10. Satanassi

 

L'armonia fondamentale della conoscenza filosofica e della conoscenza di fede è ancora una volta confermata: la fede chiede che il suo oggetto venga compreso con l'aiuto della ragione; la ragione, al culmine della sua ricerca, ammette come necessario ciò che la fede presenta.
Lettera enciclica Fides et ratio

Ricordiamo ancora che il passaggio più delicato e importante per creare un'emergenza e indirizzare i successivi provvedimenti è quello goebbelsiano di trasformare una falsità (il pericolo sociale rappresentato dalle sètte) in una verità acquisita dal senso comune.
Ma per creare un "problema" sociale occorre anche identificare adeguatamente il nemico, anzi, continuare a reidentificarlo, a parlarne e riparlarne, fino a che tutti non siano davvero convinti. Non occorre molto altro che una buona dose di faccia tosta e "buona" fede, la convinzione di stare agendo per l'interesse della collettività, o quanto meno dell'ecumene cristiana.
Prima di tutto bisogna isolare un bersaglio facile, in difesa del quale nessuno o quasi spenderebbe una parola. Un "nemico" autoevidente e semplice da centrare, poco importa se debole e ininfluente.
Il rapporto Sette religiose e nuovi movimenti magici in Italia censisce le sette "satanico-luciferine" in numero di 9, per un totale di circa 200 aderenti. Tenendo nella dovuta considerazione l'excusatio dei redattori in merito alla difficoltà di censire con esattezza le sette e i loro membri - a causa del continuo nascere e morire di gruppi cultuali di vario genere e del via vai ininterrotto di adepti - sappiamo che potrebbe trattarsi di una cifra sottostimata, come anche, al contrario, sovrastimata. Tuttavia gli autori del rapporto mettono dei "paletti" molto chiari.

Stante la naturale tendenza dei gruppi satanisti ad operare clandestinamente, le proiezioni numeriche sono vieppiù incerte, tanto più che le informazioni in merito sono spesso acquisite indirettamente (da sedicenti fuoriusciti o da fonti giornalistiche) e come tali impossibili da riscontrare; ma si possono categoricamente escludere le cifre abnormi (centinaia di sette per migliaia di seguaci) propalate talvolta dagli organi d'informazione o da alcuni sedicenti esperti. Pura fantasia, ovviamente, anche l'affermazione che queste eterogenee conventicole siano collegate ad un'organizzazione centrale, una sorta di "internazionale satanica", guidata da un Antipapa Nero. (Rapporto, Url cit.)

Eppure sembra proprio che poche centinaia di persone possano diventare, nella mente di alcuni nostalgici inquisitori, la punta dell'iceberg di un fenomeno a loro dire in gran parte occulto, di una sorta di società segreta dai contorni non ben definiti, in grado di agire nell'ombra e di commettere crimini terribili.
Nel febbraio del 1997 "l'Osservatore Romano" pubblicava una serie di sei articoli sotto la dicitura di Sette e culti satanici. La rubrica era gestita dal Gris "su interessamento della Congregazione per la Dottrina della Fede", ovvero del Cardinale Ratzinger. Un mentore di prim'ordine. Vale la pena prenderla in considerazione, per due motivi. Innanzi tutto per via dell'altolocata sponsorizzazione e per il tipo di medium su cui la troviamo (l'organo di stampa dello Stato Pontificio). Ma soprattutto perché si tratta di un brillante esempio del metodo argomentativo dei propagandisti anti-sette: una tecnica facilmente smascherabile, ma non per questo poco efficace.
La sezione veniva aperta da un articolo introduttivo di Giuseppe Ferrari, dal titolo Il fenomeno del satanismo nella società contemporanea.
Senza fornire alcun dato numerico Ferrari esordiva così:

Nella società odierna sta assumendo una dimensione inaspettata l'adesione a sette sataniche, la partecipazione ai riti da esse introdotti, l'evocazione di entità demoniache, il culto personale e solitario del demonio, l'affermazione di idee provenienti dall'ambiente satanista. ("L'Osservatore Romano", 29/1/1997)

Da qui partiva una lunga e pedante elencazione di aree e sètte sataniche straniere ed italiane, con uno strascico interessante.

