Comunicato stampa di Luther Blissett

ALDO BUSI TRASCINA IN PRETURA
L'EDITORE CASTELVECCHI,
CALUNNIA LUTHER BLISSETT , CHIEDE IL SEQUESTRO
DEL LIBRO LASCIATE CHE I BIMBI
E 300 MILIONI DI RISARCIMENTO

Questa mattina, 22 gennaio 1998, un pretore romano deve decidere la sorte del libro di Luther Blissett "Lasciate che i bimbi. Pedofilia: un pretesto per la caccia alle streghe" (Castelvecchi, 1997).

Si tratta, come dice la quarta di copertina, di una controinchiesta "sulle ingiustizie subite da tanti adulti imprigionati sulla base di voci o di semplici sospetti, e dai tantissimi bambini torchiati e manipolati affinché dicessero ciò che le autorità volevano sentirsi dire".

"un salutare antidoto all'isteria collettiva che [dopo il caso di Silvestro Delle Cave] ha preso l'intero universo della comunicazione [...] libri di questo genere vanno meditati con molta attenzione."

(B. Campello, La Repubblica, 1 dicembre 1997)

 

Lo scrittore Aldo Busi, a cui si deve questa bizzarra iniziativa, afferma di non essere stato avvisato dell'inclusione, nell'appendice documentaria di "Lasciate che i bimbi", di un suo articolo già apparso sulla rivista gay Babilonia nel novembre '96. Quest'affermazione è falsa in quanto già nell'estate '97 gli anonimi autori del libro ne presentarono a Busi il testo integrale. Busi rispose con una lettera autografa datata 13/9/97, esprimendo un (moderato) apprezzamento. Questa lettera, che dovrebbe valere a tutti gli effetti come un'autorizzazione, verrà prodotta da Castelvecchi durante l'udienza.

Ma l'avvocato di Busi si spinge ben oltre, e scrive che lo pseudonimo collettivo "Luther Blissett" è "universalmente conosciuto" e "utilizzato" per coprire il traffico telematico di pornografia infantile, accennando a certo "materiale figurativo" non ben specificato, il che oltre ad essere platealmente falso, è un patetico tentativo di influenzare il pretore, presentando la controparte come una losca setta di maniaci.

Esistono una copiosissima rassegna-stampa e una lunga produzione telematica-editoriale (compreso un libro nella collana Oscar Mondadori e la partecipazione fissa alla trasmissione Altromondo su TMC2!) a dimostrare che il nome multiplo è da diversi anni ben conosciuto per azioni di "spiazzamento cognitivo" e "terrorismo culturale"del tutto estranee alla questione-pedofilia.

Busi, sempre per mano del suo avvocato, afferma di avere subito "danni patrimoniali e materiali" da questa vicenda, il che è assurdo: le sue posizioni libertarie contro l'isteria di massa sulla pedofilia le ha dette e ripetute davanti a milioni di telespettatori, le ha scritte su Babilonia e su Il Manifesto, le ha ribadite in interviste rilasciate a tutta la stampa nazionale. In che senso e in che modo Blissett lo avrebbe "moralmente" danneggiato? Ristampando un suo testo in appendice ad un libro da 2000 copie, quando milioni di italiani hanno sentito le stesse cose dalla sua viva voce?

Secondo Busi, Blissett avrebbe decontestualizzato il suo articolo, che "affrontava il tema della omosessualità e non quello della pedofilia". Questo è ridicolo, chiunque legga quel testo (peraltro intitolato "Scusi, mi dà una caramella?") capirà istantaneamente di cosa parla.

Secondo Busi, l'associazione della sua immagine con quella di Blissett "non può che peggiorare il suo rapporto con editori, pubblico o lettori già acquisiti o potenziali". Se fosse questo il punto, basterebbe far notare che non vi è stato alcuno sfruttamento dell'immagine di Busi: al suo articolo non è stato dato alcun particolare risalto nel contesto del libro, e l'editore non ha apposto nessuna fascetta editoriale del tipo: "con in appendice un saggio di Aldo Busi". Ma il punto non è questo.

Secondo noi è proprio questa frase a rivelare chi e cosa sta dietro una scelta insensata, carabinieresca e in una certa misura "fratricida". Busi, dopo essersi esposto su un tema così controverso, deve avere subito pressioni dai suoi editori o da chi per essi e/o tramite essi. E così, per non sembrare troppo estremo agli occhi dei lettori nazional-popolari, e soprattutto per timore di ripercussioni sulla sua forza contrattuale nel mondo dell'editoria, questo Grand'Uomo se la prende coi pesci piccoli dell'editoria. Brutta fine.

Per quanto riguarda i "danni materiali", il cui risarcimento viene quantificato nell'iperbolica, spropositata cifra di 300 milioni, ribadiamo che Busi era al corrente dell'operazione. Ma tant'è: quest'esoso figuro vuole la grana, e non contento chiede anche il sequestro del libro dalle librerie di tutta Italia.

