Per la prima volta "Il Giornale" dell'ora baby-pensionato Vittorio Feltri si è occupato di Luther Blissett. Lo ha fatto lunedì 5 maggio 1997, in una pagina culturale interamente dedicata a "I terroristi di Internet" (groan... Proprio nei giorni in cui il Corsera stabilisce assurdi collegamenti tra la lista aut-op-sy e la bomba del 25 aprile a Milano). Oltre all'articolo (lungo) su LB, ce n'è uno su etoy, uno sul PGP e un'intervista a un hacker. Riporto il pezzo su Blissett, introdotto dal seguente "catenaccio":
DALLE RETI MANCATE ALLA RETE
In Italia sono più di 400, si chiamano Luther Blissett come l'ex-calciatore del Milan rispedito in Gran Bretagna e hanno un piano destabilizzante beffare i mass media. Ecco come
di Francesco Specchia
CONEGLIANO (Treviso) - Tra i praticelli brumosi e ben rasati della Gran Bretagna calcistica il virtuoso dalla pelle d'ebano lo consideravano un po' il Michelangelo del gol. Ben 27, in un anno, nel Watford, prima divisione. Un fenomeno. Poi pensò bene di riempirsi i polmoni di nebbia padana: ingaggio record nel Milan in attesa di rilancio. Attesa vana, però. Ai rossoneri - se ci ripensano - sale la secrezione biliare: il Michelangelo si rivelò un macchiaiolo senza tecnica di base con cinque golletti stiracchiati, e un cumulo di pali centrati a porta vuota. Un fenomeno, ripetiamo. Rispedito al mittente in umiliante contrassegno, di Luther Blissett, il bomber venuto dall'impossibile, i tifosi cancellarono ogni traccia. Dieci anni dopo la firma di Blissett sventola come nome di battaglia dei terroristi di Internet: dalle reti alla Rete, il passo è breve. "Luther Blissett" ora è un *multiple name*, lo pseudonimo collettivo dietro al quale si cela un inafferrabile terrorista informatico, chiunque voglia "superare il pensiero dell'omologazione diffondendo il panico informatico col rifiuto del copyright, la libera pirateria dei rappers e la fluidità dei navigatori telematici (in Rete si usano identità fittizie)", dice la giornalista Loredana Lipperini, tra i primi a indagarne la strana filosofia, che s'ispirerebbe ai Situazionisti, all'esperienza del surrealismo, perfino ai Templari e ai Rosacroce. Controcultura allo stato dell'arte, secondo alcuni; *bluff* goliardico secondo altri. Fatto sta che i Luther Blissett solo in Italia sono più di 400 (iniziarono la loro guerriglia da Bologna nel '90, ora sono reperibili in rete, trasmettono da radio private come Radio Città del Capo, Radio Città Futura a Roma o Radio Onde Furlane a Udine, pubblicano una rivista bimestrale [che ha cessato le pubblicazioni da più di un anno, N.d.LB.]) e con un loro preciso disegno destabilizzante - il *Luther Blissett Project* - hanno già beffato, negli ultimi anni, la distratta onnipotenza dei media. "Fanno azioni di terrore mediatico attraverso uno studio accorto delle leggende metropolitane, inviando notizie false ma credibili a giornali e tivù - prosegue la Lipperini -, c'è una vasta casistica in merito". Che prevede, ad esempio, nell'estate del '95 la diffusione della notizia della presenza alla Biennale Arte di Loota, uno scimpanzé scampato alla vivisezione dall'"Animal Liberation Front" che si esibisce nella pittura. Ma i visitatori invece dei quadri trovano soltanto dei volantini con la scritta: "La scimmia sei tu. Firmato: Luther Blissett". Pochi mesi dopo al *Resto del Carlino* arriva la lettera di LB, una studentessa sieropositiva, prostituta per forza, che si vendica bucando i preservativi dei clienti. La cosa rimbalza dalle locandine delle edicole ai tigì. Altra beffa di Blissett.
Nell'inverno del '96, raccogliendo centinaia di messaggi inusualmente escatologici firmati Blissett, il poeta milanese Giuseppe Genna pubblica per Mondadori un'antologia, *Net generation*. Subito dopo Blissett annuncia di avergli rifilato quintali di materiale scadente. In tema di bidoni editoriali, nell'estate dello stesso anno l'editore Castelvecchi (che pure è un cultore della materia, avendo pubblicato, autore proprio Blissett, *Mind Invaders*) da alle stampe *A ruota libera*, un saggio del profeta della Rete e guru del cyberpunk Hakim Bey. Recensioni entusiastiche per un falso del solito Luther. Lo dimostrano almeno due indizi: uno dei capitoli è identico a un discorso di Stalin e uno degli studiosi citati è Lee Mortais, che in romanesco si legge "Li Morté...". La traduzione è scontata, come la grande giocata di Blissett.
Però il colpo di genio risale ai primi del '97. Alla redazione del *Corriere di Viterbo* arriva un video dal Comitato per la salvaguardia della morale, contenente le immagini agghiaccianti di una messa nera con stupro e sacrifici umani. Rimbalzo immediato dal Tg3 a Studio Aperto, fino a TV7, che manda in onda il video integrale: finale con gli incappucciati che ballano la tarantella, mentre la vittima mostra un poster con la foto di Blissett. La foto del "terrorista", intendiamo. Cioé un patchwork di venti immagini diverse che vorrebbero sobillare la psicosi di massa.
Eppure i Luther Blissett che abbiamo conosciuto noi non paiono i monatti al cilicio, gli infettatori globali che dicono d'essere. Certo, quei cinque ragazzi poco più che ventenni [in effetti portiamo più che bene i nostri trent'anni, N.d.LB.] in jeans e pc, nel presentare a Conegliano (incongruamente, in pubblico simposio) tre video pirotecnici proposti alla Rai (per un programma *underground* della stessa Loredana Lipperini e Gianluca Nicoletti) sono stati apocalittici. Hanno annunciato il "Neuronomicom" [sic], il caos cronologico della mezzanotte del 31 dicembre 1999 in cui tutti i computer del pianeta - programmati, male, a leggere dati a sei cifre - regrediranno di un secolo. E si sono ispirati all'inarrivabile nichilismo paranoide di Philip K. Dick; si sono pure spacciati per Arturo Bandini, l'eroe di John Fante. Un ringhio di facciata. No, quei Blissett non erano "l'Anticristo del 2000". Semmai, un Robin Hood dei nostri tempi, che sull'erba di una Sherwood telematica gioca una partitella a calcio con se stesso. In involontaria - e un po' romantica - inferiorità numerica.