L'articolo che riporto fa parte di una pseudoinchiesta superficiale
e incolta su Bologna, intitolata "Il grande tortellino", da pag.73
a pag.86, intervallata da una pubblicità Olivetti [eh! eh!]. Il tentativo
di articolo sull'Associazione Psicogeografica di Bologna (mai menzionata,
e confusa tout court col Luther Blissett Project, che in città comprende
invece altre realtà singolari e collettive) è firmato da un
certo Attilio Giordano, e riporta false testimonianze di presunti "espulsi
dal gruppo".
-Naturalmente non esiste nessun "gruppo", chiunque è libero
di usare il nome di Blissett quando, come e dove gli pare; altrettanto naturalmente,
una situazione del genere è estranea a qualsivoglia concetto di "espulsione".
Infine, l'affermazione secondo cui l'uso del proprio nome anagrafico o di
altri pseudonimi sarebbe incompatibile col multiple name è smentita
da tutta la storia di questa pratica comunicativa, e a Bologna è
smentita in particolare dalle attività del Teatro Situazionautico
"Luther Blissett" di Riccardo Paccosi e del videomaker I.O.T.A.Z.
-Quasi tutte le dichiarazioni virgolettate non sono mai state rese, in particolare
quella secondo cui alla trasmissione radiofonica dell'APB non sarebbero
graditi "estranei" (nessuno è estraneo in una trasmissione
che invita ad autorganizzarsi derive ed esplorazioni notturne della città)
e quella secondo cui l'APB proverrebbe in gran parte dall'area dell'Autonomia
(immaginiamo che a Vincenzo Miliucci si siano rizzati i capelli in testa!).
-Per quanto riguarda Vignocchi, tale personaggio è stato effettivamente
allontanato (INFORMALMENTE e con rammarico) dall'APB, per una serie di motivi
che vanno in ordine decrescente di gravità dalla ripetuta apologia
di fascismo alla difesa ideologica del copyright, passando per atteggiamenti
meschini di invidia e di risentimento e per la messa in circolazione di
vere e proprie calunnie su alcuni membri dell'Associazione. Per quanto riguarda
Brizzi, chi scrive lo ha incontrato due volte in tutta la propria vita per
non più di due minuti complessivi, e ci avrà scambiato sì
e no trenta parole; non mi risulta che abbia mai usato il multiple name,
è tuttora libero di farlo, e comunque l'uscita del suo romanzo "Jack
Frusciante è uscito dal gruppo" è antecedente di ben
due mesi alla fondazione dell'APB.
- È la prima volta che Luther Blissett, plagiarista rampante, yuppie del
detournamento e aspirante miliardario, viene accusato di aborrire il successo.
A Luther Blissett piace il successo (certo, una variante "anomala"
di esso) come a chiunque altro, ma il successo va ottenuto con stile.
Insomma, è un articolo stupido e menzognero: è bellissimo,
uno dei più belli usciti sinora sul Luther Blissett Project. Detto
questo, lo riporto.
Da "Il Venerdì di Repubblica" del 7/4/95:
LUTHER BLISSET [*]: TUTTI PER UNO
Ultime tendenze: nasce un "soggetto collettivo" per i giovani bolognesi. Artista, ricercatore, psico-geografo, l'importante è che nessuno riveli la propria identità. Pena: l'espulsione dal gruppo
Bologna. L'atmosfera è cupa, fuori piove e comincia a scurire. Dopo molte telefonate abbiamo trovato Luther Blisset che, da alcuni, ci viene indicato come una delle ultime tendenze della cultura giovanile "alternativa". Un Luther Blisset. Come si chiami davvero non si può sapere o, almeno, non si può scrivere. Perché Luther Blisset è un'identità collettiva della sedicente no-generation. Ogni opera artistica, ogni posizione [che è, il Kamasutra? N.d.R.], ogni ricerca [l'Istituto Pasteur di Parigi? N.d.R.] è firmata con il suo nome e chi infrange la regola è emarginato dal gruppo. È successo a Enrico Brizzi, dopo il successo del suo romanzo "Jack Frusciante è uscito dal gruppo", edito con il suo nome. Per stare ai patti avrebbe dovuto firmarlo Luther Blisset e accettare l'anonimato.