Vi sono anche gruppi che non intendono presentarsi come satanici e che affermano ad esempio di praticare riti pagani per entrare in armonia con le forze occulte della natura, ma in effetti evidenziano aspetti che possono permettere il loro inserimento all'interno del multiforme mondo del satanismo.

Perché? Perché se una setta o un gruppo religioso non venera Satana (in qualunque forma lo si intenda), ma è semplicemente panteista o naturalista, dovrebbe poter essere ricondotto al satanismo?
Questa ambiguità è rivelatrice. La sensazione è che si voglia tenere aperto il margine dell'estensione dell'allarme a tutto il fenomeno delle sètte, non soltanto quelle sataniche (in linea con quanto abbiamo fin qui sostenuto).
Il resto dell'articolo è un coacervo di luoghi comuni che vanno dai vecchi patetici anatemi contro il rock satanico alla condanna delle devianze sessuali che troverebbero appagamento nei riti orgiastici.
Fino ad alcuni passi centrali:

Non si può escludere che durante i riti satanici alcuni gruppi arrivino a perpetrare atti di vilipendio o profanazione di cadaveri, violenze fisiche anche su minori e addirittura omicidi rituali.

Da dove trae questa considerazione Ferrari, a parte dalle leggende metropolitane e paesane?
Si tratta ancora di un'affermazione sibillina e cauta, c'è quel "Non si può escludere...", che mette al riparo ciò che segue. Ma che significa? Niente si può escludere quando non si sa nulla. Un atteggiamento intellettualmente corretto vorrebbe che quando non si sa, quando non si hanno elementi certi per affermare, si taccia o almeno non si spari così alto. Ma ciò che conta è che il tarlo è stato introdotto. I frutti si vedranno nella stessa rubrica tre settimane dopo.
Ma occorre aggiungere ancora un tassello mancante.
In uno degli articoli seguenti, intitolato Sguardo antropologico sul satanismo, tal Andrea Porcarelli, direttore responsabile della rivista del Gris, teorizza esplicitamente che la visibilità mediatica ricercata da alcuni gruppi satanisti, copra in realtà un'attività illecita oscura dei gruppi stessi o di altri più "radicali". Si tratterebbe di una sorta di strategia della notorietà come paravento. Si noterà come anche qui i condizionali e le formule ipotetiche si sprechino...

Tra l'altro potremmo ragionevolmente ipotizzare una sorta di proporzionalità inversa tra la fede esplicita in Satana inteso come persona e il grado di pubblicità che una setta satanica è disposta a farsi: non c'è da stupirsi se esponenti di un satanismo ludico o razionalista pubblicano libri e opuscoli, compaiono in televisione... insomma si fanno una notevole pubblicità (sempre ammesso che la pubblicità sia pienamente veritiera e che questo non sia semplicemente il lato pubblico di un satanismo che nella compiacente oscurità del privato assuma anche forme di ricerca di un contatto più reale con il Principe del Male), al contrario non è difficile supporre che gruppi satanici più esplicitamente dediti a invocazioni sataniche vere e proprie preferiscano le tenebre alla luce, l'oscurità ai riflettori. ("L'Osservatore Romano", 3/2/1997)

