Il Vangelo secondo Giuda
"Nel mondo era, e il mondo fu fatto per lui, e il mondo non lo conobbe"
Giovanni I,10
"Baci a tutti quanti"
Giuda I, 1
II.
Niente è vero, tutto è possibile... Questa è un'ovvietà.
Gerusalemme, anno zero. Fare il messia è l'ultimo trend. Spuntano
messia come funghi. Santoni, stregoni, invasati, pazzi, ciarlatani, e chi
più ne ha...
Annuso subito l'affare del momento: costruire la popstar che sbaragli la
concorrenza e faccia il pienone. Il messia di tutti i messia.
Il pubblico si beve di tutto, ma predilige: scontri sanguinari, visioni
apocalittiche, miracoli, apparizioni, last but not least la liberazione
da Roma ladrona.
Bisogna inventarsi un nuovo genere, qualcosa che confermi il pubblico nelle
sue aspettative ma al tempo stesso si offra in una veste nuova.
Così vado in giro per un po' e trovo un falegname freakettone nel
deserto, che predica pace e amore ai sassi e alle lucertole: fotogenico,
capello lungo e unto. Solo che ha un gran nome di merda, molto poco orecchiabile:
Gesù di Nazareth. Ci vuole qualcosa di più pop, di americano.
Gli guardo il capello e dico: - D'ora in poi sarai Jesus Christ, Gesù
l'Unto. Sì, questo è il groove che stavo cercando.
Gli propongo di venire a predicare in giro con me, vitto e alloggio a mie
spese. E gli spiego la tattica. Bisogna battere la concorrenza giocando
al rialzo.
- Gli altri aspiranti messia vogliono salvare il popolo di Israele? Tu salverai
l'umanità.
- Loro vogliono liberare Israele dai Romani? Tu apri le porte del Regno
dei Cieli.
- Loro sono il messia delle Scritture? Tu sei Dio fatto uomo.
Ho il frontman, devo trovare la band. Tre anni di tournee per la Palestina,
durante i quali recluto 11 bifolchi creduloni che adorano il mio nuovo messia.
Il Jesus Christ Superstar Tour si conclude con un ingresso trionfale a Gerusalemme
tra migliaia di fans. La mia pop star è all'acme della fama: i preti
e gli sbirri lo odiano a morte, dicono che corrompe la gioventù,
che la rammollisce, che spinge i giovani a inculare i cani. Il suo pubblico
lo venera.
E proprio mentre lo vedo entrare in città tra due ali di folla in
visibilio ho la grande pensata.
Se adesso muore sul palco di fronte a tutto il suo pubblico, adesso che
ancora è bello, giovane, amabile diventa immortale. Un martire rivoluzionario
che si immola per amore dell'umanità.
Così faccio la soffiata a Caifa e Pilato, che se lo vengono a prendere.
Mentre lo bacio, penso che adesso sì è veramente Dio. La più
grande icona pop della storia.
Le cose poi vengono da sole.
Pietro, il più credulone di tutta la banda, tira fuori la storia
che Gesù gli ha detto di fondare una chiesa. E lo fa. Qualcuno comincia
come al solito a dire che in realtà non è morto, che lo ha
incontrato nel deserto. Alla fine si accordano sulla versione che se lo
sono portato in cielo e che prima o poi ritornerà per risolvere tutti
i loro problemi.
Stanno già offrendo l'icona al potere: i preti e gli sbirri che hanno
creato il martire se ne riappropriano per leggittimarsi con un vestito nuovo:
una stola.
A quel punto mi disinteresso alquanto a tutta la faccenda. Non mi resta
altro da fare che uscire di scena e vivere di rendita fino al ritorno dell'Unto,
cioè, dato che quello era morto stecchito, per sempre.
III.
Avevo appena deciso duemila anni di storia. Avevo messo il copyright
all'immaginario occidentale. Il Complotto Gnostico che ha retto la Storia.
Sì: il grande complotto della Provvidenza.
Vedete: ogni complotto prima ancora di avere un fine, ha una ragione d'essere
interna, è un gioco fine a se stesso, un gioco ad incastri infinitamente
rimanipolabili. Un gioco di cui ci si può anche stufare.
