IL NETWORK DEGLI EVENTI

La visione della rete

 

"Discepolo di San Bernardo da Chiaravalle, Malachia era un monaco cistercense irlandese, che fu arcivescovo di Armagh e morì nel 1148. Nel suo libro Dei sommi pontefici compilò, a partire dal suo tempo, una lista in ordine cronologico di centododici papi, attribuendo a ciascuno un motto latino che in qualche modo doveva individuarlo: indicandone le origini o le vicende, i segni che dovevano accompagnare ciascun pontificato.

Questa singolare profezia, o supposta tale, non meriterebbe più tanto la nostra attenzione se non fosse che, a conti fatti, prevede che intorno all'anno 2000, ormai alle porte, il pontificato romano [e con esso il mondo intero] giungerà alla sua fine, quando un papa oserà prendere il nome di Pietro, mai prima assunto da nessun altro per umiltà e rispetto verso il principe degli apostoli che Cristo scelse e che fu il primo papa. Una certa inquietudine mi pare giustificata. Tanto più che gli ultimi pontefici si sono più o meno direttamente riconosciuti nel motto attribuito loro da Malachia." (Sergio Quinzio, Mysterium Iniquitatis, Adelphi, 1995).

Era un pomeriggio di primavera quando per la prima volta parlai a Luther della costruzione del Network degli Eventi. Dalla finestra entrava un sole splendido ed eravamo agli albori di quello che di lì a poco sarebbe diventato il più grande progetto di nome collettivo degli ultimi decenni. In quel periodo cominciavano ad apparire qua e là nelle reti telematiche documenti firmati col mio nome attuale: Luther Blissett. C'era nell'aria quel senso strano di possibilità, che non ci ha più abbandonato

Quel giorno non ci fu bisogno di spendere molte parole per spiegare la necessità di cominciare a costituire una rete planetaria di contatti "attivi", di singoli o di gruppi che si interfacciassero nello spazio della comunicazione - a qualsiasi livello (fisico, telematico, radiofonico, postale, ecc.) - e cominciassero a produrre eventi, reali o immaginari, a praticarli, pubblicizzarli, deformarli, con ogni mezzo necessario. Azioni di sabotaggio culturale, truffe mediatiche, sommovimenti, plagi, rave-parties, contestazioni, happening teatrali, ecc. Doveva essere il primo passo verso la messa in circolazione di idee, persone, leggende e di tutti gli elementi di rottura del continuum della storia ufficiale. Era la profezia dell'eretico Blissett dal buio della sua cella mentre già il braccio secolare approntava il rogo, ignaro che egli sarebbe risorto in mille altri Blissett: la visione di un grande network intercontinentale, come poteva esserlo quello di cui disponeva il monaco Malachia che scriveva nella gelida Irlanda, certo che sarebbe stato letto a Roma come a Tubinga. Nel medioevo i pellegrini e i monaci viaggiavano e veicolavano cultura lungo le maglie della rete sconfinata delle abbazie, delle cattedrali, dei santuari e dei monasteri. È superfluo che spieghi quali vantaggi in questo senso ci offre rispetto a quei secoli la nostra epoca Resta il fatto che è l'esigenza pratica più impellente di questa fine millennio, quella di creare eventi in grado di aprire varchi nelle nostre vite, di inscenare una grande performance sul palcoscenico del mondo che possa rendere la nostra esistenza più interessante e cominci a cambiare la percezione della realtà, quindi la realtà stessa. È il network il mezzo migliore per farlo. Certo, occorrerà agire con coordinazione, senza centri di potere, comitati politici, o maggioranze, ma semplicemente proponendo ai vari nodi della rete azioni specifiche alle quali si possa aderire gratuitamente e liberamente. Quindi si tratterà di pianificare il da farsi con chi si dichiari disponibile. Questo è il più grande vantaggio del network, i singoli anelli saranno sempre indipendenti l'uno dall'altro e allo stesso tempo potranno mantenersi in costante collegamento tra loro e interagire in ogni momento. Il Progetto Luther Blissett ha già fornito esempi efficaci di come possa funzionare l'azione reticolare, anzi, Blissett è forse il modulo, infinitamente rimanipolabile, di un assalto alla cultura e all'immaginario collettivo in chiave molecolare, in cui la responsabilità individuale non esiste e in cui potenzialmente tutti partecipano a muovere il golem, apportando il proprio contributo alla fama di Luther Blissett.

In quel pomeriggio primaverile pensammo anche che il progetto avrebbe dovuto compiersi in cinque anni. La scadenza era il 31 dicembre1999, la vigilia dell'apocalisse profetizzata da Malachia. Luther Blissett si è sbattuto per estendere i propri contatti ovunque e oggi, dopo un anno, vanta molti se stesso in vari paesi del nord del mondo. La rete, per quanto ancora modesta, è tesa. Ora si tratta di provarne la solidità. Ecco perché questo, che forse nelle intenzioni di Luther avrebbe dovuto essere un manifesto, suonerà invece come una chiamata. Ma non tanto divina, quanto piuttosto simile a quella di Petar Popara detto il Nero: "È ora di uscire dal sotterraneo e mettere fine alla guerra", cioè cominciare a fare sul serio. Dopo tanto comunicare, è venuto il momento di concretizzare il Network degli Eventi..

 

Luther Blissett, Munster, - 4 all'Apocalisse

 

(testo trovato in un "cestino" di floppy disk)