9. Ratfucking

 

"Era evidente che qualcuno forniva quel materiale, ma il vero scopo restava oscuro. A volte eravamo tentati di considerare l'intero caso come uno scherzo complesso, un falso di proporzioni colossali. Ma se era così, era un falso che sembrava durare da secoli: e se c'è chi investe tanto tempo, tante energie e risorse in un falso, si può davvero parlare di falso?"

H. Lincoln- M. Baigent- R. Leigh, op. cit.

 

"La guerra nel mondo reale non è, come abbiamo visto, nulla di così assoluto da scaricare la sua tensione in una sola detonazione; è l'azione di forze che non si svolgono nello stesso perfetto modo e ritmo, ora s'ingrossano quanto basta per superare la resistenza opposta dall'inerzia e dall'attrito, ora invece sono troppo deboli per esercitare una qualunque azione. È come un più o meno energico pulsare di forze, che scarica più o meno rapidamente la tensione e la esaurisce - in altre parole, si avvicina più o meno alla meta - ma in un lasso di tempo abbastanza lungo da permettere influssi sul suo corso, da permettere questa o quella direzione, da restare insomma sotto il dominio di un'intelligenza direttrice"

Karl von Clausewitz, Vom Kriege, 1832

 

Questo è un breve capitolo operativo. Non è un fai-da-te del complotto né una sfilza di precetti per la guerriglia semiologica: come disse Mr.X (Donald Sutherland) a Jim Garrison (Kevin Costner), io vi ho solo dipinto lo sfondo; sta a voi dare nuovi contributi alla cospirazione. Le pagine che seguono sono piuttosto una camera di decompressione, vi portano dritti nel mondo reale, pronti ad agire.
Quello che ho descritto è un "conflitto a bassa intensità"e a massima estensione potenziale, basato su rifrazioni insospettate, echi, myth-surfing, rimandi da una teoria cospirativa all'altra. Non si tratta di inanellare clamorosi exploits, improvvise detonazioni che suscitino il "panico mediatico"come una scarica orgasmica dopo la quale il cazzo s'ammoscia: l'erotismo cospirativo è tantrico e lunare, lavora su ombre e silenzi, procede quasi asintoticamente verso un orgasmo clitorideo, estende i contatti, prolunga il piacere. È una rivoluzione caotica e molecolare, che non necessita di maschie "prove di forza". Avvolgere e confondere, colpire tanti piccoli obiettivi, operare un'ubiqua e obliqua seduzione È molto più bello che attardarsi in battaglie campali perse in partenza. Le grandi rotture sono sempre rinegoziabili e recuperabili, non così le quasi impercettibili incrinature, lo sciogliersi inesorabile del ghiaccio sotto i piedi dei fratelli Messner, che si accorgeranno troppo tardi dell'aprirsi dei crepacci.

Guerriglia mediatica + teoria della cospirazione = ratfucking. "Fottere i topi", è così che lo staff di Nixon chiamava il sabotaggio infocognitivo prima dello scandalo Watergate (Cfr. Bernstein-Woodward, Tutti gli uomini del presidente - L'affare Watergate, Garzanti, Milano 1974). Dobbiamo inquadrare il ratfucking nel contesto di una strategia tamariana, avanbardica, situazionautica: togliere al verbo "to fuck"ogni connotazione militare-offensiva derivante da una ritenzione anale omofobica, e ricollegarlo al piacere di un lento, estatico amplesso. Inoltre, i ratti hanno a che fare con le tenebre, sono l'emblema di ciò che è considerato "basso", sporco, losco, nondimeno essi sono il futuro, sono decine di miliardi, si nutrono di ciò che l'uomo butta via, sono in grado di sopravvivere alle catastrofi radioattive: i ratti sono già oltre l'apocalisse. "Ratfucking", con un significativo détournement etimologico, diventa "fare l'amore con il futuro", muoversi in una sorta di palingenesi strisciante, essere avanbardi "sporcandosi le mani"nelle reti infofognarie delle dicerie e delle leggende urbane, e con il significato precedente dell'espressione.