Se costui vincesse, un libro già "maledetto" (anche se ben accolto dalla critica meno allineata) scomparirebbe dagli scaffali, sequestrato dalle forze dell'ordine.

Scagliandosi contro una delle poche, flebili voci critiche nei confronti delle istigazioni politico-mediatiche a linciare i "pedofili", nuovi capri espiatori di una società che dei bambini se ne fotte, il piccolo signor Busi - dopo qualche capriccio d'artista - si è definitivamente allineato alla gesuitica Realpolitik di questo paese, unendosi entusiasticamente alla caccia alle streghe.

La posta in gioco è la libertà d'espressione. State pronti a darvi alla macchia.

 

 

Luther Blissett Project

 


TESTO INTEGRALE DELL'ESPOSTO DI BUSI

PRETURA DI ROMA

RICORSO EX ARTT. 166 E SEGG. L. 633741

PER SEQUESTRO CONSERVATIVO

EX ARTT. 671 [illeggibile]

RICORSO EX ART. 700 c.p.c.

 

Il dott. Aldo Busi di Montichiari, qui assistito dall'Avv. Danilo Vecchiatti di Milano - V.le Corsica 43 e in unione e disgiuntivamente dall'Avv. Daniela Lo [illeggibile] - per delega a margine del presente atto.

 

PREMESSO

 

1) L'editore Castelvecchi Editoria e Comunicazione Srl. di Roma via Visso

12/14 ha pubblicato un libro chiamato "Lasciate che i bimbi", dal sottotitolo "Pedofilia: un pretesto per la caccia alle streghe", del quale risulta essere l'autore tale "Luther Blissett".

2) La pubblicazione costituisce un intervento letterario che, in base a quanto si legge nell'introduzione del libro, e all'esame del suo contenuto, pare voler sostenere che le accuse mosse alla pedofilia costituiscano sempre, o comunque in buona parte, un pretesto per porre in essere, da parte di alcuni centri di potere, ad [sic] una vera e propria "caccia alle streghe".

3) In tale pubblicazione, i cui capitoli paiono essere riconducibili talvolta a "Luther Blissett", e talvolta ad altri soggetti più o meno sconosciuti, viene inserito uno scritto di Aldo Busi, alle pagine 111 e seguenti, dal titolo "Scusi, mi dà una caramella?".

4) Al termine di questo scritto del dott. Busi si legge testualmente: "da "Babilonia", settembre 1996. Ripubblicato per gentile concessione della rivista."

5) Si impone a questo punto una premessa: come il libro in questione specifica solo alla fine, "Luther Blissett" non è uno scrittore, o comunque un uomo definito, ma un nome di fantasia utilizzato da parte di chi voglia scrivere o trasmettere in altro modo il proprio pensiero mantenendo comunque di fatto l'anonimato.

6) Di fatto però, lo pseudonimo "Luther Blissett" è universalmente conosciuto, e utilizzato, specialmente via "Internet", per la trasmissione di informazioni e materiale (anche figurativo, non solo letterario) riguardante la pornografia e la pedofilia.

7) Il dott. Aldo Busi, che non condivide e comunque non vuole essere associato né all'una né all'altra di tali manifestazioni, non ha mai autorizzato l'editore Castelvecchi ad inserire nel libro in esame il proprio scritto che, tra l'altro, è stato precedentemente pubblicato da "Babilonia" (sia pure senza alcun contratto autorizzativo) in altra epoca, altro contesto, altra situazione socio culturale.

8) Il dott. Busi non ha mai autorizzato la rivista "Babilonia" a cedere a terzi il diritto di pubblicare il proprio articolo, né "Babilonia" avrebbe mai potuto farlo, in quanto neppure tale rivista possiede un diritto di pubblicazione o utilizzazione economica, né come editore né per altro titolo.

9) Interpellati sui fatti sin qui esposti, peraltro, i responsabili della rivista "Babilonia" hanno affermato di non avere mai autorizzato l'editore Castelvecchi a pubblicare alcunché...

10) La pubblicazione da parte della Castelvecchi dello scritto del dott. Busi nuoce gravemente allo stesso sia sotto il profilo patrimoniale che sotto quello morale.

10A) Sotto il profilo morale in quanto, per il diverso contesto in cui lo stesso viene inserito, esso viene snaturato rispetto alla originaria pubblicazione, che affrontava il tema della omosessualità e non quello della pedofilia. In tale modo lo scritto sembra venire motivato dalla volontà di difendere la pedofilia, anche perché inserito in una più vasta opera (il libro della Castelvecchi) nella quale, pur rappresentando lo scritto del dott. Busi l'unico inserto caratterizzato dalla notorietà e autorevolezza dello scrittore, esso viene arbitrariamente inserito in un più vasto contesto dell'opera che pare in qualche modo, se non diretto a difendere la pedofilia, quantomeno a criticare chi la censura. Inoltre Lo pseudonimo "Luther Blissett" è conosciuto da una rilevante percentuale degli "uomini della strada" e dalla quasi totalità degli intellettuali come attribuibile e comunque associabile a chi si occupa attivamente di pornografia e pedofilia.

