Da "Noidonne", anno 5, n.11, novembre 1995, pag.52:

Nuove tendenze

LUTHER: NEL NOME COLLETTIVO

Luther Blissett non è una persona vera. Ma va in tv, in radio, scrive libri. Perché chiunque, maschio o femmina, può essere Luther Blissett. Tre sono venuti/e a trovarci in redazione

 

di Cristiana Scoppa e Maria D'Amico

"Quando parlo di me non faccio distinzioni di genere, perché io supero tutte le differenze". "Il movimento femminista è un po' stagnante proprio perché troppo attaccato alle differenze. Mentre io miro ad una unicità post-genere, che le oltrepassi" [forse sarebbe stato meglio dire *identità*, Luther! Detta così, sembra che ti proclami favorevole all'omologazione. "Differenza" deriva dal greco *dia-fero* (portare/portarsi attraverso), ed è quindi già dall'etimo il contrario di "identità", che è il rimanere *idem*, identici. Il problema delle differenze è che quando si comincia a parlare di "difenderle" o di "salvaguardarle", le si nega in quanto differenze e le si trasforma in identità. Le differenze vanno "portate attraverso", messe in gioco, rischiate, sennò diventano *identiche a se stesse*. Il nemico è quindi quello che Etienne Balibar definisce *differenzialismo identitario*, categoria in cui rientra anche certo femminismo giurassico. N.d.LB].

"Comunque, io tengo molto a chiarire che il percorso del movimento femminista lo rivendico tutto. Il differenzialismo va bene in una fase di difesa, però deve essere superato in una fase di attacco".

A parlare sono tre "individui" diversi, capelli rossi, castani e biondi, sei piedi calzati rigorosamente in Dr.Martens, maschi o femmine non importa: perché loro si definiscono soltanto, semplicemente, Luther Blissett, nome unico che fa per tre. Luther Blissett è infatti un multiple name, un nome collettivo che chiunque può usare per firmare le proprie performances, opere d'arte, rivolte, scandali, boicottaggi, fanzines, lettere ai giornali e trasmissioni radio. Si declina però sempre al maschile, anche quando a incarnarlo è una donna [Questa cazzata come ti è venuta in mente, sorella? N.d.LB.] Immaginate un "gaudente terrorista culturale" (così si definisce Luther Blissett nell'omonima fanzine, sottotitolo: Rivista di guerra psichica e adunate sediziose) che si muove attraverso le reti telematiche, telefoniche, postali, sociali, urbane. Un personaggio-metodologia che vuole essere un nuovo modo di fare comunicazione.

Le origini rimangono avvolte nel mistero. Luther Blissett non è (se mai lo fosse stato) un individuo in carne e ossa: non il calciatore inglese di origine caraibica ingaggiato tra le file del Milan nel campionato 1983-84. O l'artista inglese, tale Harry Kipper, nome d'arte Luther Blissett, autore di numerosi "street guerrilla acts", azioni di guerriglia urbana per destabilizzare il rigido assetto delle città britanniche. O l'omonimo artista e illusionista protagonista di uno scherzo mancato ai danni della trasmissione Rai "Chi l'ha visto?" [mancato??? N.d.LB.] E nemmeno forse il Reverendo William Cooper, autore dell'audace "Sesso estremo" (edito da Castelvecchi), ipotesi avanzata da Gilberto Centi nel suo istruttivo volumetto "Luther Blissett - L'impossibilità di possedere la creatura una e multipla", pubblicato dalla casa editrice Synergon, molto vicina ai movimenti "antagonisti". E Luther Blissett è fra questi.

Proprio a Bologna ha fatto le sue prime "apparizioni": due anni fa, sulle onde di Radio K Centrale e Radio Città del Capo. La trasmissione funziona più o meno così: un manipolo di Luther Blissett occupa la radio a notte inoltrata; altri Luther divisi in "volanti" si lanciano verso le derive metropolitane, a caccia di eventi o per provocarne. Le derive altro non sono che traiettorie anomale rispetto al percorso forzato casa-lavoro-luogo di ritrovo in cui è inscatolata la maggior parte degli individui. In contatto telefonico con la radio, i Luther coinvolgono gli ascoltatori in un'"avventura psicogoegrafica" per ridisegnare la mappa della città, le piazze, gli edifici, le strade attraverso le loro emozioni. Psicogeografia, come si legge nel numero zero della fanzine "Luther Blissett", è la "descrizione del territorio fondata non solo sugli aspetti fisici, ma anche sugli stati emotivi che implica il suo attraversamento".

