ALCUNE TESTIMONIANZE DEL PASSAGGIO DI LUTHER BLISSETT A VENEZIA NEI GIORNI DELL'INAUGURAZIONE DELLA BIENNALE 95 D'ARTE CONTEMPORANEA

di Luther Blissett

 

Da "Il Manifesto" di sabato 10/6/95, pag.26, rubrica "Laguna nera"

ARTE SPAZZATURA, OSSESSIONI MACABREE FRAMMENTI DI TV.

QUESTO È IL BLOB DEI GIARDINI, DOVE SI AGGIRA ANCHE IL PIRATA BLISSETT

 

[...] Avete visitato Venezia in compagnia di Luther Blissett, la tribù collettiva che ha lasciato la propria identità per uno pseudonimo che firma ogni azione pirata e leggenda metropolitana? Se non lo avete ancora fatto, l'appuntamento è per stasera alla Foresteria Valdese, in Calle Longa di Santa Maria Formosa, per ammirare i prodigi della scimmia artista Loota. Il depliant vi è stato ufficialmente distribuito ai Giardini. Conoscerete una simpatica scimpanzé che brandisce i pennelli e dipinge ameni quadri. Vero, falso? Chissà. Vedere per credere.

E insieme dimenticarsi, in compagnia di Loota e Luther, che oggi in laguna, sbarcano anche Lady Diana e il presidente Scalfaro. Qualcuno poi, si è lasciato guidare fino all'alba per le stradine della città. I superstiti degli ultimi party, ubriachi, si sono aggirati lungo direzioni opposte tenendo stretto tra le mani un biglietto di "un posto in prima fila per l'apocalisse", unico segno di riconoscimento degli affiliati a Blissett.

La scorsa notte però la polizia ha rotto le uova nel paniere e ha bloccato le prove dello spettacolo del teatro "situazionautico" davanti alla sede Rai. Titolo, "Due stronzi con una paperella". Reazioni: schedati. La performance sostituiva l'happening del sieropositivo Coleman, "fermato" a Londra durante uno sgombero.

Chi ancora non avesse esaurito la sua curiosità sul tema del corpo e del volto, può andare invece a sbirciare tra gli autoritratti virtuali made Blissett, alla galleria Enpleinair. Si può diventare Jim Morrison oppure Marlene Dietrich (il che è meglio). O anche Luther . Che qualche tempo fa era stato dato per disperso da"Chi l'ha visto?", con tanto di segugi sguinzagliati nella sua immaginaria ricerca. E immaginarie saranno anche le colonne sonore di film inesistenti che il gruppo riunirà in un cd di prossima uscita. Come contattare Luther? In Internet e fra breve alla pagina Web dedicata al calendario di piraterie.

A. DI GE. (Arianna Di Genova)

 


1. LOOTA LA SCIMMIA ARTISTA

 

Nei giorni della Biennale Luther ha distribuito alla feccia reazionaria dei critici d'arte e degli invitati di lusso un dépliant in cartoncino patinato a colori firmato L.B. ("Libertà per le Bestie"), con le immagini di due orrendi ghirigori e il testo che vado a riprodurre. Tale dépliant era stato faxato alla stampa locale e nazionale nelle settimane precedenti.

Nel 1985 l'Animal Liberation Front irruppe nel laboratorio della Pennsylvania University dove il dr. Thomas Gennarelli conduceva da più di 15 anni "esperimenti" sul trauma cranico nei cercopitecidi e in altri primati. Tali torture costavano fino a un milione di dollari l'anno, estorti ai contribuenti dal Ministero della Sanità. L'ALF trafugò gli ormai noti "Nastri Gennarelli" e li fece conoscere al mondo intero. Gli esperimenti vennero poi sospesi visto che i responsabili non erano riusciti a dimostrarne l'utilità. Alcuni scimpanzé, tra cui Loota, vennero comprati dalla Gorilla Foundation del dr. Ronald Cohn. Loota dimostrò di avere un Q.I. 80 (più o meno come Forrest Gump) e venne introdotto alla pittura. A un anno dalla sua morte, la fondazione Hans Ruesch (via Motta 51 - box 152, CH-6900, Massagno, Svizzera) mostra al mondo i quadri di Loota, per far capire quanta intelligenza e sensibilità viene annientata quotidianamente nei mattatoi dei falsari della scienza. Se a Loota fosse stata spaccata la testa come a molti suoi compagni, oggi non potremmo vedere questi piccoli tesori .