Sono due millenni che quelli là si trastullano con l'icona che gli
ho generosamente offerto. Le loro insulse speranze di redenzione si sono
trasformate in un unico, ininterrotto piagnisteo. I discendenti di Pietro
organizzano la messa in scena della fede con tanto di crociati delle ACLl,
stuoli di suore birmane formato goblin e corte dei miracoli al seguito.
Non è roba per me... Non ho più lo stomaco.
È da un pezzo che invece mi frullano in testa altri progetti, sono un
tipo attivo, non ce la faccio a rimanere in un angolo, c'è troppo
da fare, infinite possibilità. Sì perché in questo
mestiere bisogna tenere presente che alla fine di un millennio, alla fine
di un'era, proprio come all'inizio, è il Far West, è il momento
in cui l'immaginario si rimescola e si creano nuove icone, nuovi miti con
cui giocare, e soprattutto nuovi Complotti Cosmici.
Bisogna cambiare di nuovo, captare il trend nell'aria. Bisogna rovistare
nei vicoli, nei locali fumosi, nella corrispondenza dei giornali.
Cazzo siamo alla fine del secondo millennio, che è come dire alla
fine del mondo, sì perché questo aveva detto il
vecchio Malachia. Il vecchio frate Malachia,
che dal buio della sua cella lassù in Irlanda, nel 1148 vergò
una lista di centododici papi, che sarebbe terminata nell'anno 2000 ed esaurita
la quale ci aspettava l'Apocalisse. E sapete il bello?
Il polacco è il centoundicesimo della lista.
Ne manca soltanto uno.
Se il polacco muore prima del 2000 il 99% della profezia di Malachia si
sarà avverato.
È stato proprio Malachia a suggerirmi l'idea giusta. È già tutto
lì. Dice che l'ultimo papa si chiamerà Pietro II, l'unico
papa che oserà prendere il nome del primo. L'ultimo come il primo:
il cerchio si chiude, va in scena l'Apocalisse. Sì, l'ultimo papa
l'Ultima Grande Icona dell'Occidente.
Basta partire da questo e lavorare un po' sui concetti. Ci vuole una
definizione nuova, diciamo... meno autoritaria. "Ipocalisse",
rivelazione dal basso. Sì perché questa volta non lavorerò
su un solo messia, di unico ci sarà soltanto il nome, la griffe,
la maschera.
Diciamo che questa volta il messia saranno potenzialmente tutti quanti.
Sto pensando a un'icona multipla, che attraversi tutte le mode, gli ambienti,
le scene e che si offra fin dall'inizio come immagine rimanipolabile, fattibile
da chiunque. Niente più guru del cazzo, solo un'icona aperta di cui
i preti e gli sbirri non possano impossessarsi, o almeno non più
di quanto possa fare l'ultimo studentello sfigato con un telefono o un modem.
Negli ultimi tempi sto lavorando su un personaggio affascinante, molto trendy,
che in questo senso promette molto bene. Ma soprattutto ha un nome musicale
che si pubblicizza da sé LUTHER BLISSETT.
Questo testo è stato declamato come sermone sabato 27 settembre
1997, alle ore 16.30, nel parco di Villa Spada, sulle colline di Bologna,
in onore di 400.000 pellegrini accorsi da varie parti del mondo in occasione
del Congresso Eucaristico Nazionale, ed è stato il preambolo all'Attacco
Psichico contro Karol Wojtyla - in arte Giovanni Paolo II - che da quel
preciso momento ha i giorni contati.
Negli stessi giorni del Congresso, sui tazebao delle chiese bolognesi
e sui muri antistanti le basiliche più famose compariva un misterioso
manifestino, firmato da una sedicente Congregazione per la Difesa della
Morale Cristiana e su cui campeggiava la scritta "Il papa presenta
le canzonette". Il testo del volantino, oltre a proclamare lo sdegno
per la squallida spettacolarizzazione dei Sacramenti, denunciava la partecipazione
al Congresso Eucaristico di Bob Dylan, un "comunista casanova giudeo
[], un guitto che nel Sessantotto cantava contro la morale cristiana senza
spendere una parola sulle infamie dei regimi comunisti e che con il suo
comportamento dissoluto ha spinto migliaia di giovani verso l'incubo della
droga", e che oggi si ricicla per risollevare una carriera finita.