"L'obiettivo", ci spiega uno dei Luther, "è il deturnamento della società dello spettacolo in cui siamo immersi. In pratica: stravolgere i codici linguistici e immaginari che sono stati imposti dalla spettacolarizzazione della vita quotidiana". Deturnamento, dal francese detourner, deviare, indicia "un'operazione sul linguaggio in due tempi: il termine va prima decontestualizzato, separandolo dal suo significato corrente. Poi riqualificato in modo da produrre nuovo senso. Perché il linguaggio riflette i rapporti di forza della società. Per cui è chiaro che", prosegue Luther, "se la società è di matrice patriarcale, il linguaggio non può che essere maschile". Ma questo non l'avevano già detto le femministe? "Sì, ma loro hanno riciclato un codice già esistente, trasportandolo in un diverso contesto", ribatte Luther. "Non basta: bisogna operare all'interno del codice stesso, dove avviene la funzione di attribuzione del significato". [Devo dire che l'ultimo passaggio è un po' oscuro... N.d.LB.]

Resta il fatto che Luther Blissett è un nome maschile, nel quale non sempre le ragazze che ne adottano la strategia riescono a riconoscersi appieno: vale a dire come donne. E nemmeno si accontentano di una proposta neutra, a giudicare dagli interventi nelle puntate di "Radio Blissett" trasmesse dalla romana Radio Città Futura. "Perché è una questione molto drammatizzata", afferma Luther, che preferisce immaginare "un nomadismo identitario, all'interno del quale l'elemento maschile e quello femminile non tentano di prevaricarsi. La soluzione potrebbe essere quella proposta da una mia amica, Helena Velena: il transgenderismo". Nel transgenderismo, stando a quanto scrive Velena nel suo ultimo libro, "Dal Cybersex al Transgender" (Castelvecchi), sono comprese tutte le possibili identità che un individuo può assumere in un percorso a due poli: da uomo a donna, da eterosessuale a omosessuale. "Ecco", conclude Luther, "transgenderista è un aggettivo che mi si addice". Provocato sullo stesso argomento, Gilberto Centi profetizza: "La collocazione delle donne all'interno del Luther Blissett Project è un problema che diventerà sospetto se non risolto nell'arco di sei mesi". [Già. Peccato che Gilberto Centi non ricordi di aver mai dichiarato niente del genere!, N.d.LB.]

Come può un individuo, con i suoi confini e le sue specificità, ritrovarsi nella molteplicità blissettiana, indefinita e mutevole? Luther parte alla carica: "Sono proprio i confini che devi abbattere, attraversarli in modo fluido. L'identità che ci è imposta è uno strumento del potere che se ne serve per accumulare sapere su di noi, per classificarci e controllarci". Ecco allora Luther Blissett che strappa la "propria" carta d'identità, simbolo di quel codice che impedisce di inventarsi nuove esistenze, mutare. Ma se l'individualità deve scomparire nel nome collettivo per dar vita a "una storia senza alcun nome proprio, una storia di persone, non di nomi, di umanità non di uomini", come recita un messaggio telematico firmato Luther Blissett, "la vera liberazione è far emergere la propria personalità in tutti gli spazi", sottolinea il Luther in redazione. Una contraddizione?

[Direi di no, almeno non nella forma del "tertium non datur"... "Persona" non è sinonimo di "Individuo", etimologicamente è quasi il contrario: "Persona" in latino significa "maschera", identità che si può assumere e svestire; ognuno di noi ha ed è più persone e personalità, indossa e si toglie tante *maschere* (il termine qui non è connotato negativamente, come invece suona sulle labbra dei cultori della "Verità"). "Individuo" è invece l'"atomo sociale", l'identità, una soggettività giuridica e politica modellata sull'idealtipo borghese dall'ideologia liberale. N.d.LB.]