All'interno, un certo Andreas Ruesch di Lugano firmava una delirante e contorta esegesi dei quadri di Loota, con passaggi come:

[...] E che dire dei doppi segni viola ripetuti e sfalsati in rosso scuro dell'opera n.4, i quali - sul fondo ocraceo ottenuto spazzolando la tela con i peli delle natiche imbevuti di colore - non possono non ricordare certi momenti della ricerca del tardo Kandinskij?

oppure:

[...] La natura è per Loota una natura archetipa da contrapporre al ricordo - invadente e doloroso, e perciò schematizzato - dell'esperienza impostagli da noi umani. E piace pensare che quei segni, quelle linee azzurrine che cambiano di tonalità vagando sulla tela siano il profilo di montagne (opera n.16). Forse quella macchia è un'isola (ma Loota ne ha mai vista una? O il concetto "Isola" è in qualche modo parte del patrimonio archetipo della sua specie?) ed in essa vi è il ricordo di due o tre sassi che brillano.
Malgrado la terribile avventura subita da Loota, la sua è una strana alchimia segreta generatrice di calore, fede, simpatia, ottimismo verso e contro tutto [...]

L'inaugurazione era per sabato 10 giugno ore 18, alla Foresteria Valdese, Calle Longa di Santa Maria Formosa, Castello 5170, Venezia.
Si trattava, al solito, di cose vere concatenate in modo da generare un falso. L'irruzione dell'ALF, gli esperimenti di Gennarelli, l'effettiva esistenza della Gorilla Foundation e della Fondazione Hans Ruesch (l'ala più estrema e coerente dell'antivivisezionismo) erano dati reali messi al servizio della leggenda di Loota, scimpanzé del tutto immaginario. Pochi mesi prima, la stampa internazionale aveva riportato la notizia di alcuni quadri di scimmia venduti a prezzi astronomici in una mostra a Vienna; molte persone avevano dunque "orecchiato" o recepito subliminalmente l'esistenza di uno scimpanzé artista, ed erano quindi disposte a credere che si trattasse di Loota (che è poi la pronuncia slang di "Luther").
La stampa veneziana ha riportato l'annuncio, ed in particolare "Il Manifesto - Venezia e dintorni" di venerdì 9/6 ha ripubblicato il testo del dépliant intitolandolo "Remember Loota" e mettendolo di fianco all'annuncio di un "Animalist Day" a Verona.
Nel frattempo, su altri giornali, venivano pubblicate alcune reazioni di lettori; ho a disposizione solo tre lettere uscite sulle pagine nazionali del "Resto del Carlino":

 

RdC, mercoledì 7/6/95:

SE LE SCIMMIE DIPINGONO

Mi sorprende il fatto che gli animalisti e gli ecologisti, sempre pronti a stracciarsi le vesti per esperimenti sugli animali di cui la medicina non può ancora fare a meno, fanatici al punto di spedire un pacco-trappola assassino al principe Carlo, intolleranti al punto di attentare con l'esplosivo a pelliccerie, allevamenti e laboratori universitari, organizzino poi una mostra itinerante di quadri fatti da scimmie. Questa non è una strumentalizzazione dell'animale, in nome di una sua antropomorfizzazione che, se va bene in un film di Disney, stride comunque nel mondo reale?

ALADINO GUZZINATI, Ferrara

 

RdC, sabato 10/6/95:

LE RAGIONI DEGLI ANIMALISTI

Vorrei rispondere al lettore di Ferrara "Se le scimmie dipingono" che accusa gli ambientalisti-animalisti di fanatismo e intolleranza. La medicina "può" fare a meno degli esperimenti (crudeli!) su animali indifesi, perché in passato le scoperte più importanti sono state fatte sull'uomo o per caso; gli animali sono insicuri, perché reagiscono diversamente dall'uomo; oggi esistono metodi diversi e più sicuri che certi ricercatori "non vogliono" accettare. L'"intolleranza" contro le pellicce è solo senso di umanità per povere creature allevate malamente e uccise "per vanità"! Non approviamo il pacco "assassino" (?!) per il principe Carlo, che però disapproviamo per la sua "passione" di far straziare povere innocenti volpi dai suoi cani, per "divertimento". Far dipingere le scimmie - nessuno le "obbliga", gli si insegna - è un modo per farle divertire; e per dimostrare la loro intelligenza.

