Sulla scia del nostro comunicato-stampa
("Un PM sconfitto all'assalto di Internet e del Luther Blissett
Project"), le pagine bolognesi de La Repubblica hanno "coperto"
l'evento per due giorni di fila. Lunedì 23/3 con una notiziola,
martedì 24 con un articolo vero e proprio in cui gli avvocati
di Lucia Musti, da noi stanati, hanno precisato - nel caso non
si fosse capito - che il loro principale obiettivo è censurare
la rete. Si è poi verificato il caso da manuale di giornalismo
dell'"uomo che morde il cane": Marco Dimitri ha spedito
un lirico (alcuni direbbero "folle") comunicato
di solidarietà ad autori ed editori di "Lasciate che
i bimbi"!
Infine, Blissett ha risposto ai legali di Musti. A seguire, i
due pezzi di Repubblica. Successivamente i due comunicati.
MUSTI CITA BLISSETT: CAUSA SATANICA
Il PM Lucia Musti ha querelato l'editore Castelvecchi e gli Internet providers di Cybercore a Bologna e Roma con una richiesta di risarcimento danni di 450 milioni per la pubblicazione e la diffusione del libro di Luther Blissett "Lasciate che i bimbi. Pedofilia, un pretesto per la caccia alle streghe", sul processo ai Bambini di Satana. Musti, assistita dai legali Guido Magnisi e Nicola Alessandri, ritiene di essere stata diffamata dalle affermazioni di Blissett. L'udienza si terrà il 5 maggio. Luther Blissett annuncia una protesta su Internet con l'apertura di migliaia di siti col testo del libro e copia dell'atto di querela e sta organizzando un'assemblea cittadina per discutere pubblicamente del caso.
"NON È BLISSETT NEL MIRINO MA EDITORE E PROVIDER"
Satanisti, i legali della pm Musti spiegano la causa contro il libro
di Carlo Gulotta
"Sia chiaro che la nostra cliente non ha nessuna intenzione
di perseguire Luther Blissett: il procedimento civile che s'aprirà
il 5 maggio nasce solo dall'esigenza di porre rimedio ai danni
prodotti alla sua immagine da parte di chi s'è spinto un po'
troppo oltre il semplice diritto di opinione". Si rassicurino
quanti si celano sotto il nome di Blissett: i legali del magistrato
Lucia Musti - Guido Magnisi e Nicola Alessandri, che hanno presentato
una citazione contro l'editore Castelvecchi e gli Internet Providers
di Cybercore con una richiesta di risarcimento danni per 450 milioni
per la pubblicazione e la diffusione del libro dei Blissett "Lasciate
che i bimbi. Pedofilia: un pretesto per la caccia alle streghe",
sul processo ai Bambini di Satana - non hanno mai avuto intenzione
di procedere contro di loro. Per l'ex Pm al processo contro la
BdS (chiuso con le assoluzioni di tutti gli imputati in primo
grado) vuol'essere solo un'affermazione di principi. "Nessun
attacco alla libertà d'opinione - dicono gli avvocati - che deve
comunque essere tutelata. Ma in questo caso ci sono gravissime,
inaccettabili e lesive accuse al magistrato inquirente.
È un procedimento civile, ci vorranno anni per arrivare ad una
sentenza".
Gli avvocati chiedono pure la distruzione delle copie del libro
dei Blissett in circolazione e la cancellazione dalla madre di
tutte le reti dei passi del libro che hanno leso l'immagine di
Musti. La richiesta di procedere riguarda anche l'editore del
libro, caso frequentissimo nel nostro paese. Ma è solo per la
seconda volta che si cerca di portare a processo i Provider di
Internet, e per giunta per un libro scritto da un "Signor
Nessuno", visto che sotto lo pseudonimo dei Blissett non
si sa assolutamente chi si nasconde. "Per quanto ne sappiamo
- dicono gli avvocati di Lucia Musti - ci sarebbe una sola situazione
simile, quando l'anno passato il presidente del tribunale di Teramo
ordino' ad un Provider di cancellare da un sito alcuni passi lesivi
per una società". Ma c'è un altro problemino: "Lasciate
che i bimbi" è stato pubblicato con la dichiarazione "No
Copyright", e quindi in teoria chiunque può riprodurlo e
ripubblicarlo, e con qualsiasi mezzo. Così, poco tempo dopo,
il testo in dimensione "virtuale" ha registrato qualcosa
come 100mila contatti nel '97, con un'"amplificazione planetaria"
delle affermazioni diffamatorie contro il magistrato.
