Da "Il Manifesto" di venerdì 8 marzo 1996

BLISSETT RAPITO!

Mondadori mette sotto contratto il "nome multiplo" dei neosituazionisti [aridaje! Ma vaffanculo! N.d.LB.]

"Netgeneration", il libro "ritrovato in Internet" dal venticinquenne milanese Giuseppe Genna scatena proteste: "Boicottatelo, ha il copyright"

 

di Alberto Piccinini

Ma Luther Blissett è diventato peggio di Alberto Bevilacqua? Tra qualche giorno in libreria esce il terzo libro firmato da questo imprendibile, verbosissimo e schizzinosetto rivoluzionario dei giorni nostri. Prima "Luther Blissett" (Synergon) [Errore! Quello non era un libro DI Luther, ma SU Luther! N.d.LB.]; poi "Mind Invaders"; persino una rivista trimestrale ("Luther Blissett", ed. Grafton 9). E adesso "Netgeneration", nientemeno che un elegante Oscar Mondadori.

Adesso vengono i guai. A pagina 6 di "Netgeneration" ci si imbatte in una nota dell'Editore: "Il testo che qui pubblichiamo è volto a documentare il fenomeno di una sovversione annunciata.

'Netgeneration' ne è il manifesto: non rispecchia quindi né il pensiero dell'Editore né una condivisa proposta culturale". Che vuol dire? Mondadori non è Blissett? Bella scoperta. Ha la coda di paglia, problemi contrattuali, politici, o sta soltandoscherzando? E quale sarebbe la "condivisa proposta culturale"?

Al tempo. Chi ha letto in bozze "Netgeneration" ne è uscito con un vago senso di nausea da banalità post-situazionista - un mini Baudrillard che parla di trash, Internet, Tarantino, cybersex con il tono di Captain Kirk per un programmino giovanile di Italia 1.

Si è seriamente chiesto se Luther Blissett fosse rincoglionito o dissociato da sé stesso. Oltretutto ha dovuto sorbirsi la "cornice" kitschissima del "manoscritto disperso e ricomposto" dal "curatore" Giuseppe Genna, vero colpo basso all'intelligenza del lettore.

Dunque il venticinquenne Giuseppe Genna, ex redattore della rivista "Poesia", collaboratore di Irene Pivetti e neonavigatore in Internet, spiega di aver ricevuto da Luther Blissett "l'Opera", cioé il libro, direttamente nella sua casella E-mail, e con un messaggio d'accompagnamento di stile incerto tra la catena di Sant'Antonio e certe seduzioni da junk-mail ("Lei ha vinto cento milioni!"). È disposto a giurare e spergiurare che tutta questa storia è la pura verità, e così pure il suo ufficio stampa. Punto e basta. Una boutade situazionista, la sua? Può darsi.

Ma se, come è più probabile, il libro l'ha scritto Genna, e l'ha stampato Mondadori, entrambi non ci fanno una bella figura. La regola principe che vale in queste cose è "no copyright". Blissett, il progetto di sovversione comunicativa nato nel clima post-situazionista inglese e approdato in mezzo mondo, ha come bersagli i media (diffusione di leggende metropolitane, bufale, eccetera), come terreno prediletto la città e la sfida al suo ordine (derive psicogeografiche, rave party clandestini) e una complicata galassia di riferimenti culturali. Il suo nome è a disposizione di tutti.

Va da sé che Mondadori ha tutti i diritti di fiutare l'affare ("Mind Invaders" di Castelvecchi ha venduto 2000 copie ed è in ristampa). E non sfugge, ovviamente, la situazione paradossale che l'uso di un nome multiplo può creare. Perché, ad esempio, Blissett parla in prima persona quando scrive "Mind Invaders" e con il tono assertivo del manifesto giovanilista e internettista (pietà!) in "Netgeneration"? È una bufala il libro di Mondadori? E se fosse una bufala di Blissett? Oppure: può Blissett rinnegare Blissett? "Ovviamente no - ci ha risposto lui stesso al telefono - la cosa veramente squallida è che questo libro ha il copyright, diritti d'autore e tutto il resto". Il giorno dopo ha mandato un fax battagliero: "Mondadori, rassegnatevi, quest'Oscar non lo vincerete! Guerra santa contro i cani da copyright!".

"L'operazione consiste nella risciacquatura e nella banalizzazione sistematica di alcuni aspetti - i meno interessanti - del Luther Blissett Project", continua. Luther non è un fighetto del cyberspazio, si arrabbia: "Nel cyberspazio è tutto troppo visibile e (pre)vedibile: ci sono troppi Lumi!". Non se la prende solo per le "banalità hi-tech". Molto peggio. Citando il giornalista antisemita Maurizio Blondet e Julius Evola il libro di Genna "sembra proprio un tentativo della destra fascista di inglobare Luther Blissett!", prosegue il fax, scritto fuor di maschera dal gruppo che si riunisce intorno a una libreria di Bologna, e ha ramificazioni in tutta Italia.

"Se almeno il libro fosse decente, consiglierei di scannerizzarlo e/o fotocopiarlo... - conclude infine Blissett contro Blissett - ma è solo un cumulo di merda e non vale tanta fatica".