SARA DI RUSSO, Bologna

 

RdC, ancora sabato 10/6/95:

MA IO DICO: SONO FAZIOSI

Ho appreso che alla Biennale d'arte contemporanea di Venezia (anche se fuori del cartellone ufficiale) verranno esposti i quadri di uno scimpanzé di nome Loota, scampato miracolosamente alla vivisezione "grazie a un raid dell'Animal Liberation Front" (testuale!). L'anno scorso a Vienna le opere di questo "artista per caso" sono andate a ruba. Mi sembra che questa operazione coniughi la solita propaganda faziosa degli animalisti a ben evidenti fini di lucro. A parte le discutibili affermazioni sull'"antiscientificità" della sperimentazione animale e l'indiretta apologia di un gruppo violento e illegalista come l'Alf, io credo si tratti di un insulto al pubblico in quanto non può esserci opera d'arte se non è creata dall'ingegno umano.

FRANCESCO D'ACCARDI, Bologna

 

Non sorprendetevi della assoluta grettezza: è tipica dei lettori del "Carlino"!
Sabato 10 alle 18.00, ai visitatori della mostra inesistente è stato consegnato un volantino fronte-retro: sul fronte c'era la fotografia di una banana il cui "bollino blu" era un piccolo volto di Luther Blissett; sul retro c'era questo testo:

 

ECCOVI UN QUADRO

della situazione: le case farmaceutiche uccidono. Uccidono mentre fingono di curare. Oltre a produrre sempre nuovi medicinali perlopiù inutili se non dannosi, li sperimentano su animali e persone con il loro consenso (ciò riguarda gli esseri umani, s'intende, anche se il consenso è una delle maggiori mistificazioni democratiche, visti i bombardamenti ideologici che ciascuno di noi subisce sin dalla nascita) o senza (ciò riguarda gli animali perché essi, si sa, sono stupidi e possono essere sottomessi alla Ragion di scienza). Di fronte a ciò, è ridicolo e inadeguato rivendicare i "diritti degli animali", come va di moda; è assurdo porsi a tutori pseudogiuridici degli animali, magari antropomorfizzandoli. In realtà lo strapotere medico e la iatrolatria vanno attaccati in tutt'altri modi: è necessario rinunciare a semplicistici atteggiamenti etici o fricchetton-romantici per denunciare la fallacia della sperimentazione animale dal punto di vista scientifico, se vogliamo sconfiggere lo specismo antropocentrico senza essere accusati di "amare gli animali più dell'uomo" o consimili idiozie altrettanto poco fantasiose.
Le differenze organiche, anatomiche, biologiche, metaboliche, genetiche e psichiche tra l'uomo e le altre specie sono ovvie ed enormi, chiunque non sia un servo delle lobbies di allevatori può capire che NESSUN ESPERIMENTO O TEST GENETICO-FARMACOLOGICO PUÒ ESSERE ATTENDIBILE. Senza contare poi che una malattia procurata artificialmente, con mezzi invasivi e innaturali, non produrrà mai gli stessi effetti di una che insorga "spontaneamente", dall'interno dell'organismo o per via di un rapporto organismo-ambiente distorto per cause socioeconomiche. SONO QUESTI I VERI ARGOMENTI CONTRO LA VIVISEZIONE, NON IL FATTO CHE UCCIDENDO UN MACACO O UN MANDRILLO SI PRIVI IL MONDO DI UN POTENZIALE ARTISTA! Per una scimmia che suscita interesse perché dipinge, quante ve n'è che vengono straziate nei laboratori senza che nessuno le caghi?
Influenti ma sedicenti animalisti come l'australiano Peter Singer o lo statunitense Tom Regan si limitano a invocare l'etica e solo quella, sprezzando deliberatamente ogni argomento scientifico; e mentre non riescono a vincere nemmeno il dibattito etico, producono un'opinione pubblica disinformata, pronta a visitare una mostra di tele dipinte da cercopitechi ma indisponibile a mobilitarsi in prima persona contro la iatrolatria. Invece i vivisettori hanno capito bene che, per perpetuare il loro inganno scientifico, devono relegare le loro argomentazioni al campo etico: in questo modo danno sempre scacco matto agli ingenui che non sanno cosa rispondere quando si sentono dire: "La nostra etica è intesa a salvare vite umane, ed è superiore a quella di chi preferisce salvare i cani!".
LOOTA È SOLO UN PARTO DELLA MIA FANTASIA, I SUOI QUADRI NON ESISTONO, HANS RUESCH È ALL'OSCURO DI QUESTA MIA PERFORMANCE. HO USATO IL NOME E L'INDIRIZZO DELLA SUA FONDAZIONE COME COPERTURA PERCHÉ È UN ANTIVIVISEZIONISTA FAMOSO, OLTRE AD ESSERE UNO DEI POCHI CREDIBILI E CONCRETI.
E ora lottate contro la vivisezione e le altre aberrazioni mediche, non c'è alcun bisogno di una "scimmia artista" per farlo!