10B) Deriva di conseguenza al dott. Busi un gravissimo danno di immagine che oltre a colpirlo sotto il profilo morale, lo colpisce patrimonialmente, poiché l'associazione della immagine del dott. Busi con queste "situazioni" non può che peggiorare il suo rapporto con editori, pubblico o lettori già acquisiti o potenziali in genere.

11) Aldo Busi è conosciuto dal grande pubblico non solo come scrittore ma anche come critico letterario e di costume, ed opinionista in giornali e trasmissioni radiofoniche e televisive. La diffusione nuoce e reca quindi gravissimo e irreparabile danno al dott. Busi, deteriorando il suo rapporto con i lettori, gli editori, il suo pubblico acquisito o potenziale. Il danno è evidente sia sotto il profilo patrimoniale che sotto quello morale e comunque di autore.

Il dott. Busi si vede infatti leso nei suoi diritti di autore, nel diritto di utilizzazione economica dell'opera e nel diritto morale relativo al diritto di autore.

Quanto sopra premesso

 

CHIEDE

 

nei confronti della Castelvecchi Editoria e Comunicazione Srl. di Roma - via Visso 12/14 - in persona del legale rappresentante pro tempore:

- Poiché appaiono sussistere gli estremi previsti dalla legge per la concessione del sequestro conservativo anteriore alla causa di merito, che previi tutti gli incombenti di legge venga disposto su tutto il territorio nazionale il sequestro del libro pubblicato dall'editore Castelvecchi.

- Che vengano adottati in via d'urgenza i provvedimenti cautelari idonei a impedire la ulteriore pubblicazione, commercializzazione e diffusione del libro di cui trattasi.

- Che venga disposta la pubblicazione di una dichiarazione di smentita che chiarisca la assoluta estraneità del dott. Busi alla pubblicazione del libro in questione e la illegittimità della utilizzazione e della pubblicazione del libro medesimo.

Il tutto inaudita altera parte ovvero in subordine previa integrazione del contraddittorio.

In ordine alla successiva causa di merito, oltre alla conferma delle conclusioni che precedono si preannuncia che si assumeranno le seguenti ulteriori

 

CONCLUSIONI

 

Condannare parte convenuta al risarcimento dei danni patrimoniali e morali subiti dall'autore nella misura di lire 300.000.000 e in quella anche diversa, maggiore o minore, che risulterà di giustizia.

Si richiedono i seguenti accertamenti in via istruttoria: assunzione di informazioni testimoniali sui fatti di cui alla premessa, salvo migliore capitolazione.

Testi (con espressa riserva di altri indicamenti): Dott. Edoardo [Lomuoio?] di Milano; responsabile rivista Babilonia.

SI PRODUCE: 1 estratto libro "Lasciate che i bimbi" di Luther Blisset [sic]

- editore Castelvecchi con riserva di produzione della copia integrale.

 

Milano - Roma

 

Avv. Danilo Vecchiatti [segue firma autografa]

[timbro: DEPOSITATO IN CANCELLERIA - Roma, 23 DIC 1997]

 


23 Jan 1998

 

Fine primo tempo: Blissett 1 - Busi 0

CHIAMATEMI PODOBNICH

Il pretore Bonaccorsi ha respinto la richiesta di sequestro del libro, gli avvocati di Busi non hanno prodotto "nessuna" documentazione a sostegno di quanto affermato nel loro ricorso, e Busi ha dato in escandescenze in aula quando è stata prodotta la sua lettera del settembre '97: si era dimenticato di averla scritta, e ha ammesso di NON aver letto il dattiloscritto che LB gli aveva consegnato. I suoi avvocati hanno drasticamente abbassato la richiesta di risarcimento da 300 a 40 milioni. La prossima udienza si terrà ad aprile. Quello che segue è l'atto dell'Avv. Pamela Schimperna, rappresentante della Castelvecchi, in cui il ricorso della controparte è stato metodicamente demolito, punto per punto.

Vale la pena leggere questo kilometrico atto perché 1) è frequentemente divertente, soprattutto quando compare il misterioso "signor Podobnich" (Busi si è lamentato di doversi "scontrare coi fantasmi"!) e 2) perché è una testimonianza di come il linguaggio del diritto fatichi a descrivere un concetto come il multiple name, che del resto è nato proprio per mettere in crisi concetti come l'Identità e l'Individuo, presupposti concettuali del diritto. Nondimeno, i punti II.3 e II.4 dell'atto sintetizzano mirabilmente quali sono i principali vantaggi di un nome multiplo.