"Definivano il loro particolare tipo di attività elettorale ratfucking', mettevano schede false nelle urne, si infiltravano nel campo avversario e diffondevano materiale propagandistico contraffatto [...] Si trattava di viaggiare di qua e di là, di andare in qualche piccola città di provincia e aspettare che succedesse qualcosa. Se, ad esempio, uno veniva a sapere che un candidato democratico stava prendendo in affitto una sala per tenerci un comizio, il suo compito era semplicemente quello di telefonare al proprietario della sala dicendo che il comizio era stato rinviato, in modo da mandare all'aria i piani logistici degli avversari [...] Lo scopo principale era di impedire ai democratici di ritrovare un minimo di unità interna dopo una campagna senza esclusione di colpi... quello che vogliamo è provocare tanto casino che poi non riescano più a mettersi d'accordo [...] Una volta, durante le primarie della Florida, Howard aveva fatto stampare dei volantini con la notizia che il sindaco Lindsay, di New York, stava organizzando una manifestazione dove ci sarebbe stata birra gratis per tutti, e li distribuì nei quartieri dei neri. I neri sarebbero corsi in massa per farsi una bevuta gratis, e visto che non c'era né manifestazione né birra, se ne sarebbero andati stramaledicendo Lindsay. Secondo Howard, era la più grossa trovata dopo la dama cinese [...] Il 17 aprile 1972 un pranzo organizzato all'Hilton Hotel di Washington per raccogliere fondi per la campagna di Muskie era stato disturbato dall'arrivo, con pagamento alla consegna, di liquori, fiori, pizze e torte che nessuno aveva ordinato, e di animatori di professione che nessuno aveva ingaggiato" (Bernstein-Woodward, cit.).

Questo lavoro da guastatori è solo una delle tante attività che definiscono il ratfucking di Reggie Dunlop, che è un grande gioco di ruolo, network degli eventi, guerriglia mediatica + teoria della cospirazione + necessità della Gemeinwesen (Cfr. cap.1).

 

Alcune sommarie indicazioni

 

cercare di compiere il "bel gesto", l'atto puro di sabotaggio caro a certi anarchici, non ha senso: occorre sempre progettare eventi- ambienti, azioni che siano precedute da notizie vere/false di cui nessuno - nemmeno ogni cospiratore singolarmente preso - possieda il quadro globale, e che non smettano di circolare neppure dopo la "detonazione"e il conseguente disvelamento: il "clima"deve essere creato prima dell'azione ed essere modificato retroattivamente da quest'ultima, poi sedimentarsi nel sottobosco degli archetipi, diventare terreno fertile per nuove azioni che in una fase successiva del Progetto possano essere linkate tra loro in mille modi diversi.
Il "clima"(la media algebrica tra i "toni"emotivi degli ambienti di un infosistema) non può essere creato a tavolino: occorre "tenere il culo in strada", tenersi in continuo movimento, esplorare tanto il paesaggio mediale quanto la rete info-fognaria, l'incessante ri/produzione di storielle e barzellette, i "si dice"etc.
Scegliete un infosistema in cui testare le vostre leggende, una rete di milieux sociali che abbiano delle peculiarità ma che siano aperti, che intersechino altri ambienti direttamente o attraverso anticamere stagne, vere e proprie "cerchie di compensazione ". Nell'infosistema eserciterete le vostre facoltà mitopoietiche e di ratfuckers. Ecco lo schema di un infosistema ideale, tipico di una città italiana di media grandezza. Con il simbolo "<--->" rappresento lo scambio di informazioni:
LA STAMPA LOCALE (utilissimo leggere tutti i giorni la cronaca nera e mondana, per determinare i livelli di notiziabilità e credibilità di uno pseudoevento montato ad arte, e per capire le psicologie dei diversi reporters) <---> LA RETE INFORMALE DEI CIRCOLI E DEI SALOTTI (ambiti relativamente infiltrabili, frequentati da persone che attraversano e collegano tra loro quasi tutti gli ambienti anche grazie a pettegolezzi, piccoli inganni e/o ricatti reciproci. Indagate l'esatto rapporto tra pseudomecenati partitici, artistucoli di regime e opinion-makers compiacenti)<---> IL "MONDO DELLA CULTURA"(le gallerie d'arte della vostra città, la cultura assistita, rivalità e invidie, l'irreprimibile istinto di ossequiare il principe di turno...) <---> LA POLITICA, I POLITICANTI, IL POLITICUME (è la costellazione di riferimento tanto della stampa locale quanto del gossip da salotto; non fa mai male conoscere qualcuno che lavora in un assessorato e alle dipendenze di qualche personaggio-chiave, un amico di amici, chiunque possa, se necessario, copiare un documento o dare dritte di qualunque genere) <---> L'AMBIENTE UNDERGROUND E DEI CENTRI SOCIALI (specie nelle piccole città, nonostante la fraseologia tardo-gauchistica o sub-anarchica, sono milieux interclassisti, e talora sono frequentati da persone che collegano tutti gli snodi dell'infosistema. Si tratta di ambienti molto più trasversali di molti circoli o discoteche: mentre un borghese può andare in un C.S.A. quando vuole, certo un disoccupato non può frequentare assiduamente posti come il Cocoricò o la Capannina...) <---> INTERNET (soprattutto i newsgroups, dentro c'è di tutto).