La tesi ("ipotizzata", "supposta", "ammessa" con beneficio di inventario, ecc.) è che esista una metà oscura del satanismo, qualcosa di nascosto e di sconosciuto, un fondo nero; e che i satanisti non siano soltanto i semplici darkettoni che possiamo vedere nei talk-show televisivi, dediti alle ricerche esoteriche, al potenziamento psichico o, nella versione più folk, alle messe nere con candele e gallinacci. Ce ne sono altri, oppure addirittura gli stessi, che ricercherebbero "un contatto più reale con il Principe del Male". Echevvordì? Niente. Ma fa effetto, è come la battuta di Peter Cushing all'inizio di un film su Dracula. Il satanismo è spacciato come male oscuro, come complotto di cui in realtà non sappiamo nulla, perché vediamo soltanto la superficie ludica e cialtrona del fenomeno, ma che va temuto per ciò che probabilmente nasconde.
Trovate un modo più subdolo di appellarsi alle fobie irrazionali della gente e vi rifondiamo personalmente i soldi del prezzo di copertina.
Ma non è finita. Gli uomini del Gris si mettono al riparo da tutto e da tutti con una formula semplice e ripetuta, che ai nostri occhi suona davvero come un preventivo mettere le mani avanti.
Ferrari e Porcarelli evidenziano alcuni atteggiamenti che a loro avviso "fanno il gioco del satanismo": il primo è la sottovalutazione del fenomeno (ovvero credere all'evidenza: i satanisti sono quattro gatti, magari neri, ma non fanno male a nessuno); il secondo è la sopravvalutazione del fenomeno (allarmismo, generalizzazioni sulle sette sataniche, "senza avere fondati elementi che possano far parlare di crimini da esse commessi". E quali sarebbero gli elementi concreti che consentono ai due compari di fare certe affermazioni nei loro articoli? Non ci sono. E' per questo che i loro scritti pullulano di "non si può escludere", "si può ragionevolmente ipotizzare" e via di questo passo); il terzo atteggiamento "è quello che si può definire di fobia anti-satanista derivante dalla diffusione, quasi per partito preso, di una critica eccessiva e sistematica, talvolta anche infondata, alle organizzazioni che si oppongono al satanismo, viste come istituzioni particolarmente influenti e in grado di indurre atteggiamenti socialmente dannosi, anche se o quando le stesse si pongono di fronte al fenomeno in modo corretto dal punto di vista scientifico, culturale e religioso" (G. Ferrari, op. cit.).
Attenzione, dunque. Chiunque attacchi il Gris, o qualche altra associazione del genere, è accusabile di collaborazionismo con i satanisti. A suo rischio e pericolo.
Di seguito, la sezione de "l'Osservatore Romano" conteneva infatti una chicca pressoché unica e preziosissima. Il quarto articolo (8/2/1997) portava il titolo di Aspetti legali e giuridici del satanismo, a firma di Lucia Musti, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bologna.
La dottoressa Musti ci informa che la setta - satanica e non - è spesso e volentieri, per sua stessa costituzione, ricettacolo di illegalità e fenomeni criminosi, che vanno dalla truffa ai danni della credulità popolare, all'estorsione, fino a delitti anche più gravi.

Il riflesso antigiuridico della setta si esplica, per lo più, attraverso alcune fattispecie di reato che, per summa divisio, potremmo ripartire tra reati di natura patrimoniale, delitti di natura sessuale e, comunque, attinenti la sfera della libertà della persona; reati contro la pietà dei defunti.

A proposito dei crimini a sfondo sessuale, vale a dire i fantomatici abusi sessuali durante riti satanici con vergini e bambini, l'autrice dell'articolo entra nel dettaglio, sfoggiando un'apparente cognizione di causa:

Vittime di simili azioni sono per lo più donne, molto spesso poste in stato di incapacità di intendere e di volere mediante assunzione di bevande adulterate ovvero di sostanze stupefacenti, oppure minori, anche in tenera età. Questi ultimi rivestono, nel rito satanico, una loro peculiarità, nel senso che l'inflizione di una pratica dolorosa ad un bambino, per definizione puro e vicino a Dio, significa provocare sofferenza a Dio medesimo e, dunque, piacere a Satana.