Loro, i Luther, sono pronti a rispondere: propongono di inondare
Internet di migliaia di siti con la copia del libro e della citazione
e stanno organizzando un'assemblea cittadina per discutere del
caso. E il leader dei Bambini di Satana, Marco Dimitri, non resta
indietro: esprime solidarietà a Blissett
e dice d'appellarsi "alla Legge che anima il mio corpo: Satana,
la bellezza, la nobiltà".
COMUNICATO DEL LUTHER BLISSETT PROJECT
MUSTI È CAUSA DEL SUO MAL, PIANGA SE STESSA
E CAMBI MESTIERE
Su Internet:
le "precisazioni" dei legali di Lucia Musti a La Repubblica-Bologna (martedì 24/3/98, pag.III) sono come un'alluvione di benzina sulla prateria in fiamme. Nel caso non si fosse capito, gli avvocati Magnisi e Alessandri ci fanno sapere che nel mirino c'è Internet, la sua orizzontalità, la transnazionalità che la rende difficilmente censurabile, il suo garantire la libertà d'espressione a chi non trova spazio nei vecchi media, suo saper invalidare il copyright e impedire la privatizzazione della comunicazione sociale.
La rete è un organismo che sa difendersi, i suoi sistemi immunitari sono le battaglie d'opinione sostenute da chi la fa vivere, la prontezza di riflessi che fa scattare l'azione dal basso, l'istintiva solidarietà che non lascia impuniti gli abusi.
È per questo che il prestigioso Hypermedia Research Centre dell'Università di Westminster, tramite il suo direttore Richard Barbrook, ci scrive: "Usate pure il nostro nome in calce a qualunque petizione o protesta contro quest'assurdo tentativo di censura in rete".
È per questo che webmasters di ogni parte del mondo stanno clonando l'edizione telematica di 'Lasciate che i bimbi' - per impedire che la sete di vendetta di un PM sconfitto (e smascherato) porti a stabilire un grave precedente. È come salire tutti sui banchi nel finale de 'L'attimo fuggente'. È come alzarsi tutti in piedi e gridare "Io sono Spartaco!".
Man mano che spunteranno i mirror sites, diffonderemo la lista, intanto prosegue la nostra battaglia d'opinione in difesa del libro e dei querelati, con una mobilitazione che a Bologna coinvolgerà cittadini della rete, realtà artistiche e culturali, locali e spazi alternativi.
Sul presunto abuso del diritto d'opinione:
era doveroso additare l'istruzione del processo ai Bambini di Satana come una montatura, perché di montatura si è trattata: non c'erano elementi sufficienti a tenere in prigione gli imputati, non c'era una sola prova, soltanto le deliranti e contraddittorie dichiarazioni di un'adolescente mitomane. Era doveroso per chi, come gli autori e gli editori di 'Lasciate che i bimbi', ritiene quel processo uno scandalo e scandalosa la condotta di Lucia Musti. E del resto, c'è una sentenza che manda assolti gli imputati per non aver commesso il fatto, dopo mesi di carcere preventivo.
L'onore e la figura di Lucia Musti escono malconci dalla vicenda dei Bambini di Satana, prima che dalle pagine di 'Lasciate che i bimbi', e l'ultima cosa che la dott. Musti poteva pretendere è che dopo aver condotto il processo sull'onda delle campagne di stampa, dopo aver sollevato tanto polverone accusando tre innocenti, era di vedere stendere un velo di pietoso silenzio su tutta la vicenda, onde la sua brillante carriera di viceprocuratore non ne venisse lesa. Sarebbe stato troppo comodo. Se dunque Lucia Musti non è costretta a pagare personalmente per i propri sbagli - nemmeno quando questi influiscono drammaticamente sulla vita degli imputati - tuttavia ella non può pretendere di sottrarsi ai J'accuse, anche perché è stata ella stessa a darsi tanto da fare per attirare sul proprio operato l'attenzione della fanfara mediatica.
Restano poche parole: chi è causa del suo mal pianga se stesso e soprattutto cambi mestiere.
Luther Blissett Project,
Bologna, 24 marzo 1998