Riporto un articolo a tutta pagina su Luther Blissett apparso su "Mattina", inserto locale de "L'Unità" per l'Emilia-Romagna, giovedì 12 ottobre 1995, pag.16 ("Cultura & spettacoli", groan!). Doveva esserci anche una lunga (auto)intervista di/a Luther, ma è saltata (usiamo pure quest'eufemismo...); quanto pubblicato non aggiunge nulla di nuovo alla tematica, lo riporto qui per puro scrupolo archivistico e perché - anche se vi parrà incredibile - è la prima volta che la stampa locale del PDS si occupa di Blissett. L'articolo è stato commissionato a un esterno, vale a dire a Gilberto Centi, già autore dell'instant-book "Luther Blissett - l'impossibilità di possedere la creatura una e multipla" (Synergon, 1995); la soppressione dell'intervista è invece farina del sacco redazionale.
Una curiosità: la pagina è illustrata con l'onnipresunta icona di Luther, con un detournamento del fumetto Marvel "Il Punitore" (tratto dal n.1/2 della rivista "Luther Blissett") e con il volto sorridente del pittore nativo-australiano - e grafico dei Luther Blissetts Koncealed Konceit - Pinta Pinta Tjapanangaya (tratto dalla copertina dello stesso numero). Ma a Gilberto Centi era stato detto che, oltre all'icona e al fumetto, gli impaginatori avrebbero usato una foto del Blissett "originario", vale a dire il calciatore. Ergo: "L'Unità" ha scambiato il sessantenne Pinta Pinta per il quarantenne calciatore anglo-giamaicano!

 


 

[primo box, non firmato, forse redazionale:]

GIOVANI CONTRO

Storia di un calciatore diventato destabilizzante

 

Quella di Luther Blissett è una storia complicata perché si tratta di una "leggenda" progettata, ma con ampi riscontri in persone e fatti documentabili. Si tratta dell'identità plagiata (ad opera di alcuni mail-artisti inglesi e americani) del calciatore nero inglese Luther Blissett, meteora milanista nel campionato '83-'84. Con questo nome il "guerrigliero culturale" Harry Kipper firmò originali performances di ispirazione situazionista nell'Inghilterra thatcheriana degli anni '80.

È lo stesso Kipper - insieme al bodyartista californiano Coleman Healy - a proporre "LUTHER BLISSETT" come nome collettivo che potrà assumere chiunque lo desideri. Luther si manifesta poi anche in Italia, cominciando da Bologna nell'estate 1994, con spargimento di frattaglie animali per la città. Azioni non rivendicate, "orroriste", per alcuni riconducibili a gruppi antagonisti di varia matrice. Nasce intanto l'Associazione Psicogeografica Bolognese Luther Blissett [*] e all'inizio di quest'anno le cronache nazionali rivelano un tentativo di beffa ai danni della trasmissione televisiva "Chi l'ha visto?", congeniata proprio da Luther.

Situazionismo, Punk, Druidi e Templari vengono evocati e abilmente inglobati in un progetto che privilegia il disorientamento degli "avversari": dai media agli urbanisti. La grande stampa lo va presentando come "fenomeno giovanile dell'anno". Il network blissettiano si va estendendo in vari paesi, soprattutto grazie alle reti telematiche, che tendono ad annullare qualsiasi distanza. Imparagonabile a precedenti forme d'opposizione, è un'incognita che può leggersi come superamento dell'immaginazione comune o - di contro - emblema della confusione politico-sociale di oggi. Blissett finge, scarta, devia. Una situazione da Guardie e Ladri: dove le "guardie" non sono polizia e i "ladri" si disinteressano delle casseforti.

 


 

[secondo box]

CHI HA PAURA DI LUTHER BLISSETT?

Viaggio nel pensiero "instabile" dei creativi dell'incomunicabilità

 