Meglio di un film splatter degli anni '70.
Nel mondo anglosassone i reati a cui fa riferimento la dottoressa Musti sono raccolti sotto l'etichetta di "Satanic Ritual Abuse". Solo che le ricerche condotte in Inghilterra, in Olanda e negli Stati Uniti da parte degli uffici giudiziari o di apposite commissioni statali sono giunte alla conclusione che essi semplicemente... non esistono. Si tratta di un parto della fantasia popolare, leggende metropolitane né più né meno vere di quelle sugli zingari che rapiscono i bambini per rivenderli, o del tale che si è svegliato in un fosso tutto bagnato e gli mancava un rene.
La prima indagine specifica sull'abuso rituale satanico è stata condotta dallo stato della Virginia nel 1991. Risultato: non è stato scoperto nulla.
Nel 1994 i governi olandese e britannico commissionavano indagini e ricerche sul medesimo argomento ottenendo lo stesso dato. Per quanto riguarda il Regno Unito il risultato parla da sé: su 84 presunti casi di abuso rituale satanico, segnalati tra il 1988 e il 1991, solo tre presentavano elementi vagamente ritualistici, ma non si trattava né di satanismo né di stregoneria (cfr. L. Blissett, Lasciate che i bimbi. Pedofilia: un pretesto per la caccia alle streghe, <http://www.geocities.com/Area51/Rampart/6812/url.html>). In quell'occasione il ministro della sanità britannico dichiarava:

Ho commissionato questa indagine per mettere le cose in chiaro sugli abusi rituali e distinguere i fatti da ogni fantasia che li circonda. Finora si erano condotti pochi studi su un argomento tanto delicato, che per molti anni è stato oggetto di speculazioni e paure. Spero che con la pubblicazione di questo rapporto si possa iniziare a sbrogliare la matassa dei presunti abusi rituali satanici. (Ibidem).

Più di recente, uno studio del governo federale degli Stati Uniti si è basato sulle segnalazioni di 10.000 tra psichiatri, assistenti sociali, stazioni di polizia, procure distrettuali, ecc. Hanno scoperto solo un caso probabile di abuso rituale satanico.
Si potrebbe obbiettare che gli Stati Uniti e l'Inghilterra non sono l'Italia. E allora andiamo a leggere cosa dice il Rapporto del Ministero degli Interni a proposito dei reati connessi all'attività delle sètte, in particolare di quelle sataniche:

Sotto questo profilo, bisogna rivelare che attualmente in Italia non risultano formalmente contestati delitti di sorta a nessun movimento religioso o magico.
Alcune iniziative giudiziarie a carico di compagini sataniste si sono concluse con l'assoluzione di tutti gli imputati, mentre altre sono ancora in corso di definizione.
Anche l'ultima e più volte citata sentenza pronunciata dalla Cassazione nel procedimento (non ancora concluso) che vede coinvolta la Chiesa di Scientology, accusata di costituire una vera e propria "associazione per delinquere", è decisamente favorevole alla setta.

E allora di cosa diavolo (è il caso di dirlo!) stiamo parlando?
Di niente. Di aria fritta. Non ci sono elementi concreti, non si sa da dove questi esperti del "settore" attingano le informazioni che li rendono così sicuri delle proprie affermazioni. Anzi, le ricerche precedenti vanno tutte nel senso inverso al pericolo che le sètte potrebbero rappresentare in termini di atti criminali, ma i sedicenti esperti si guardano bene dal fornire questi dati.
Certo ci sono stati casi eclatanti di suicidi collettivi, intere sette pseudo-apocalittiche che si sono autoestinte, ma non in Italia e comunque non si capisce quale grave impatto sociale possa avere l'autonegazione di alcune decine di invasati per essere trasformata in un'emergenza epocale [1].
E tuttavia Musti insiste:

Sebbene in Italia non si siano verificate manifestazioni preoccupanti, quali suicidi di massa di adepti, tuttavia il fenomeno delle sette riveste una notevole pericolosità sia per gli effetti deleteri che produce negli aderenti, sia per i reati che fisiologicamente conseguono all'esplicazione dell'attività della setta stessa.

Eccoci al dunque. Le sètte sataniche sarebbero pericolose fisiologicamente. Non si hanno elementi concreti per affermarlo, ma lo si afferma lo stesso e anzi ci si permette di consigliare alle autorità legislative di deliberare in materia.
E poiché il magistrato afferma che "nell'ambito delle indagini sul satanismo, si può constatare una vera e propria omertà, analoga a quella riscontrabile nei reati di ambientazione mafiosa", il suggerimento che ne consegue va nel senso dell'eventuale estensione delle leggi speciali anti-mafia anche al fenomeno del satanismo:

Quella forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per commettere delitti, frase mutuata dall'enunciato dell'art. 416 bis del Codice Penale (associazione di tipo mafioso), sembra ben coniugarsi anche per il satanismo, laddove si pensi alle condizioni particolari in cui versano gli adepti, strumento nelle mani dei satanisti, e alle quali sopra si è fatto cenno.