Avvertenza: possono sembrare politicamente scorretti i crudi riferimenti all'omosessualità come "argomento forte", l'accezione quasi 'zoologica' che viene più volte data all'espressione "gli omosessuali" e qualche altra cosetta del genere - il punto è che il linguaggio giuridico è per sua stessa natura autoritario e catalogante, c'è poco da fare se non continuare a contestare i rapporti di forza tra le classi, di cui il diritto è solo un'ipostatizzazione (azz!).

 

Luther Blissett

 


PRETURA CIVILE DI ROMA

Sez.I - G.I. Dott. Bonaccorsi

UDIENZA DEL 22 GENNAIO 1998

 

[segue la presentazione delle due parti in causa]

 

COMPARSA DI COSTITUZIONE E RISPOSTA

 

con ricorso ex art. 700 cpc e ricorso per sequestro conservativo ex. art. 156 e segg. L. 633/41, il sig. Aldo Busi ha chiesto al Pretore di Roma il sequestro su tutto il territorio nazionale del libro pubblicato dall'editore Castelvecchi, nonché i provvedimenti cautelari idonei ad impedire l'ulteriore pubblicazione, commercializzazione e diffusione del libro, unitamente alla pubblicazione di una smentita di assoluta estraneità del Dott. Busi alla pubblicazione del libro.

Nella successiva causa di merito oltre alla conferma delle indicate conclusioni, il Dott. Busi ha chiesto altresì la condanna di parte convenuta al risarcimento dei danni patrimoniali e morali subiti dall'attore quantificati in Lit. 300.000.000 = (Trecentomilioni) o nella somma maggiore o minore che risulterà di giustizia.

Esponeva il Dott. Busi nel ricorso ex. art. 700 cpc che l'editore Castelvecchi ha pubblicato un libro, "Lasciate che i bimbi" dal sottotitolo "Pedofilia: un pretesto per la caccia alle streghe", autore "Luther Blisset" [sic], libro nel quale, a pag.111, viene inserito uno scritto di Aldo Busi dal titolo "Scusi, mi da una caramella?", al termine del quale si legge "da Babilonia, settembre '96, per gentile concessione della rivista".

Il ricorrente rileva che l'autore Luther Blisset [d'ora in poi sempre sic!] non è uno scrittore ma un nome di fantasia utilizzato o utilizzabile da chiunque voglia scrivere un proprio pensiero mantenendo di fatto l'anonimato. Di fatto, precisa la controparte, tale pseudonimo è universalmente conosciuto anche su "Internet" per la trasmissione di informazioni e materiale riguardante la pornografia e la pedofilia.

Lamenta il dott. Busi di non aver mai autorizzato l'editore Castelvecchi ad inserire nel libro in esame il proprio scritto, che tra l'altro è stato precedentemente pubblicato da "Babilonia", anche in tale circostanza senza autorizzazione, ma in altra epoca, altro contesto, altra situazione socio-culturale.

Ritiene il dott. Busi che tale pubblicazione ad opera della Castelvecchi Editoria nuoccia gravemente allo stesso sia sotto il profilo morale che patrimoniale.

Sotto il profilo morale in quanto, per il diverso contesto in cui lo stesso è inserito, esso viene snaturato rispetto alla originaria pubblicazione che affrontava il tema della omosessualità e non della pedofilia. Lo scritto - a detta del ricorrente - inserito nel libro della Castelvecchi sembra se non diretto a difendere la pedofilia, quantomeno a criticare chi la censura. Inoltre lo pseudonimo "Luther Blisset" - a detta del ricorrente - da una parte degli "uomini della strada" e dalla quasi totalità degli intellettuali come attribuibile a chi si occupa attivamente di pornografia e pedofilia.

Rileva infine il ricorrente che avrebbe subito un gravissimo danno di immagine sia sotto il profilo morale che patrimoniale, in quanto l'associazione dello stesso a tali "situazioni non può che peggiorare il suo rapporto con editori, critici, pubblico e lettori già acquisiti o potenziali in genere". "Aldo Busi è conosciuto non solo come scrittore ma anche come critico letterario e di costume, ed opinionista in giornali e trasmissioni radiofoniche e televisive".

Per tutti i motivi il ricorrente chiede; "in via d'urgenza" i provvedimenti cautelari idonei ad impedire l'ulteriore commercializzazione del libro, e "nel merito" un risarcimento dei danni subiti che si assumono quantificabili in Lit. 300.000.000.

 

* * * * *

 

Si costituisce con il presente atto la soc. Castelvecchi Editoria e Comunicazione Srl. come in epigrafe rappresentata, difesa e domiciliata, per contestare parola per parola, punto per punto, l'avversario atto, le domande e le eccezioni nello stesso contenute e le conclusioni che dallo stesso se ne vogliono far discendere.

