Da "Arte Postale!" n.75, 18 gennaio 96 - 01 aprile 96
DI IDENTITÀ IN IDENTITÀ
Luther Blissett utilizza l'arma dello pseudonimo e della pseudoprofezia, viaggia di epoca in epoca e di corpo in corpo, è nipotino di Lon Chaney e gran custode del segreto del Neuronomicon, è il terzo Lee Harvey Oswald e il fesso inconsapevole che volge le spalle ai suoi omonimi in un Meeting della New York Correspondence School.
Luther Blissett non è il primo nome multiplo della storia e non sarà l'ultimo, come Monty Cantsin ha sfregiato col sangue i capolavori d'arte dei principali Musei, come Karen Eliot ha viaggiato fra i cinque sessi senza bisogno di prendere precauzioni, come Lieutenant Murnau ha tenuto concerti contemporaneamente in diverse città senza dover suonare una sola nota.
Luther Blissett scrivendo la propria storia riscrive la storia e si autostoricizza, come Harry Kipper si è procurato il primo ingaggio da attore facendosi stampare una finta recensione del London Times, come Guglielmo Achille Cavellini si è fatto scrivere lettere di raccomandazione dai grandi di ogni epoca in riconoscimento del proprio genio, come Mario Rossi ha chiesto per raccomandata ai sindaci di tutte le città italiane di intitolare una via a suo nome.
Luther Blissett è una presenza silenziosa e inquietante che osserva tutto e tutti, il suo volto impassibile lo puoi scoprire fra il pubblico nelle ultime file alle udienze del processo Pacciani e confuso fra i giornalisti davanti alla più sontuosa villa di Arcore, fra gli invitati in una vecchia foto della tua prima comunione o nella rubrica delle lettere al direttore di un opuscolo a fumetti dei Testimoni di Geova.
Luther Blissett mette il dito nelle piaghe mediatiche, mescola realtà immaginarie e finzioni reali senza soluzione di continuità, come i falsi del Male e i TG di Emilio Fede dimostra che non esistono limiti alla credulità della gente, è cacciatore di coincidenze e vicino di tavolo del Reverendo Ivan Stang, colpisce comodamente senza esporsi e quando scoppia il casino è già lontano a bordo di un Ufo.
Luther Blissett plagiarizza una cultura già blobbizzata fino al midollo, perché tutti comunque copiano tutti senza chiedere permesso, la sua scrittura si muove inafferrabile fra dimensioni e autori come i personaggi in un romanzo di Philip K. Dick, rendendo esplicito ciò che è implicito e scandalosamente incazzante ciò che è da tutti ignorato e tollerato.
Luther Blissett è la vendetta del quotidiano meraviglioso e anonimo sull'odioso spettacolo delle celebrità, è il multi-viduo del T.O.P.Y. e l'unità Trax, è i molti nell'uno e l'uno nel molteplice, è la poesia della rete e la dolcezza dell'anti-dogma, è la possibilità di vivere molte vite a distanza ed essere vissuti da tanti in una sola esistenza.
Luther Blissett...