Fermiamoci qui, ora che le posizioni sono chiare. Prima di tornare nei bassifondi giudiziari per dare un'occhiata da vicino alle conseguenze pratiche del clima così creato, è giusto aggiungere ancora qualcosa.
Non sono solo preti, preti mancati e magistrati nostalgici dell'Inquisizione a trattare il satanismo come un'emergenza sociale e giudiziaria. E non tutti gli "esperti" fanno parte dell'entourage clericale.
Pensiamo ad esempio all'antropologa Cecilia Gatto Trocchi, autrice di svariati testi divulgativi sulle sette, la magia e il sincretismo religioso, anche'essa ospite di trasmissioni televisive e in generale molto corteggiata dai mass media. Se non è possibile paragonare le sue ricerche sul campo alla disinformazione operata dal Gris e dai suoi agenti, si riscontra tuttavia una certa analogia stilistica.
Nel suo libro più recente, Nomadi spirituali. Mappe dei culti del nuovo millennio (Mondadori, Milano 1998), Gatto Trocchi riserva un capitolo alle sette sataniche, che vale la pena prendere in considerazione.
La prima osservazione riguarda il rigore documentale. Proprio nell'incipit del capitolo in questione si legge:

Eppure tali insignificanti frange demoniache vengono legittimate dalle comunicazioni di massa che amplificano incredibilmente il fenomeno. Il gruppo dei Bambini di Satana, attivo nella città di Bologna, appare spesso sulle prime pagine dei giornali anche in seguito a processi penali. Tale gruppo, lungi dall'essere un caso isolato di folklore urbano, si riconnette a uno stile di vita trasgressivo che viene sempre più legittimato. (Ibidem, p. 200).

Gatto Trocchi "dimentica" di dire che la criminale campagna diffamatoria messa in piedi dai giornali locali e nazionali sul caso Bambini di Satana (già trattato in Lasciate che i bimbi), non solo ha leso l'immagine di cittadini innocenti in maniera quasi irreversibile, ma è stata messa a tacere da una pesantissima sentenza di assoluzione. La deontologia del ricercatore dovrebbe spingere a informare fino in fondo i lettori. Ma evidentemente questo genere di informazioni non torna utile a un certo tipo di discorso [2].
L'analisi di Gatto Trocchi prosegue con una panoramica sulle sette sataniche statunitensi e col riferimento a recenti casi di narco-satanismo e sacrificio rituale di infanti, "accertati" in due comunità periferiche del Messico. Dopodiché, previa sibillina premessa, la ricercatrice precipita nel più puro Ferrari-style:

In Italia non siamo ancora a tali livelli di pericolosità sociale, ma il corteggiamento delle forze occulte è persistente e inquietante. Sette sataniche selvagge crescono un po' ovunque come funghi, si aggregano per brevi periodi e poi scompaiono e riappaiono in forme mutate. L'unico elemento unificante del satanismo è l'insofferenza per ogni norma e la trasgressione estrema. (Ibidem, pp. 203-4).

La seconda metà del capitolo è interamente dedicata a Georges Bataille. Lo scrittore francese viene definito come il Grande Vecchio che presiede alla cultura satanista contemporanea, un vero padre spirituale. Gatto Trocchi scatena contro Bataille tutta la propria forza dialettica: quattro intere pagine di invettiva, con punte di vero lirismo:

Bataille ha descritto i fantasmi oscuri che sembrano dominare l'immaginario trasgressivo del giorno d'oggi: eresie che proclamano la salvezza attraverso il peccato, la trasgressione e l'eversione totale. La discesa nelle oscure cerchie infere fa incontrare a Bataille la sporcizia, il rivoltarsi voluttuoso in tutto ciò che l'ordine aristocratico e autoritario esclude da sé come urina, feci, sangue, sperma e materie simili che diventano parte di quell'erotismo totale che la sovranità politica avrebbe represso. Per Bataille (e non possiamo non pensare a delle deviazioni psicologiche oltre che a una presa di "posizione metafisica") vi sono sfere oscure in cui l'eccitazione sensuale si giova dell'immondo, dell'aberrante, del cadaverico. Di qui l'incesto necrofilo, la riscoperta della sodomia, del sabba e dell'orgia infeconda, la possibilità di trasgressione legata alla perversione polimorfa e agli atti innaturali.

