: [lucetta maligna negli occhi] "Anticristo dell'informazione" è un' espressione fantastica, anzi, a tutti i Luther Blissett in ascolto, a diciotto milioni di ascoltatori (la media degli ascoltatori di Mediamente)...
MASSARINI: ...sempre nell'ambito del Lutherblissettismo...
BIFO: ...io suggerirei di ripartire da qui: Anticristo dell'informazione vuole anche dire il salvatore della vita autentica, il punto di partenza per la ricostruzione non dell'identità, badate bene, ma del piacere che resta possibile.
MASSARINI: Cosa rimane di positivo in tutto questo, da cosa si ricostruisce, dall'identità personale?
BIFO: Dalla carne. Dal piacere, dall'immediatezza, dalla collettività intesa come qualcosa che non si dice ma si vive, dal piacere della relazione con l'altro, che non ha nulla a che vedere con la mediazione comunicativa, con la menzogna dell'informazione, della televisione, della famiglia...
MASSARINI: Insomma, alla fine Luther Blissett è un paradigma, è quello che ci serve per recuperare noi stessi.
BIFO: Accidenti, Massarini, sei perfettamente in linea!
MASSARINI: Dottor Bifo, oggi La seguo, non so perché ma riesco a seguirLa! Scusami, tu sai quanti gol ha fatto Luther Blissett nel Milan?
BIFO: Decine di migliaia, dal momento che ciascuno di noi fin da ragazzino era Luther Blissett, ogni qualvolta tirava verso la porta.