 

FATTO

 

I.

La totale inveridicità del contenuto dell'atto avversario verrà provata documentalmente in tal sede. È necessario precisare e rettificare quanto infondatamente in fatto, prima ancora che in diritto, è scritto nell'atto avversario.

 

II.

1) - Non è vero che "Luther Blisset", autore del libro pubblicato dalla Castelvecchi Srl è uno pseudonimo conosciuto per trasmettere informazioni riguardanti la pedofilia e la pornografia.

2) - Vero è, invece, che lo pseudonimo "Luther Blisset" altro non è che lo pseudonimo di un "movimento internazionale" che interloquisce con i massmedia ([illeggibile] una pluralità di persone che scrivono su vari ed attuali argomenti) ed è noto a questi ultimi, oltre che "a tutti i lettori", principalmente "per iniziative culturali e pubbliche" per la trasmissione di informazioni e materiale letterario e figurativo, come "documentalmente" si dimostra depositando una copiosissima rassegna stampa (Doc. 5)

3) - Luther Blisset è un nome multiplo, ovvero uno pseudonimo con la caratteristica particolare di poter essere adottato da chiunque desideri farlo. Questa caratteristica ha permesso che il nome si diffondesse in contesti molto diversi.

Grazie a questa caratteristica infatti chi lo adotta può godere della fama che ha accumulato per garantirsi spazi di pubblicità che non avrebbe il proprio nome. Contemporaneamente, nel momento in cui viene usato questo pseudonimo si contribuisce ad aumentarne la fama.

4) - L'utilizzo di questo pseudonimo garantisce dunque l'accesso ai media ad idee poco convenzionali, ma non risulta di alcuna utilità per chi desideri un successo individuale.

5) - Poiché non c'è alcun vincolo all'utilizzo di questo nome, raramente le persone che lo utilizzano si conoscono personalmente. Molti usano lo pseudonimo una sola volta, altri più spesso.

6) - Il nome Luther Blisset è quello di un calciatore inglese di colore che negli anni ottanta vestì anche la maglia della nazionale, ma che approdato in Italia nella stagione 83-84 (nella squadra del Milan) diventò celebre per la sua capacità di fallire occasioni da goal favorevoli.

7) - Spesso lo pseudonimo è stato utilizzato per veicolare notizie improbabili ai danni della stampa, con lo scopo di metterne in ridicolo il funzionamento, o per mettere all'attenzione dell'opinione pubblica particolari argomenti. I temi che con questo nome sono stati trattati sono infiniti sebbene una particolare attenzione sia rivolta alla comunicazione (internet, massmedia, arte, etc).

8) - Oltre ad una mole di articoli, interviste, lettere pubblicate dai giornali, spesso con quel nome alcune persone hanno partecipato a trasmissioni radiofoniche e televisive di importanza nazionale (TV7, Target, Mediamente, etc)

9) - Inoltre la trasmissione televisiva "L'Altromondo", in onda tutti i giorni su TMC2, ha adottato per qualche mese Luther Blisset come testimonial invisibile la cui voce lanciava proclami sulla comunicazione digitale.

10) - Con lo pseudonimo di Luther Blissett sono stati pubblicati in Italia già un CD musicale e n. 5 libri, uno dei quali nel 1996 dall'editore Mondadori nella collana Oscar, mentre ne è annunciato uno per l'editore Einaudi.

* * * * *

Nel libro edito dalla Castelvecchi, "Lasciate che i bimbi" (Doc.6) "per la prima volta" l'autore "Luther Blisset" affronta il tema ormai attualissimo della pedofilia, e non di certo per difendere un fenomeno terribile e come tale indifendibile, bensì per sostenere che la crociata di massa svolta contro il fenomeno stesso possono sfociare spesso in clamorosi errori o forme collettive di paranoia (vedasi ultimo caso di cronaca che ha visto come protagonista un uomo che fotografava un bambino fuori scuola, rivelatosi essere poi il nipote, a cui il nonno scattava una foto ricordo del primo giorno di scuola).

La finalità del libro è quella di mettere in guardia da un esasperato intervento dei media nell'enfatizzare i fatti di pedofilia ed è rivolta a evidenziare come la diffusa psicosi su detto argomento sia spesso fonte di clamorosi errori, "in primis da parte dei media stessi". Questa è la finalità del libro, come emerge da alcune rassegne stampa sullo stesso pubblicate su Repubblica e sulla Stampa, con critiche positive per il libro (Doc.6).

Tanto emerge dalla lettura del libro e "tanto è noto al Dott. Busi", intelligente scrittore, che ha 1) letto il libro prima ancora che fosse pubblicato, 2) "dato il suo consenso" all'inserimento del suo articolo nel libro "Lasciate che i bimbi" (Doc.4).

 

III.

