Comunicato stampa, 08 marzo 1996
LA GRANDE TRUFFA ALLA MONDADORI
ovvero: Come fu che Luther Blissett grazie ad un'assidua opera di circonvenzione di incapace, rifilò un libro-sòla alla più grande casa editrice italiana, adoperandosi poi per farlo stroncare dalla stampa prima ancora che giungesse in libreria.
Un resoconto di come Giuseppe Genna, "l'unico maschio che è riuscito a ciularsi la Pivetti a parte l'ex-marito" (parole sue, 14-09-1995), fu contattato e plagiato via e-mail dal noto terrorista culturale.
Ora che il sedicente "libro di Luther Blissett" net.gener@tion è stato recensito, spolpato, variamente stroncato e necrotizzato dalla stampa (cfr. "Chi ha paura di Luther Blissett", su La Repubblica di venerdì 8 marzo '96 e "Blissett rapito" su Il Manifesto dello stesso giorno), ed è stato svelato per la stronzatina che è sempre stato, io, Luther Blissett, fiero della miserrima figura da "ultima arrivata" messa in saccoccia dalla Mondadori, posso raccontare tutti i retroscena di questa beffa, non prima di aver riportato i passaggi più divertenti dei suddetti articoli, evidenziando i punti in cui i giornalisti si sono avvicinati alla verità:
"Chi ha letto in bozze net.gener@tion ne è uscito con un vago senso di nausea da banalità post-situazionista - un mini Baudrillard che parla di trash, Internet, Tarantino, cybersex con il tono di Captain Kirk per un programmino giovanile di Italia 1. Si è seriamente chiesto se Luther Blissett si fosse rincoglionito o dissociato da sé stesso. Oltretutto ha dovuto sorbirsi la cornice kitschissima del 'manoscritto disperso e ricomposto' dal curatore Giuseppe Genna, vero colpo basso all'intelligenza del lettore. [...] Ma se, come è più probabile, il libro l'ha scritto Genna e l'ha stampato Mondadori, entrambi non ci fanno una bella figura. [...] [...perché Blissett scrive] con il tono assertivo del manifesto giovanilista e internettista (pietà!)?... È una bufala il libro di Mondadori? E se fosse una bufala di Blissett? [corsivo d.r.] Oppure: può Blissett rinnegare Blissett? 'Ovviamente no - ci ha risposto lui stesso al telefono - la cosa veramente squallida è che questo libro ha il copyright, diritti d'autore e tutto il restò. Il giorno dopo ha mandato un fax battagliero: Mondadori rassegnatevi, quest'Oscar non lo vincerete! Guerra santa contro i cani da copyright! "
Alberto Piccinini, Il Manifesto
"[L'opera] altro non è se non un assemblaggio di tutto quanto è stato teorizzato ultimamente in campo controculturale: trash, cyberpunk, transgender. In pratica, un Bignamino dei cataloghi Castelvecchi-Theoria-Apogeo-Shake, unificato da una glorificazione di Internet piuttosto singolare, dal momento che Blissett agisce preferibilmente attraverso fanzines, rete postale, emittenti private o Bbs [...]. A destare le maggiori perplessità, però, è il marchio Siae impresso sull'ultima pagina. Tutti gli scritti di Luther Blissett sono dichiaratamente no-copyright, cioè liberamente piratabili. Anzi, il multiple name nasce proprio per colpire la logica del diritto d'autore [...]. Giuseppe Genna ha venticinque anni, è stato caporedattore della rivista Poesia e ha fatto il consulente culturale per Irene Pivetti. Quest'estate ha capito (parole sue) 'dove va il mercato', si è connesso con Internet e ha trovato un tesoro: 999 messaggi di Luther e la chiave finale per assemblarli, unitamente all'invito di recarsi dall'Editore. Che ha ricevuto e pubblicato. Possibile?
Sono possibili, in realtà, due cose: o Luther Blissett ha davvero beffato Mondadori rifilandogli un libro maldestro [corsivo d.r.], o c'è stata l'operazione inversa, unita al tentativo furbetto di cavalcare la tigre del giovanilismo. [...] Sarebbe interessante sapere a chi dovrebbero andare davvero i diritti. [...] nella propria rivista, Blissett afferma: 'Ciò che l'industria dello spettacolo mi deve, lo deve ai molti che io sono. Molti soldi perché io sono molti'. Mondadori deve prepararsi a mettere mano al portafogli? O, nel caso contrario, rischia di essere il primo editore ad incorrere nella violazione del no-copyright?"Loredana Lipperini, La Repubblica
L'estate scorsa iniziai a ricevere alla mia e-mailbox messaggi firmati da un certo "Scaligero", che mi faceva domande stupide e seccanti (ad esempio: 'Cosa ne pensi del libro Complotti di Maurizio Blondet?, o "Cosa pensi dello B'nai Brith e delle altre lobby ebraiche?", o ancora "Luther Blisset [sic] è consociativo oppure vuole rompere con le consuetudini della Prima Repubblica?"). Dopo due o tre risposte brusche sul genere di: "Vade retro, nazista!", Scaligero mi scrisse che sarebbe stato meglio "chiarirsi". Disse di chiamarsi Giuseppe Genna, cercò di scagionarsi dalle mie accuse di razzismo, e disse che aveva cominciato a "navigare in Internet" perché, grazie ad alcuni "agganci e spintarelle" (sic), aveva la possibilità di pubblicare un saggio sulle "culture di fine millennio" per una grossa casa editrice milanese. Ecco uno stralcio del suo (sgrammaticato) messaggio:
"È già da un po' di tempo che sento nominare Luther Blisset [sic]. Ho chiesto di 'te' dentro dei newsgroup e mi è arrivato qualche messaggio che può servirmi. Se vuoi te li riposto così vedi di cosa si tratta. Sul serio posso arrivare nei posti che contano..."