Il testo non era altro che il collage tra un'intervista all'ultraintegralista
arcivescovo di Bologna Giacomo Biffi e un articolo di Vittorio Messori apparso
su Famiglia Cristiana, che esprimevano una critica durissima all'happening
musical-religioso.
Sempre tra la paccottiglia pubblicitario-depliantistica delle chiese
era reperibile un flyer verde, riproducente il logo del CEN e il seguente
testo: "Il presente buono, esibito unitamente alla CEN card, da diritto
a un rinfresco (una bibita più a scelta brioche - toast - tramezzino)
al prezzo di £. 1500, presso i seguenti esercizi"; compariva
quindi la lista di alcuni tra i bar più noti del centro di Bologna.
Ancora: durante l'oceanica adunata finale del Congresso, era possibile
notare tra la folla un sacerdote che assumeva strane pose e intavolava discussioni
sulla pedofilia - prendendone accoratamente le difese - con gruppi di giovanissimi
boy-scout.
Qualcuno insomma, durante la colossale messa in scena della fede cattolica,
ha cercato di infiltrare subliminali elementi di provocazione, si è
divertito a creare piccoli cortocircuiti nella grande macchina spettacolare
della Chiesa.
Questo qualcuno non è altri che Luther Blissett (e chi se no?),
che cambiando maschera, abito, tono della voce, corporatura, e serpeggiando
qua e là, nei giorni consacrati a Wojtyla, ha suggerito un'interessante
metodologia per giocare alla guerra santa (intesa come guerra alla religione).
Sembra che Blissett abbia abbandonato ai sonnolenti gruppuscoli anarcoidi
ogni brandello d'anticlericalismo otto-novecentesco, e si sia indirizzato
verso una nuova strategia, più consona al dandy figlio di puttana
che è.
In questo senso Il Vangelo secondo Giuda è una metafora dell'antica
guerra ai preti proseguita con altri mezzi. È l'esempio di come si possa
prendere la Scrittura per quello che è sempre stata: una raccolta
di miti fondativi, poi fossilizzati, canonizzati e gelosamente custoditi
dalla Chiesa per un paio di millenni, ma pur sempre miti, con i quali è
possibile giocare. Gli eroi e gli anti-eroi eponimi sono figure che possono
essere ribaltate: Gesù, Giuda, Pietro, ecc diventano i protagonisti
della stessa storia, dello stesso mito, raccontato in modo completamente
stravolto. Perché dunque non Blissett al posto del Pietro II della
profezia di Malachia? Perché non un'incontrollabile ipocalisse, invece
dell'autoritaria apocalisse?
Fin dalla nascita Blissett manipola categorie escatologiche e il suo
approccio alle stesse è caratterizzato dalla totale spregiudicatezza.
Ma sembra non trattarsi di una semplice e gratuita volontà di sberleffo,
con tanto di ridicoli anti-battesimi a base di Sangiovese, o sollevamento
della gonna alle suore. C'è dell'altro, niente che possa ancora legittimare
l'aquiescenza alla Chiesa offrendo il contraltare (letteralmente) del ridicolo.
Luther non fa il verso ai sacerdoti e se si traveste da prete, lo fa per
essere nel posto giusto al momento giusto e colpire meglio che può
(esattamente come il protagonista di Confessionale, romanzaccio spy di Jack
Higgins, pubblicato in Italia dalla Sperling & Kupfer, ma palpare il
culo ai ragazzini è meglio che sparare al papa i rischi per altro
sono esattamente gli stessi).
Scherzi a parte (si fa per dire, naturalmente), la strategia d'infiltrazione
dell'immaginario cristiano e di sottrazione alla gerarchia pretesca dell'unica
Verità Rivelata non è per niente nuova. Per secoli i cosiddetti
eretici hanno fatto lo stesso, pagando a volte con la vita questa geniale
leggerezza, altre volte sottraendosi alle fiamme del rogo con l'abiura,
ovvero con uno sberleffo ancora maggiore al concetto di Verità. Come
dire che tra uccidere o morire per la Verità c'è una terza
via: vivere. Non è un caso infatti che questi precursori di Blissett
venissero giuridicamente equiparati ai "falsari".
