Pecore!
La clamorosa apparizione del Teatro Situazionautico Luther Blissett a Santarcangelo di Romagna.
Colonna sonora: Lou Reed, HookyWooky e Adventurer (Set The Twilight Reeling)
di Luther Blissett
"Così fu sterminato ogni essere che era sulla terra: con gli uomini, gli animali domestici, i rettili e gli uccelli del cielo; essi furono sterminati dalla terra e rimase solo Noè e chi stava con lui nell'arca"
(Genesi, 7;23)
Domenica 14 luglio 1996, ore 4.23. Tanto per cambiare l'alba sputa un po' di luce dentro la stanza mentre spengo il Mac. Gli unici rumori: il cigolio lieve della ruota del criceto che gira e la tv lasciata accesa da qualche vicino morto di hot line e pippe la sera prima. Prima di buttarmi a mia volta sul divano ripenso alla telefonata di Luther di due giorni fa.
Venerdì 12 luglio 1996, ore 13.05. - "Tutto deve essere calcolato al dettaglio", mi aveva detto Luther al telefono, "So che ti stai interessando al Teatro Situazionautico da un po' di tempo, ho letto i tuoi articoli su Zero in Condotta e credo che tu sia la persona giusta".
- "Giusta per cosa?"
- "Per coordinare le azioni fuori dal recinto Insomma un po' di servizio d'ordine"
- "Quale recinto?"
- "Quello che delimiterà lo spazio della performance. Le pecore e gli attori staranno dentro e"
- "Pecore?"
- "Sì. Raggiungimi a Santarcangelo domani pomeriggio e ti spiego meglio."
Sabato 13 luglio 1996, ore 15.30. La piazza centrale di Santarcangelo è quasi deserta. Municipio, bar con vecchietti standard, fontana e rivendita di piada che riempie l'aria di effluvi suini sfrigolanti nonostante il sole impietoso e il sudore sotto le ascelle. La attraverso passando accanto ai necrologi della sindachessa morta di fresco e ad alcune quindicenni superormonate col gelato in mano. Ho portato con me un paio di amici fidati: Basetta e Little John. Completo nero e occhiali da sole come in un film di Tarantino. Sembriamo tre digossini scemi e mentre passiamo per le strade la gente si volta a guardarci incerta se mettersi a urlare o scappare.
Sabato 13 luglio 1996, ore 17.00. - "La Securitate arriverà quasi sicuramente", dice Luther mentre finisce di sistemare il recinto in mezzo al passeggio centrale che porta in cima al paese.
- "Perché, non avete il permesso per gli animali?"
- "No. Perché gli attori saranno nudi, molto più nudi delle pecore. Dovreste fare il possibile per non fare entrare gli sbirri nel recinto prima che la performance sia finita. Pensate di potercela fare?"
- "Se c'è molto pubblico non c'è problema", se ne esce Basetta serissimo. "Al limite facciamo come a Rovigo". A Rovigo non abbiamo mai fatto niente ma la frase fa effetto lo stesso e dà un tono di professionalità al tutto. "Comunque per spostare Little John ci vogliono almeno otto persone, se è circondato dalla gente anche una dozzina"
- "OK, allora a questa sera", conclude Luther.
Sabato 13 luglio 1996, ore 23.30. Intorno al recinto si accalca un sacco di gente: famigliole gelatate, freakettoni, giovani coppie abbronzate color porchetta e chi più ne ha. Dentro c'è solo segatura per terra. Qualcuno comincia a mormorare che sia una presa in giro, che non accadrà niente. Poi all'improvviso arriva il camion. Io, John e Basetta apriamo il recinto e creiamo un corridoio tra la calca con l'aiuto di alcuni altri reclutati sul posto. A questo punto qualcuno si aspetta di vedere scendere Rocky Balboa. Invece i pastori portano giù la prima pecora, la seconda, la terza le bestie non ne vogliono sapere di entrare, sono terrorizzate, bisogna sollevarle di peso, trascinarle per le orecchie. Riusciamo a farne entrare dieci, ma quelle si accalcano contro l'uscita. I pastori e gli attori cominciano a spingerle violentemente nel mezzo, anche io e Basetta ci mettiamo ad aiutare la gente comincia a mormorare, la tensione sale, il maltrattamento agli animali non ci voleva, penso, mentre mi preparo a buttarmi sugli attori per difenderli. Ho in mano una bottiglia di Ceres con cui conto di tenere testa per un po' agli ipocriti mangiatori di agnelli pasquali e di castrato che si scandalizzano per qualche spinta. È la razza peggiore Il sudore mi scende lungo i fianchi. Uno degli attori richiama l'attenzione del pubblico: "Scusate, vi preghiamo di fare silenzio per permettere a queste nostre compagne di tranquillizzarsi". Finalmente le pecore si calmano un po' e gli attori possono cominciare, accompagnati dalle note di un liuto da guerra, strumento medievale, impassibile nell'atmosfera da stadio che si è creata. Sono nove, coperti di sai neri che però cadono quasi subito, dopo il canto iniziale. Ebbene sì, signore e signori, sono nudissimi, attori e attrici. I commenti si sprecano, uno alle mie spalle, tristissimo, maledice sua madre per averlo scodellato basso: "Vedo soltanto gli uomini, cazzo, vedo soltanto gli uomini". Un altro riconosce un giocatore della nazionale olimpica di pallavolo tra il pubblico e comincia a sgomitare gli amici. La tensione cala un po' e la danza degli attori e delle attrici può iniziare. Dopo un quarto d'ora capisco che si sta prolungando troppo, i bambini sono già stati sequestrati dai genitori, il ritmo non tiene. Basetta si gira con i suoi occhiali scuri ridicolissimi e mi dice: "Manca un evento, rischia di finire in farsa Si prendono troppo sul serio". Poi lancia un'occhiata dietro le mie spalle: "Ecco l'evento!"