LUTHER BLISSETT, Antiartista animalista.

 


2. LA VENDETTA DI RALPH RUMNEY

 

(...) Negli stessi giorni, Luther Blissett ha tappezzato i muri di Venezia (con l'unica eccezione della Giudecca, per mancanza di tempo) con più di 500 stickers psicogeografici: si tratta di strisce adesive di 30 cm. circa, con una freccia bidirezionale bianca su sfondo magenta, e le scritte in verde: "LUTHER BLISSETT. PERCORSO PSICOGEOGRAFICO/PSYCHOGEOGRAPHICAL WAY. JUNE-SEPTEMBER 1995: A GREAT PERFORMANCE". L'idea era nata pensando che Venezia è una città completamente pedonabile e si presta a percorsi labirintici. Era l'unica performance in cui il nome di Blissett appariva esplicitamente sin dall'inizio. Ciò serviva per depistare (in tutti i sensi), perché le frecce bidirezionali non portano a una meta prefissata ma invitano implicitamente a riflettere sul concetto di "deriva". Durante le notti del 7 e dell'8 giugno, Blissett ha arringato gli ultimi sbronzi avventori dei locali e delle osterie, invitandoli a frammentarsi in piccole comitive e a seguire le freccie secondo tragitti casuali. La sfida era il cosiddetto "appuntamento con nessuno": procedendo per le calli in maniera caotica e aleatoria, quanto tempo ci metterò ad incontrare altri Luther? E dove li incontrerò? Come soluzione al terzo dilemma, Luther ha distribuito a ciascuna comitiva un biglietto da visita riproducente l'ormai celebre "icona" di Blissett, con la didascalia: "QUESTO BIGLIETTO VALE UN POSTO IN PRIMA FILA PER L'APOCALISSE". Era anche un modo per dire che il Tramonto dell'Occidente inizia e finisce a Venezia. Questa performance trae il suo titolo dall'espulsione dello psicogeografo londinese Ralph Rumney dall'Internazionale Situazionista, nel 1958, subito dopo una lunga deriva dello stesso per Venezia.

 


3. "THE BLISS OF SEX" E "DUE STRONZI CON UNA PAPERELLA DI GOMMA"

 

All'inizio di maggio alcune centinaia di giornalisti, critici d'arte e galleristi italiani hanno ricevuto dalla Gran Bretagna, in busta chiusa senza mittente, un inquietante comunicato in inglese, con il seguente breve sunto in italiano:

 