Nell'ambito di questo libro edito dalla Castelvecchi in cui l'autore ha condotto un'indagine sulle svariate inesattezze giornalistiche che hanno accompagnato eclatanti casi di pedofilia, vengono inserite nell'appendice (pagg. 109 e segg.) opinioni sul tema rese da tre autori riportati in:

"Appendice A: Pedofilia: "gli altri pareri"". Uno di questi pareri è quello espresso per l'appunto sull'argomento dal dott. Busi. Nelle pagine da 111 a 119, "come documento", è inserito nell'appendice di "altri pareri sulla pedofilia" un articolo "scritto e firmato" da Aldo Busi e pubblicato (citato come fonte in calce allo stesso, pag. 119) sulla rivista "Babilonia".

C'è da precisare, per contrastare quanto esposto dalla controparte al punto 7 del ricorso, che la rivista "Babilonia" è nota per essere la rivista ufficiale dei gay (omosessuali). Lo scritto riguardante la materia della pedofilia, apparso a firma di Aldo Busi nel 1996 sulla rivista Babilonia, rivista ufficiale - si ripete - degli omosessuali, viene riportato l'anno successivo, il 1997, nel libro edito dalla Castelvecchi nell'ambito dell'indagine svolta sulla materia. L'articolo viene inscritto nell'appendice e dunque come documento afferente ad "altri pareri" laddove sono riportati tre pareri di illustri scrittori, uno dei quali è appunto Aldo Busi.

Il dott. Busi ha autorizzato l'inserimento del suo articolo nel libro "Lasciate che i bimbi".

Tanto emerge da una lettera redatta e "firmata in via olografa da Aldo Busi", indirizzata a R. Podobnich che altro non è che uno degli autori qualificatosi con tal nome che si cela sotto lo pseudonimo di "Luther Blisset" (Doc. 4). Infatti l'autore dopo aver indicato la fonte di provenienza dell'articolo (pag.111 del libro - rivista "Babilonia"), in occasione di un convegno tenuto da Aldo Busi a Bologna, qualificatosi per l'appunto sig. Podobnich, consegnava personalmente a Busi una copia del dattiloscritto "Lasciate che i bimbi" chiedendo allo stesso l'autorizzazione all'inserimento del suo articolo in appendice, oltre ad un suo parere sul libro.

Nella lettera datata 18-09-97 il sig. Aldo Busi, dopo aver letto l'opera nella quale era inserito il suo articolo già apparso su Babilonia, scriveva ed inviava all'autore "Luther Blissett" (indicato come sig. Podobnich) il suo parere sull'opera, consigliandogli altresì il nominativo di un editore (Feltrinelli). Pertanto Aldo Busi ha dato il suo consenso all'inserimento del suo articolo nel libro "Lasciate che i bimbi", edito dalla Castelvecchi, addirittura "scritto, sottoscritto in via olografa", indirizzandolo con busta olografa all'autore. L'opera è stata pubblicata verso la metà di Novembre dalla Castelvecchi Srl e dunque "due mesi prima", in data 18-09-97, è stata concessa l'autorizzazione (Doc.4).

Come noto sul punto la giurisprudenza costante ritiene che non esiste lesione di immagine se l'interessato ha manifestato "per facti concludendi" il suo consenso (Trib. Verona 17-09-90 Cit. in Dir. Inform. E Informatica 1990).

* * * * *

Non si comprende altresì l'eccezione quale sia l'"altra epoca" - riferita da controparte - in cui lo scritto è inserito stante il fatto che l'articolo di Busi su Babilonia è apparso nel 1996 e l'analogo articolo è riportato in appendice come documento nel libro edito dalla Castelvecchi soltanto l'anno successivo, il 1997. Non si comprende ancora quale sia l'altro contesto socio-culturale in cui lo scritto si inserirebbe rispetto alla rivista "Babilonia". La situazione socio-culturale, se con ciò ci si intende riferire al contesto nazionale, è la medesima. Il contesto in cui la pubblicazione si inserisce appare, anch'esso, sempre il medesimo. Vi è, forse, una differenza: la rivista "Babilonia" è diffusa prevalentemente in un ambito ristretto di lettori: gli omosessuali; il libro della Castelvecchi, non essendo circoscritto ad una fascia limitata di lettori, si rivolge invece ad una vasta gamma di pubblico interessato ad approfondire argomenti di attualità oggetto quotidiano di dibattiti sia televisivi che su carta stampata.