L'attività di Luther Blissett, che Gilberto Centi definisce antagonismo fluido, è fatta di eventi quotidiani. "Come la festa organizzata sull'autobus 30 notturno a Roma, un modo per risignificare il tempo vuoto del trasporto da un punto all'altro della città". L'altro Luther rincara la dose: "Infatti tutte le strutture della metropoli sono create per una funzione di tipo produttivo, concetto che io contesto". "Non sono troppo d'accordo con me stesso", interviene il terzo Luther, "non sono contraria al concetto di produttività. Sono contraria a lasciare che sia la produttività a condizionare tutta la società" [ma che intendi per "produttività"? N.d.LB.]. Il triplice Luther Blissett in trasferta nella redazione di "Noidonne" si immerge in un'appassionata discussione non molto dissimile da quella telematica "da Luther Blissett a Luther Blissett" avviata sulla bbs A.va.na. [in realtà "AvANa", sennò l'acronimo non ha più senso, N.d.LB.] - Avvisi ai Naviganti, rimbalzata su altri nodi della rete Cybernet, a proposito del copyright, "bestia nera" di molto mondo underground che considera il plagio "il metodo artistico realmente attuale" (dal libro di Centi). Proprio la Siae, dopo l'Anagrafe e l'Ufficio del Lavoro, è stata l'oggetto di una performance in perfetto stile blissettiano: l'"attacco psichico". Alle tre di notte una quarantina di Luther Blissett si sono ritrovati, le mani intrecciate, di fronte al tempio del diritto d'autore e hanno sferrato il loro attacco psichico al suono di Om e musica techno. Apparentemente nulla è cambiato, il palazzetto della Siae è sempre là, ma la strategia sta nel fare qualcosa di assolutamente nuovo [ma se abbiamo appena detto che siamo per il plagio! N.d.LB.], inaspettato, destabilizzante. Di cui i media siano disposti a parlare [Bum! N.d.LB.].

Sono azioni politiche? Per Gilberto Centi "la politica ha regole e giochi che i Luther seguono solo 'di profilo'". Sulla fanzine si legge: "Attenzione: questa non è una rivista fascista", forse per mettere un punto di fronte all'incontrollabile variare dell'identità, e quindi del credo politico, di chi si firma Luther Blissett. Si può allora definire comunista? "Comunista no, almeno non nell'accezione classica", risponde Luther. Ma l'altro Luther subito interviene: "Sono molto più anarchico. Sono per il caos comunicativo". [ma la maggior parte degli anarchici NON è per il caos comunicativo, bensì per "pochi concetti forti e chiari". Gli anarchici sono tra i più conservatori sul piano semiologico, N.d.LB.]. "O meglio", precisa il terzo Luther, "sono per il comunismo come movimento reale e non come potere statale". E lancia uno slogan intrigante: "Potenza di movimento contro potere di stato", spiegando che "stato va inteso non solo in senso istituzionale, ma proprio in senso etimologico: stasi, fermo, immutabile". Comunque, alla base di qualsiasi performance c'è sempre un'intenzione ludica, tanto che nel look i Luther si ispirano ai pupazzetti Playmobil: abbigliamento colorato, armi giocattolo, berretti vari.

[Questa descrizione è sublime, e da sola riabilita l'articolo, per il resto segnato da una divertente confusione filosofico-categoriale. Probabilmente al momento dell'intervista mancava un traduttore automatico universale che permettesse alle giornaliste di decrittare lo schizo-linguaggio dei Luther romani. D'altro canto, questa confusione non è infeconda di suggestivi deturnamenti involontari! N.d.LB.]
Gioco però inteso essenzialmente come inganno, depistaggio, scherzo ai danni di chi, seri(os)amente, cerca di imbrigliare in una definizione questo "fenomeno giovanile" [Difatti non è un fenomeno *prettamente* giovanile, rientrando alcuni di noi nella fascia d'età dai 40 anni in su. Un avanbardo ha addirittura 58 anni! N.d.LB.]. "Quindi sappiate che scrivere un articolo su Luther Blissett è a vostro rischio e pericolo!", minacciano i Luther.

Se comunque alla fine di questa lettura vi fosse venuto lo sghiribizzo di un'adunata sediziosa o di un attacco psichico (magari anche solo contro l'amministratore del condominio!) potreste sempre trasformarvi in Luther Blissett. "Non c'è alcuna condizione né limitazione all'uso del nome collettivo. Non è necessario iscriversi a niente, né avvisare nessuno...neanche se stessi!". E poi, è pure gratis!