THE BLISS OF SEX A VENEZIA

In una Biennale dell'Arte Contemporanea nominata "Identità e alterità", non potevano mancare le pericolose incursioni di COLEMAN HEALY. Nato a Sacramento (California) nel 1970, Healy si dedica a una Body Art violenta e ultraradicale a partire dal 1991, dopo avere scoperto di essere sieropositivo. Precedentemente aveva collaborato coi Krononauts di Baltimora e con la Church of the Subgenius. Nel 1992 assieme a RON ATHEY (un "terrorista teatrale" da New York) fonda la Body Modification Community, che mette in scena spettacoli-pirata pubblicizzati, come i raves, con passaparola sotterraneo. Quegli spettacoli sono quasi sempre interrotti dalla polizia, che ferma o allontana i performers indossando mascherine e guanti di gomma. La BMC è quasi interamente composta da sieropositivi, e le sue performances sono rituali di automutilazione, Branding (marchiatura a fuoco) e Scaring (incisioni in rilievo sulla pelle).
Sei mesi all'anno Coleman Healy vive in Inghilterra, dove frequenta la scena underground e il REV. WILLIAM COOPER, autore del saggio "Radical Sex" (Exit Communications Ltd., London 1995). A Londra organizza una serie di incontri chiamata "Dermographics", dove sperimenta tecniche di Scaring, Branding e "insurrezione corporale". Nel 1994 presenta in uno squat di Londra la performance dedicata al Rwandah "African Slaughterhouse - I Need A Blow Job". A New York, nel novembre 1994, con Ron Athey mette in scena lo spettacolo clandestino "4 Scenes From A Hard Life", alla NY Public School 122. Sangue infetto gocciolava sul pubblico, mentre Athey e Healy incidevano figure sacre sulla schiena di uomini e donne appesi a carrucole. Dopo mezz'ora la polizia ha fermato lo spettacolo. Il sindaco Rudolph Giuliani ha promesso di "reprimere con fermezza questi terroristi dell'AIDS".
La Body Modification Community interverrà alla Biennale di Venezia alle ore 24.00 di venerdì 9 giugno. Il luogo della performance (non certo inclusa nel programma ufficiale di Jean Clair) verrà comunicato solo ai giornalisti e critici che rispediranno il modulo entro il 30 maggio. Healy sarà appeso a ganci infilati nella carne e dipingerà con materiali forniti dai suoi assistenti: siringhe di sangue sieropositivo, piscia, secrezioni; una sacerdotessa della BMC coinvolgerà il pubblico maschile per schizzare lo sperma sulle tele; poi piercing, marchiature, scarnificazioni, interiora e organi sessuali di animali. Lo scopo sarà benefico: i quadri realizzati saranno divisi in tanti pezzi e venduti a prezzo simbolico per finanziare una associazione americana di ricerca contro l'AIDS. Se Lei è interessato/a, compili il modulo e lo rispedisca non oltre il 30 maggio IN BUSTA CHIUSA a:

Mr. N. Poo
c/o Grizedale College
Lancaster University
Lancaster LA1 4YU, United Kingdom

La performance è vietata ai minorenni.
A richiesta saranno disponibili protezioni per i partecipanti.

 

Seguiva il coupon da compilare e rispedire.
Questo avveniva proprio mentre Luther preparava le proprie performances per Venezia. "Flash Art" n.192 (giugno-luglio '95) non ha esitato a pubblicare la notizia nelle pagine di guida alla Biennale ("In giro per la città e per laguna"):

THE BLISS OF SEX, preannunciata per le 24 del giorno 9 giugno una performance radicale di Coleman Healy e della Body Modification Community (interamente costituita da persone sieropositive); per il luogo bisognerà aspettare fino all'ultimo momento la comunicazione del provocatorio gruppo. Tenete aperte gli occhi e le orecchie, quindi."

 

La sera del 5 giugno Luther veniva contattato via E-mail da Nigel Poo, che spiegava le seguenti cose:

la mattina del 5 giugno lo sgombero di alcuni squats in Grove Road, Tower Hamlets, East London, si concludeva con il fermo di alcuni occupanti e dei loro ospiti, ivi compreso Coleman Healy e altri membri della BMC in procinto di partire per l'Italia. Questo rendeva molto improbabile lo svolgimento di "The Bliss of Sex". Poo invitava Luther a diramare la notizia, ma non forniva i nominativi dei giornalisti che avevano rispedito il tagliando. Impossibilitato a ricontattarli uno per uno, Luther ha deciso di faxare ai giornali una piccola modifica di programma: la "nicchia ecologica" lasciata libera da Coleman sarebbe stata occupata dal Teatro Situazionautico Luther Blissett, che alle 24.00 dell'8 giugno avrebbe eseguito la performance trash-sessuale "Due stronzi con una paperella di gomma" di fronte alla sede della RAI di Venezia, Cannaregio 275. È proprio in seguito a questo fax che "Il Manifesto" ha ricontattato i situazionauti Riccardo Paccosi, Stefano Ottaviani e Alberto Rizzi per un'intervista. Purtroppo, l'intervento della forza pubblica ha bloccato tutto sul nascere.