Luther Blisset era un calciatore nero, famoso in Italia per la sua cattiva prova nel Milan dopo grandi successi in Inghilterra. Nessuno sa spiegare esattamente le ragioni di questa scelta, ma è probabile che esse risiedano proprio nella sua inesplicabilità. Lui o un altro, per un individuo collettivo fa lo stesso.
Al telefono il Luther che abbiamo rintracciato spiega: "È un'esperienza
che viene dagli Stati Uniti e dall'Inghilterra e, in Italia, da Bologna
sta cominciando ad allargarsi in altre città italiane. Ci occupiamo
di produzione artistica, di ricerca, di espressione sociale ma non si può
definire l'ambito di azione poiché ognuno è libero di essere
Luther, se lo vuole, ed esprimersi come crede".
Luther, a Bologna, ha dei luoghi? "Molti di noi si vedono al centro
sociale 'Livello 57', ma anche qui sarebbe limitativo definire dei luoghi.
Ognuno fa come crede, non vi è alcuna regola".
Luther Blisset si materializza, nella sua forma molteplice, in una trasmissione di Radio Città del Capo, emanazione bolognese di Radio Popolare di Milano. Qui hanno uno spazio fisso i Blisset che praticano la psico-geografia, una delle nuove scienze dell'universo giovanile [già, peccato che risalga a prima del "De Bello Gallico"...N.d.R.]. Si basa sulla tradizione secondo la quale alcune città italiane, e del mondo, hanno dei nodi di energia, punti della geografia urbana dove si concentrano forti tensioni, positive o negative. Possono essere piazze, incroci, monumenti.
Dal centralino della radio partono e giungono flussi di comunicazione spontanea sotto forma di telefonate: "Ci sono gruppi di psico-geografi che indagano sui punti di energia che sostengono l'equilibrio della città. Girano, di notte, e li individuano sulla base di luci, sensazioni, storia. Poi telefonano e si scambiano le informazioni. La città è governata dalle sue forze ["sue" di chi? Al cuore della sintassi, Ramon, al cuore! N.d.R.]" dice il Luther "e noi le cerchiamo inseguendo le direttrici (lay lines) [in realtà "Ley lines", N.d.R.] di questa energia".
Non è solo teoria: i Luther combattono qualsiasi violenza che renda difficile questa trasmissione di energia e la contenga. Sono quasi tutti ferratissimi in urbanistica e combattono i grandi progetti "snaturanti" di Bologna [come se nella "natura" di Bologna ci sia qualcosa da difendere! N.d.R.]: dalla nuova faraonica stazione ferroviaria all'alta velocità, all'urbanizzazione molesta. Non temete che questo anonimato renda poco efficace la vostra azione? "Anzi, al contrario. Si trasmettono idee senza nome che possono essere molto forti".
I Luther, come ogni moderno [aaarrrggghhhhhh!], sono telematici e credono molto nella comunicazione via computer. Il che consente di superare i confini nazionali. E tuttavia conoscono, magari superficialmente, anche la storia esoterica delle potenze che vivono a Bologna.
Sono politicizzati ("In gran parte proveniamo dall'area dell'Autonomia"), ma rifiutano la divisione destra-sinistra perché insufficiente. Lamentano, sopra ogni cosa, il controllo sociale delle istituzioni bolognesi: vedono nei computer che regolano l'accesso al centro storico e nella monitorizzazione degli autobus dei malcelati sistemi di repressione. Ma, anche in politica, i Luther scontano la difficile definizione dell'ideologia di un soggetto sociale collettivo [a parte che Luther Blissett non rientra nella casistica, ma le classi, i ceti, le professioni, i sindacati, i partiti e le associazioni non sono soggetti sociali collettivi? Analfabeta! N.d.R.].
Al telefono avevano detto: "Non venga in trasmissione, non gradiamo estranei. A proposito, lei come si chiama?". Io? Luther.
* l'articolista incappa in questo refuso e se lo trascina dietro per tutto l'articolo.