Un "macropersonaggio virtuale nell'immagine e concreto nelle sue manifestazioni contingenti" si aggira per queste terre e per l'Europa: Luther Blissett. È difficile dire quanti Luther siano oggi a Bologna e in Emilia-Romagna per la semplice ragione che il progetto non ha strutture di controllo al suo interno e che può aver deciso di essere Luther l'inquilino della porta accanto, senza essere tenuto a segnalarsi presso i propri omonimi. Egli sa solo quello che agli altri lo unisce: la volontà di ribaltare il ribaltabile, recuperando schegge di pensiero dal passato prossimo e più ancora da quello remoto. In altre parole ripensarle alla luce di questo tempo che trova apocalittico. Quale Apocalisse? L'immediato quotidiano, le strade che attraversiamo, gli spazi urbani che condizionerebbero i nostri umori, perché - semplificando - è elementare che una bella piazza rassereni mentre incupisce una certa periferia. Dunque bisogna imparare a camminare, evitando i punti negativi che Luther sta mappando per tracciare una carta topografica della città, del tutto nuova, psicogeografica, empirico-emotiva. Già questo la dice lunga sulla peculiarità di un non-movimento fortemente creativo e per più versi destabilizzante. Come "destabilizza" l'aspetto ludico di decine di Luther Blissett impegnati in un "attacco psichico" contro il progetto Bofill (l'architetto che ha progettato la nuova stazione ferroviaria di Bologna) o contro l'ampliamento dell'aeroporto. La scena ricorda vagamente i riti di Decontaminazione del Pentagono dal demonio dei beats americani, ma da quei fatti si distingue per la violenza vocale e perché i presenti uniscono le menti in una sorta di catena di concentrazione psichica contro l'obiettivo. L'irrazionalità, d'altra parte, Blissett la rivendica come frontiera avanzata di un pensiero e di una pratica diversa d'opposizione.

Ma c'è anche un'altra "follia", se così si può dire, di Luther che a noi sembra particolarmente interessante. Quella dei "seminatori di caos" nel mondo della comunicazione. Il progetto è quello di attaccare i media con simulazione di eventi, falsificazione di dati e interazione manipolatoria. Lo hanno fatto con "Chi l'ha visto?", lo fanno regolarmente con la stampa locale, e non ci stupirebbe che ripetessero l'impresa in altre sedi. In effetti individuare il potere della comunicazione come il più subdolo persuasore e suggeritore di comportamenti e opinioni, è un atto di realismo. Oggetto di curiosità della sinistra, inviso alle ali estreme della stessa [Right on, Gilberto!], Luther pone quesiti. Il fascino latente in questa storia? Che predilige le derive della leggenda, nel momento in cui sembra dormire il Pensiero Differente.

GILBERTO CENTI

 


 

[terzo box, non firmato:]

DALLA RADIO ALLA RIVISTA

Da ieri sera è tornato Luther Blissett - trasmissione psicogeografica del mercoledì notte (tutti i mercoledì alle 23.00 su Radio Città del Capo di Bologna, 96.3 Mhz). La trasmissione è strutturata in due parti: una prima gestita in studio con varie rubriche settimanali, quindi, dopo il GR, le pattuglie di Luther esploreranno la città, pilotate dagli ascoltatori che potranno dirottarle telefonando da casa o uscendo in deriva anche loro. Chiunque può telefonare in diretta radiofonica e parlare con Luther. È inoltre prevista la partecipazione attiva del Teatro Situazionatico Luther Blissett, nato l'anno scorso sotto l'egida dell'attore Riccardo Paccosi. Le performances situazionautiche mireranno a riscoprire il territorio urbano e a "riutilizzarlo" come luogo privilegiato per qualsiasi tipo di azione scenica. A fine ottobre è prevista l'uscita del terzo numero di Luther Blissett - Rivista Mondiale di Guerra Psichica (in vendita presso Grafton 9, via Paradiso 3, costo £.4000). Nella rivista è possibile aggiornarsi sulla situazione lutherista nel mondo e leggere l'inserto curato dalla Associazione Psicogeografica di Bologna. A novembre uscirà dall'editore Castelvecchi: "Mind Invaders". Per il 31 ottobre è previsto un rito druidico officiato da Luther per la festa celtica di Samhain. Per informazioni: 051/266320

 


 

NOTA AL PRIMO BOX

*. In realtà Associazione Psicogeografica ***di Bologna***, e non "bolognese". Tra le due espressioni corre la stessa differenza che Togliatti, Stalin e la lurida gang del Komintern ravvisarono tra il nome ***Partito Comunista d'Italia*** (designante un'organizzazione rivoluzionaria, internazionalista e anti-patriottica) e il nome ***Partito Comunista Italiano*** (un partito non più di classe ma "popolare", tricolore e patriottardo, avviato al "dialogo coi cattolici"). Più di mezzo secolo prima della Svolta di Occhetto, il cambiamento del nome da PCd'I a PCI fu il primo passo verso l'estetica catto-demente che tanto ci fa schifo. Analogamente al PCd'I di Bordiga e della sinistra rivoluzionaria, l'APB si trova (quasi accidentalmente) a Bologna, ma non si considera né mai si considererà "bolognese".