E giusto a proposito di eretici, uno dei comunicati stampa pervenuti
ai quotidiani bolognesi nei giorni del Congresso Eucaristico Nazionale annunciava
la convocazione di un contro-congresso anabattista e riportava alcuni brani
estratti dalla relazione introduttiva di Luther Blissett - relazione per
altro del tutto inesistente - che possono servire a suggellare questo capitolo
dell'impresa blissettiana.
Estratto dalla relazione introduttiva di Luther Blissett, Bologna, sabato 27 settembre, ore 15.30
Villa Spada - via di Casaglia 1
CONGRESSO INTERNAZIONALE ANABATTISTA
"Il Verbo si è fatto carne"
La Chiesa Apostolica Romana affronta le prove generali per il giro di boa del Terzo Millennio.
Duemila anni di cristianesimo, di attesa escatologica, di speranza millenarista, si proiettano sullo scoccare del grande 2M. L'immaginario occidentale chiama a raccolta le schiere di eretici che in questi secoli hanno cercato di strappare alla Chiesa, ai potenti, alle autorità in genere, il monopolio del senso e della gestione della vita, dell'interpretazione del cristianesimo. Gnostici, Fratelli del Libero Spirito, Catari, gioachimiti, spirituali, dolciniani, alchimisti, panteisti, anabattisti, ecc. Una fila di roghi che potrebbe giungere fino ad oggi - basti pensare al bando della teologia della liberazione - e che scivola tra le pieghe della storia cristiana d'Europa per riemergere in questi tempi novissimi, gli ultimi. []
Il grande progetto di Giovanni Paolo II: la V Internazionale, l'Internazionale Monoteista, prende piede con la pretesa di riorganizzare un'idealità in grado di sfidare il mondo contemporaneo. Anti-capitalismo, come sinonimo di anti-ateismo, come sinonimo di anti-illuminismo, come sinonimo di anti-laicismo, come chiusura della parentesi della modernità e ritorno al tempo perduto.
L'Internazionale Monoteista che nasconde il messaggio apocalittico neotestamentario per cercare di confermare la propria gestione esclusiva della figura e del messaggio di Cristo. La Chiesa regna con Cristo sulla terra nei secoli dei secoli.
La Grande Controffensiva al moderno parte ufficialmente da qui. È una svolta epocale []
È possibile però che qualcosa vada storto. È possibile che qualcuno di quegli avversari d'un tempo si metta nuovamente a flirtare con la Fine, giocando sull'immaginario apocalittico che avanza già da solo, anche senza bisogno della Scrittura, incalzato dall'ecocataclisma incombente, dal pauperismo dilagante, dall'odio interetnico, eccetera eccetera. [] L'Apocalisse, come Ipocalisse dunque, Rivelazione dal basso, abbandono della paura della fine in nome dello Spirito Libero, di una gioiosa resurrezione non più gestita dalla gerarchia e in grado di sfidare il mondo radicalmente, come esplosione della vita, reazione dei corpi alla presa mortifera del lavoro, del potere, della miseria beatificata.
Strategicamente non si tratta tanto di abbarbicarsi in difesa di Galileo, Voltaire, Robespierre, Saint-Just se la Chiesa li ha già fatti salire sulla carrozza della "Pessima Modernità" come padri putativi del capitalismo, del consumismo e del cosidetto relativismo morale. Non si può accettare uno scontro dialettico poiché è proprio a questo che vorrebbero costringerci: è sempre sul piano dello scontro teologico che sono riusciti a mettere all'angolo gli avversari.
Occorre invece imparare a fare surf sull'Ultima Onda; a sporcarsi le mani con i miti millenaristi; a infiltrare la Chiesa; a stare con Leonard Zelig sul balcone a fianco del papa, per trasformare le adunate di fedeli in rave-parties apocalittici; a mettere le mani sugli archivi dell'Opus Dei; a sfruttare le parentele per ottenere accesso all'Archivio Segreto Vaticano e scovare certi fantastici documenti [] Come già nel Medioevo, i Fratelli dello Spirito Libero praticheranno una convivenza belligerante e seduttiva, quella più temuta da ogni sacerdote che si rispetti, insinuando ancora il sentimento della gratuità dei desideri e della vacuità d'ogni peccato, prendendo per il clitoride la cristianità.
Niente di meglio dell'appuntamento giubilare del 2000 per mettersi alla prova.