A riprova di ciò, si definì "uno stretto collaboratore di Irene Pivetti" e aggiunse con una certa volgarità sessista: "c'era pure del tenero... anzi, del duro". È probabile che si prendesse simili confidenze perché è noto che Luther Blissett detesta i partiti e la politica istituzionale, nonché i valori cattolici di cui la Pivetti si fa portavoce... Verissimo, ma preferisco la Pivetti ad uno squallido tanghero maschilista come Genna!
Non gli risposi, Non mi interessava informarlo di alcunché (era evidente che non sapeva niente di niente del Luther Blissett Project, né sapeva dove cercare informazioni... Tanto più che il libro di Luther Mind Invaders non era ancora uscito. In quei giorni, nell'ambito del Progetto, si discuteva molto dei probabili tentativi di "recupero commerciale" di Luther Blissett da parte della grande industria editoriale: era dato per scontato che, dopo tanto can-can mediatico sul nome multiplo, prima o poi qualcuno avrebbe tentato di imporvi un copyright e farci i soldi. Questo non riguardava solo Luther, ma tutto quanto scoperto e pubblicato negli anni scorsi da piccole case editrici come Castelvecchi, Synergon, Shake, ecc. I rapaci del grande business si sarebbero mossi per recuperare il "movimento"... Bisognava dunque giocare in anticipo, con una Grande Truffa che - come in certe arti marziali - spingesse l'avversario ad attaccare, rivoltandogli contro l'impeto dei suoi colpi.
ILLUMINAZIONE! Genna! Perché non usarlo come "cavallo di Troia"? Se era vero che aveva degli "agganci", era possibile spacciargli materiale avariato e indigeribile, e convincerlo a "trattarlo" per la pubblicazione. Proposi questa stangata ad altri Luther sparsi nella rete: l'idea era quella di far spendere i soldi all'Editore, attaccare violentemente il libro prima ancora della sua uscita, ridicolizzare Genna e i suoi "agganci" e infine rivendicare la beffa.
Dopo il successo di Brizzi, Culicchia e altri scrittori gggiovani lanciati da piccole case editrici, la situazione era propizia: era chiaro che le major si stavano muovendo alla conquista del mercato della "Controcultura". Immaginammo quindi che Editori kolossal e generalisti come Mondadori o Rizzoli, noti per attuare politiche editoriali onnivore e indiscriminate, non sarebbero andati tanto per il sottile, e avrebbero pubblicato qualunque omogeneizzato di logori clichés "alternativi" (il Cyberpunk, Internet, ecc.). Ancora più prevedibile era il fatto che costoro non avrebbero mai rinunciato ad apporre al libro la maledetta "c" cerchiata e il timbro SIAE. Perfetto: li si sarebbe attaccati proprio su questo.
Non prima di aver ravanato nel pattume di vecchie fanzines e aver assemblato un po' di porcherie prese da vari IRC di Internet, alcune personalità di Luther Blissett contattarono Scaligero. Il resto è documentato dallo stesso Genna nel suo libraccio, illeggibile accozzaglia di luridume maleodorante. L'opera di circonvenzione è durata qualche mese, e devo ammettere che non è stato facile sopportare la volgare vacuità del personaggio. Fortunatamente, l'Editore era più ignaro che mai (tanto che questo saggio è stato pubblicato nella collana "Oscar narrativa"!), l'editor era disinformato e l'Ufficio Stampa distratto e svaccato. Così il 12 marzo quintali di vecchia paccottaglia - squalificante per chi l'ha pubblicata, perché il target a cui è indirizzata ha già digerito e defecato quelle cose - raggiungeranno le librerie.
Questa è l'ennesima prova dell'irriducibilità di Luther Blissett alla retrograda cultura del copyright. Ci vorrà ancora molto tempo prima che goffi e lenti elefanti come Mondadori colmino la distanza che li separa da piccole unità mobili e intelligenti. Mi permetto di ricordare a costoro l'apologo della tigre e dell'elefante raccontato da Ho Chi Mihn. Cercate pure di schiacciarci coi vostri tank: farete la fine dell'esercito francese a Dien Bien Phu.
Luther Blissett