La Securitate è arrivata, chiamata da una bottegaia che c'è rimasta male perché la performance gli ha sottratto tutti gli acquirenti serali e tengo famiglia e mi rovinano gli affari eccetera eccetera.
John e Basetta si posizionano davanti all'ingresso del recinto. "Fate passare, fate passare!", sbraita l'omino nero e blu, ma la gente non riesce a muoversi, è troppo pigiata. Io faccio in modo che quelli davanti a me non riescano ad arretrare, John, con l'aria indifferente ne tiene fermi un bel po' solo con la sua mole, Basetta, professionale, fa il guardiano del cancello. Dentro il recinto Luther ha cominciato a declamare il passo di un libro su Gengis Khan. Alcune pecore tentano di saltare il recinto, ma Basetta le tiene giù come può. Gli sbirri raggiungono il recinto e vorrebbero entrare per fermare tutti. Se aprono adesso le pecore scappano fuori e chi le vede più. L'intelligenza dell'Arma deve sempre essere all'altezza delle barzellette. Glielo urlo sopra le teste: "Se adesso apre, scappano le pecore!". Forse mi faccio notare troppo. Una giovane vigilessa alta la metà di me mi si avvicina tra la folla e mi intima di spostarmi. Le rispondo che questo è suolo pubblico e ci posso stare quanto voglio, si becca alcune risposte anche meno dialettiche della mia da una ragazza di fianco a me, vola qualche insulto, Wonder Woman batte in ritirata dicendo: "Non guardate queste schifezze". Prima che la gente la risucchi faccio in tempo a sussurrarle all'orecchio: "Sarà bella la tua divisa, miss!". Percepisco trambusto alla mia destra, i Carabinieri stanno forzando il recinto spostando la gente con la forza, Basetta è ancorato come una cozza e continua ad avere un aria superprofessionale, non suda nemmeno. Si alza un coro di buuuh!!! e di fischi. Gli sbirri rinunciano all'impresa, la performance ha il tempo di finire. Dopo la danza e la declamazione, gli attori si sono rimessi i sai neri, e intonano un canto conclusivo tra gli applausi del pubblico che si prolungano per qualche minuto. Tra il pubblico che canta con gli attori intravedo un nemico giurato (da parte sua ovviamente) di Luther Blissett, venuto fin qui addirittura da Oltremanica! Per assicurarmi che non sia un miraggio chiedo conferma a Basetta: "Ma sì, è lui, è lui!". Potere dell'amore di Luther La performance finisce. Baci e abbaracci. Ho il tempo di rendermi conto di avere le scarpe bagnate di piscia di pecora, mentre la Securitate fa il suo dovere e ferma gli attori. Momento di tensione. Un freakettone greco in versione Gesù Cristo Ubriaco ha l'idea giusta e se ne esce con una battuta: "Ah, ma sono arrivati anche i maiali!". Boato di risate, tutti si calmano. Luther viene fermato, documenti, parlottii, trattative etc etc l'amico ha raggiunto ormai una certa professionalità in questo genere di faccende. Il freakettone continua a sfottere gli sbirri: "Sbrigatevi che vogliamo tutti l'autografo del regista!". Occorre un'altra manovra diversiva per rompere i coglioni all'Arma. Dico di essere un giornalista di Zero in Condotta, mi avvicino a Luther e comincio a fare scarabocchi su un foglietto, fingendo di raccogliere elementi per un'articolo e resto nei pressi della volante. Da morir dal ridere. Dopo aver raccolto nomi cognomi e documenti gli amici in blu se ne vanno e tutto finisce. La scena si chiude in dissolvenza con il freakettone greco che grida ai passanti: "Siete arrivati tardi, si sono rivestiti!"
Domenica 14 luglio 1996, ore 3.35. Accendo il Mac e una sigaretta contemporaneamente. Comincio a battere sulla tastiera a caldo mentre il criceto gira sulla ruota e il puzzo di pecora si spande per la stanza.