Pertanto è stato documentalmente provato nel presente giudizio che il libro della Castelvecchi "non è di certo" un libro: A) Scritto da un autore noto per trattare argomenti di pedofilia, anzi questa è la prima opera che "Luther Blisset" scrive sul tema della pedofilia (Doc. 5 - inerente gli scritti di Luther Blisset); B) finalizzato a difendere violenze indifendibili, non difendendo di certo il libro i pedofili e la pedofilia (Doc. 8 - rassegna stampa sul libro); C) L'editore non ha affatto inserito uno scritto di Busi in un contesto diverso da quello nell'ambito del quale l'articolo fu scritto; D) L'articolo è stato inserito come documento nell'ambito dell'appendice "Altri pareri sull'argomento"; E) Busi ha preventivamente autorizzato l'inserimento di detto articolo nel libro "Lasciate che i bimbi", leggendo il testo integrale del libro (Doc.4).

* * * * *

IV.

 

Appare preliminare, in fatto, provare altresì che alcun danno di immagine ha ricevuto il dott. Busi dall'inserimento in appendice di un articolo da lui redatto e la cui pubblicazione è stata dallo stesso autorizzata, il dott. Busi non ha né avrebbe potuto ricevere, né potrà ricevere alcun danno dalla pubblicazione de quo.

"Non esiste il danno di immagine".

11) - Come noto, Aldo Busi, intelligente e stimato scrittore, deve la sua notorietà al fatto di essere un intellettuale indipendente nei giudizi.

12) - Fatta questa indispensabile premessa è noto che Busi diventò famoso per scritti "forti", vertenti su argomenti forti, ad esempio sull'omosessualità, ed è famoso come scrittore gay essendosi tra l'altro sempre dichiarato tale.

13) - Busi si è esposto più volte a titolo personale e pubblicamente su questioni scabrose come la pedofilia, motivo per il quale ha acquisito la sua fama di personaggio spregiudicato, moralmente libero ed anticonformista.

14) - In merito all'argomento pedofilia Busi ha sempre sostenuto, in pubblico, tesi molto impopolari.

15) - Di recente, come noto, lo stesso Busi ha trattato più volte, anche in televisione, l'argomento della pedofilia esprimendo sul tema giudizi molto personali, particolari e controcorrente.

16) - Circa un anno fa, durante la trasmissione "Maurizio Costanzo Show" Aldo Busi, ospite di Costanzo, prese una posizione del tutto particolare sulla pedofilia riportando proprio quanto dallo stesso scritto sull'articolo a sua firma pubblicato su Babilonia (fatto riportato a pag. 88 del libro), riferendo tra l'altro in detta trasmissione: "Non c'è nulla di scandaloso se un ragazzo compie atti sessuali con un adulto, e semmai sono i bambini a corrompere gli adulti e non viceversa"

17) - In detta trasmissione, per quanto dal Busi espresso sulla pedofilia, vi fu un linciaggio morale dal pubblico e l'associazione teleutenti italiana, presieduta dall'ex consigliere RAI Mauro Miccio, chiese in un primo momento la sospensione dal video del "Maurizio Costanzo Show" per una settimana. In altra trasmissione andata in onda circa un mese e mezzo fa, in data 20-11-97, su Mediaset, condotta da Santoro, ospite Aldo Busi, analogamente a quanto già accaduto al Maurizio Costanzo Show, il Busi, intervistato da Michele Santoro, si è pronunciato sul tema della pedofilia in modo talmente "accondiscendente" che è stato fischiato violentemente e aggredito verbalmente dal pubblico in sala. Quanto esposto viene documentato depositando con il presente atto una rassegna stampa sugli interventi di Busi al Maurizio Costanzo Show ed al programma "Moby Dick". La rassegna concerne I quotidiani relativi al "Corriere della Sera" ed alla "Repubblica" (Doc.3).

Si deposita altresì l'integrale videocassetta della puntata di Moby Dick del 20-11-97 alla quale ha partecipato Aldo Busi che, intervistato sull'argomento della pedofilia, ha, con le sue dichiarazioni, scatenato l'ira del pubblico presente in sala (Doc.2).

 

V.

19) È documentato che alcun danno all'immagine può essere scaturito al dott. Busi in quanto lo stesso, implicitamente, non soltanto ha autorizzato l'inserimento del suo articolo pubblicato sulla rivista gay "Babilonia" nel libro edito dalla Castelvecchi, bensì "ha preventivamente letto l'intero libro" ed ha altresì elargito all'autore un elogio corredato da consigli per la pubblicazione del libro stesso (poi editato dalla Castelvecchi).

 

VI.

Nessun danno "né morale né patrimoniale" esiste nella fattispecie de quo.

20) - L'articolo pubblicato da Aldo Busi [...] non può "peggiorare il suo rapporto con editori, critici, pubblico e lettori" come erroneamente sostenuto da controparte nel ricorso.
Che Busi sia noto al grande pubblico per temi forti e scottanti viene infatti, nel ricorso avversario, perso completamente di vista dalla controparte.
Per documentare quanto da noi esposto si depositano "tutti i libri di Aldo Busi presenti in libreria", e precisamente: [segue lista di 20 titoli in ordine di pubblicazione, da "Seminario sulla gioventù" all'ultimo, avvilente "Aloha. Gli uomini, le donne e le Hawaii"].