Dopo altre chicche stilistiche del genere e fantastiche iperboli ("L'automutilazione dei genitali aprirebbe una ferita che è una lugubre vagina o un nuovo ano attraverso cui l'io si congiunge e si perde con gli altri nell'orgia dionisiaca"), alla fine la domanda che sorge spontanea nel lettore è una soltanto: Embè?
Ma è l'autrice stessa, sul finale, a spiegarsi:

La distanza culturale tra Bataille e i satanisti nostrani sembra abissale. Eppure le tematiche dello scrittore francese si ritrovano semplificate e involgarite in molte Bibbie del Male che oggi circolano tra i luciferiani.

E poi, qualche riga oltre:

Al di là delle oscenità descritte (che ormai sembrano diventate di routine) il messaggio di Bataille è un messaggio di annientamento. Il tema della "fine della storia" si sposa con l'attesa dell'Apocalisse dei satanisti contemporanei.

I satanisti sono diventati dunque anche apocalittici. Questa ci mancava.
Basta così. Era necessario mostrare come la costruzione del clima anti-satanista coinvolga anche figure formalmente "esterne" agli apparati clerico-giudiziari.
Ora possiamo scendere nel fango delle inchieste. Ma non stupitevi se "casualmente" vi capiterà di imbattervi in alcuni dei personaggi che abbiamo già incontrato.

 

NOTE

1. Per citare i casi più eclatanti di suicidio collettivo legato a sette religiose ricordiamo: il "rogo di Waco" nel Texas, 1993; il suicidio in due tempi dei seguaci di Luc Jouret sulle Alpi francesi e svizzere, 1994-95; quello della setta tecnologico-esoterica Heaven's Gate, in occasione del passaggio della cometa Hale Bopp, 1997; e il più clamoroso, l'autoavvelenamento di quasi mille adepti del Tempio del Popolo del reverendo Jones, in Guyana, nel 1978.

2. La buona norma dello studioso serio di cercare conferma alle proprie intuizioni e presentimenti, onde non incorrere in banali errori che possono retroagire su tutto il discorso, non è stata, in questo caso, rispettata da Gatto Trocchi. Nel capitolo in questione, a proposito di quella che la ricercatrice ci garantisce essere la "predilezione" dei satanisti per le cose ritenute comunemente "immonde", si legge in una nota:
"Il tempio dei Bambini di Satana di Bologna era 'affrescato' con escrementi e sperma, sulle pareti e sul soffitto. Il fenomeno non è solo 'nauseante': implica una mutazione antropologica che abbatte le barriere tra sporco e pulito, tra puro e impuro, tra escremento e ornamento, categorie contrapposte che devono rimanere separate e distinte come accade presso tutti (dico tutti) i popoli primitivi. La separazione tra sporco e pulito è il fondamento della civiltà. Vedi M. Douglas, Purezza e pericolo, Il Mulino, Bologna 1989".
Ora non solo il "tempio" dei Bambini di Satana non è mai stato "affrescato" di merda e sperma - e questo dimostra che Gatto Trocchi scrive senza cognizione di causa -, ma soprattutto viene da domandarsi come è possibile credere che un luogo frequentato abitualmente possa avere le pareti spalmate di merda! Provate a immaginare cosa comporterebbe in termini di respirabilità dell'aria, prolificazione di larve di mosca e diffusione di malattie!
A Gatto Trocchi consigliamo di preoccuparsi, più che dei fondamenti della civiltà, dei fondamenti delle sue ricerche...

 

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