 


4. AUTORITRATTI VIRTUALI

Mentre Luther distribuiva il dépliant "Loota la scimmia artista" ai Giardini di Castello e al Palagalileo del Lido, Luther (non lo stesso Luther) distribuiva una cartolina d'invito alla mostra "Autoritratti virtuali", su cui apparivano alcune decine di volti di artisti e il seguente testo scritto e firmato da Vittore Baroni:

 

AUTORITRATTI VIRTUALI

Videoinstallazione interattiva

Invito all'inaugurazione, venerdì 9 giugno ore 18

Le cartomanti (pre)vedono il futuro nei riflessi della loro lucida sfera di cristallo. Dai tempi remoti, gli sciamani delle tribù berbere pervengono a stadi di meditazione profonda semplicemente fissando la propria immagine riflessa. Per molte culture arcaiche, un ritratto imprigiona parte dello spirito della persona raffigurata, ed è quindi proibito, temuto o tenuto in alto rispetto. Dalle sagome propiziatorie dei cacciatori di Altamira a Narciso invaghito della propria effigie, le origini dell'autoritratto si perdono nel mistero e nel mito.
Il modo in cui si organizza la percezione sensoriale umana - il medium in cui essa ha luogo - non è condizionato soltanto in senso naturale, ma anche storico. Nella finzione letteraria di Dorian Gray, è il ritratto ad invecchiare in luogo del personaggio rappresentato. Secondo Duchamp, i quadri muoiono dopo un certo lasso di tempo, alla stregua di coloro che li hanno dipinti, per poi essere collocati nel cimitero della storia dell'arte. Questi AUTORITRATTI VIRTUALI suggeriscono, in tale prospettiva, un arguto gioco d'insolute contraddizioni - anonimo/universale, unico/molteplice, labile/persistente, immanente/trascendente, plagio/originale, artista/fruitore, ecc. - inserite nello spazio fisico di una (in)usuale figuratività che continuamente elude sé stessa.
Guardando intensamente per almeno un paio di minuti un'immagine ben definita, permane nella retina un'impressione che permette di ottenerne, spostando lo sguardo su una superficie bianca, una nitida proiezione mentale. Prendendo spunto da questo fenomeno biologico e manipolando proiezioni organiche - in alcuni casi dell'intero (autoritratto), in altri del solo sorriso - che rimandano all'osservatore intimi interrogativi e palpabili angosce proprie del soggetto contemporaneo.
Se il processo mentale, come sintesi e superamento dei parametri mono-mediali, è la sola vera arte rappresentativa del nostro tempo, l'invenzione è qui paragonabile alla torta che l'Alice di Carroll doveva distribuire in giro ancor prima di tagliare a fette. Solo la negazione reale dell'autoritratto ne conserva il senso.

VITTORE BARONI.

Galleria Enpleinair - Venezia - Calle Longa di S. Maria Formosa - Castello 5177 - 9 giugno/30 luglio '95

 

Come vedete, il testo alludeva alla realtà virtuale senza spiegare niente, in modo da attrarre i turisti al baraccone delle meraviglie tecnologiche, presso l'inesistente galleria Enpleinair ("all'aria aperta": si trattava infatti di un banalissimo cortile). Molto più del museo delle cere, della televisione o dell'olografia, molto più di qualsiasi altra esperienza di riproduzione della realtà...il nostro doppio che si muove ai nostri comandi...niente è così vicino alla realtà, perché l'intervenuto si è trovato davanti un normale specchio che, appunto, fornisce autoritratti virtuali di Luther Blissett, vale a dire di chiunque si specchi. Ti sposti e non c'è più...Vieni avanti cretino che c'è posto. Riporto il testo del volantino che rivendicava la performance:

 

Il LUTHER BLISSETT project è aperto a tutti: chiunque può guardarsi allo specchio e vedere LUTHER BLISSETT. I passanti per la strada sono LUTHER BLISSETT, tutti sono LUTHER BLISSETT: mio padre, il papa, Liala, Pasolini, Eluard, Fortunato Depero, Bui, Frank Zappa, Guy Debord, Kurt Schwitters, Oscar WIlde, Ray Johnson, Marlene Dietrich, Kerouac, Einstein, Man Ray, Majakovskij, Pinot Gallizio, Duchamp, Harry Kipper, Keith Haring, Valentino, Fellini, Artaud, Che Guevara, Alberto Rizzi, Marilyn, Lennon, Piermario Ciani, Moana...Anche se non lo capisci, TU sei parte del LUTHER BLISSETT project. Quando vedrai il volto di LUTHER BLISSETT vedrai te stessa/o! Questo è l'unico AUTORITRATTO VIRTUALE che deve interessarti!

ALLEANZA NEOISTA, Venezia, giugno 1995