L'uomo che morde il cane

Il testo che segue è il comunicato di Marco Dimitri ai giornali bolognesi, spedito il 23 marzo 1998.
Alcuni riferimenti vanno ricontestualizzati: in un'intervista al Resto del Carlino del 10 giugno 1996, Lucia Musti rilasciò tale lucida dichiarazione: "quest'inchiesta è per certi versi più difficile di quella sui fratelli Savi, più delicata di quella contro la 'Quinta mafia'. Là c'erano dei delinquenti, degli assassini... ma qui stiamo scoprendo cose altrettanto orrende [...] la criminalità dei satanisti non è troppo differente da quella mafiosa".

 


Probabilmente questo comunicato non verrà diffuso, non tutti si possono permettere di diffondere l'opinione di uno psicopatico, pedofilo, stupratore, assassino, mafioso, peggio di un terrorista libico e quant'altro mi si vuole ancora appioppare. Per cui questo telefax è solamente un atto dovuto. In nome della libertà di espressione e di parola mi sento di proclamare pubblicamente la mia solidarietà a Luther Blissett e l'editore Castelvecchi. Il danno subito da Lucia Musti è senza prezzo, così come senza prezzo è la verità. Non penso che la verità possa essere quantificata in denaro perché è un'essenza, l'unica essenza che riesce ad attraversare il tempo, non dimentichiamo che solo ciò che è vero si può nutrire di se stesso, solo ciò che è vero ha la facoltà di essere inafferrabile, di valicare tutti i confini e di procedere oltre. Per cui non vi è prezzo alla verità, solo la menzogna gonfia le tasche. Ho forse chiesto soldi io alla Musti? Le ho chiesto un risarcimento per il mio dolore ed il dolore dei miei amici? Mi sembra di no... nemmeno mi sono reso irreperibile, non mi sono dileguato, sono qua che continuo a lottare, sono qua pronto a farmi mettere ennesimamente le manette, sono qua vulnerabile con precari mezzi di sostegno, pronto ad essere accusato per nuovi reati, il codice penale è pieno di articoli, chissà quale sarà il prossimo: droga? Strage? Violazione del codice di guerra? Porto abusivo di candele e cappucci? Solo il tempo potrà dare un volto a questi quesiti. Io sono così, finché vi è un qualcosa di nobile per cui lottare ci sarò a costo di essere abbattuto da chi blasfemamente si proclama "legge" e si permette di distruggere vite umane... Sì, perché la mia vita è distrutta, non ho un futuro. Io ai vostri giudicanti occhi sarò un delinquente, anche se non ho ammazzato a sangue freddo i carabinieri, anche se non ho ucciso un benzinaio per duecentomila lire, anche se non ho ammazzato un ragazzino con un colpo di pistola gettandolo poi in un fosso solo perché mi ha guardato negli occhi, anche se non ho ucciso il mio carissimo amico Carlo Beccari, amico d'infanzia e collega nel lavoro. Sì, sono un fuorilegge... Cara Lucia Musti, l'unica legge che io conosco è quella che proviene dall'Antico, è quella che anima le mie passioni ogni giorno, è quella che scorre nelle arterie dell'universo e non si ferma... quella che tu chiami "caso" o "fatalità". Colpisci me, come sai benissimo fare, in nome del popolo italiano ovvimanete, un popolo italiano che sta piangendo la perdita dei propri cari e si ritrova la "biondina della uno bianca" che mostra le sue orribili forme sui manifesti in barba a tutti. Sono qua che ti aspetto, non sono scappato. Questa volta mi appello alla Legge che anima il mio corpo, la Legge che si può proclamare soltanto in onore di ciò che è VERO, la Legge che vive e palpita nelle cose di questo mondo ed è creduta detronata dagli illusi: Satana, la bellezza, la nobiltà, l'arte, la libertà di vivere coinvolti nelle umane passioni senza essere raggirati e genuflessi da chi il potere crede di goderselo e continua a fare schifo!

 

Pagherò la mia sincerità ma almeno l'ho espressa.

 

Marco Dimitri