21) - L'immagine pubblica di Aldo Busi è nota a tutti. Le rassegne stampa che concernono le sue partecipazioni a trasmissioni televisive, i suoi continui interventi su argomenti che spaziano dal sesso alla omosessualità alla pedofilia (posizioni ormai note per averle lo stesso Busi riportate nei suoi scritti ed esternate ai massmedia), oltre alle pubblicazioni dell'autore che in tale sede vengono depositate, non possono che evidenziare "l'assoluta e totale inesistenza di una lesione dell'immagine".

22) - Aldo Busi nasce e diventa famoso come "scrittore di tematiche forti", alle quali deve la sua notorietà. Non risulta infatti che l'autore sia noto per essere uno scrittore di libri per bambini o di fumetti.

23) - Proprio per tale motivo aver inserito a titolo di documento, e "previa autorizzazione dello stesso", un suo articolo in un libro che parla di pedofilia ma il cui fine dichiarato e documentato è "mettere in guardia da un esagerato intervento dei media nell'enfatizzare i fatti di pedofilia" (riportato dal quotidiano La Stampa - doc.6) non lede né può ledere in alcun modo "ictu oculi" l'immagine di Aldo Busi, "per il quale dette tematiche sono fonte di notorietà".

 

DIRITTO

 

Alla luce di quanto sopra esposto "non esistono" i presupposti per la concessione dei richiesti provvedimenti:

A) Non esiste il fumus boni iuris, infatti alcuna lesione del diritto di auotore è lamentabile dal ricorrente il quale, come documentato (Doc.4) ha:

1) "preventivamente letto", prima della messa in commercio, l'opera integrale dell'autore Luther Blissett "Lasciate che i bimbi" proprio perché in esso era inserito il suo articolo già pubblicato [ etc. etc. ]

2)"espresso un giudizio favorevole" sull'opera, autorizzandone la pubblicazione;

3) L'immagine del dott. Busi è quella che lo stesso ha creato - in positivo o in negativo, non è un giudizio esprimibile né in questa sede né in altre - nel pubblico "immagine che emerge dai suoi scritti" (Doc. da 1 a 20) e pubblicamente (Doc. 2 e 3). Pertanto un suo scritto in tema di pedofilia "non contrasta" se inserito nell'ambito di un libro che ha ad oggetto proprio un'indagine su come l'argomento pedofilia viene trattato dai mass media. Non contrasta né lede l'immagine che si ha di Aldo Busi proprio perché sull'argomento, è ampiamente documentato in questa sede, il ricorrente è sempre intervenuto [...]
Non esiste "l'attualità della pretesa creditoria" in quanto non esiste il fatto che determina o può determinare, anche eventuale, ragione di credito.
Come noto non esiste lesione di immagine se l'interessato ha manifestato per facti concludendi il consenso [...] Il dott. Busi è, nella fattispecie in esame, "andato oltre i facti concludendi", ha letto l'opera [etc. etc.]
Ma vi è di più. Come noto il fumo del diritto che si vuole tutelare, nell'ambito del diritto di autore, deve, ai fini dell'accoglimento del ricorso, avere una intensità maggiore di quella richiesta per il provvedimento di sequestro [...]

B) "Non esiste il periculo in mora".

Il primo presupposto del provvedimento atipico richiesto: "l'imminenza del danno", come documentato, non sussite [...] Il secondo presupposto della richiesta ex art. 700 cpc: l'elemento della "irreparabilità del danno", non esiste nel caso de quo.
[segue un lungo passaggio tecnico - zeppo di citazioni di precedenti - atto ad illustrare quest'ultimo punto, poi svariati capoversi di riepilogo, e finalmente, le]

 

CONCLUSIONI

 

Piaccia all'Ill.mo Pretore adito, contrarile reiectis, "nel merito" accertare e dichiarare l'assoluta "inesistenza" dei presupposti necessari per la concessione dei richiesti provvedimenti da parte del dott. Aldo Busi, ex art. 700 cpc ed ex art. 156 l.a., nei confronti della Soc. Castelvecchi Editoria e Comunicazione Srl, e per l'effetto rigettare il ricorso, condannando il ricorrente alle spese del giudizio.

"In via istruttoria" si chiede ammettersi prova per testi: sui capitoli dal n.1 al n.10, premettendo "Vero che", indicando a teste la sig. "Loredana Lipperini", giornalista di Repubblica; sui capitoli da n.11 a n.21, premettendo "Vero che", indicando a teste lo scrittore-giornalista "Giampiero Mughini" [???? :-P Ecce Bomboooo!]; su tutti i capitoli da 1 a 11, premettendo "Vero che", indicando a teste l'editore Francesco Coniglio.

 

Roma, li 21-01-1998

Avv. Pamela Schimperna