Per ovvie ragioni non ho incluso altri possibili snodi, come i milieux della "religiosità alternativa", dei servizi di Intelligence, della criminalità organizzata etc. Sebbene la chiusura e segretezza di tali ambienti siano caratteristiche strutturali e necessarie dell'infosistema reale globale, il loro inserimento nello schema di un infosistema-tipo non avrebbe alcun senso. La percezione dell'infosistema e dei suoi scambi interni e con l'esterno è chiaramente soggettiva, dipende da dove ci si trova o dove ci si vuole trovare. A seconda dello snodo su cui si decide di intervenire, l'infosistema cambia forma. La dinamica di diffusione del Luther Blissett Project, spiegata in alcuni dei capitoli precedenti, è un "modello"a cui ispirarsi (modificabile e trasfigurabile sinché si vuole). A proposito di Blissett, Stewart Home ha scritto:

"È come se, dal 1994 in avanti, una fuga di materiale pertinente sia stata orchestrata in modo sistematico, frammento per frammento. In gran parte questi frammenti sembrano provenire, implicitamente o esplicitamente, da una fonte privilegiata', sebbene questo sia impossibile...Molti di essi contengono ulteriori informazioni che integrano quanto già si sapeva e quindi aiutano a ricostruire l'intero rompicapo. Tuttavia, finora non sono stati indicati la natura e il significato del rompicapo. Anzi, ogni nuovo frammento è servito ad addensare il mistero anziché a diradarlo. Il risultato è stato una rete sempre più complessa di allusioni, di accenni provocatori, di riferimenti e di collegamenti indicativi. Di fronte alla massa di dati oggi disponibili, chi legge può facilmente avere l'impressione di essere preso in giro, o di venire ingegnosamente condotto da una conclusione all'altra per mezzo delle esche che gli vengono messe sotto il naso. E alla base di tutto c'è la continua, onnipresente allusione sottintesa a un segreto: un segreto di proporzioni monumentali, esplosive, segrete, che ovviamente non esiste. È con questa elettrizzante ambivalenza di sensazioni che attendo il libro che state scrivendo"(lettera all'autore, datata 30/8/1995)

Come disse Gola Profonda a Bob Woodward:

"il laccio deve stringersi adagio adagio intorno al collo di tutti quanti. Parti dal livello più basso, raccogliendo il decuplo delle prove necessarie per incastrare i vari Hunt e Liddy. Quelli si sentono finiti, irrimediabilmente finiti: magari non vuotano subito il sacco, ma tu li hai in pugno. A questo punto ti sposti più in su, e fai lo stesso lavoro al livello successivo. Se miri troppo in alto e manchi il bersaglio, tutti si sentono più sicuri. I procuratori lavorano così. E anche i giornalisti in gamba, scommetto"(Bernstein-Woodward, cit.).

È questo l'approccio standard alle cospirazioni, a tutte le cospirazioni, da parte di chi intende svelarne i retroscena e smascherarne gli artefici. Ma il tipo di cospirazione che vado proponendo è del tutto a-gerarchico e acentrico, praticamente non ha veri e propri "retroscena"; in compenso ha un numero spropositato di " artefici"più o meno inconsapevoli (ad esempio, chiunque sia entrato anche solo una volta nel gioco dei "passaparola"e delle deformazioni); inoltre, non c'è alcuna maschera da strappare, o meglio, è la maschera il vero volto del cospiratore; per non dire poi dell'inesistenza di "livelli successivi"collocati "più in su"; infine, non valgono le rivelazioni delle "gole profonde", perché ciò che c'è da scoprire non è in profondità, il segreto è paradossalmente tutto in superficie.
Il punto è questo: se migliaia di persone in tutto il mondo "fottono i topi", ne vedremo delle belle: il risultato può essere una stagnante crisi di legittimazione, durante la quale tutto può succedere.

Sebbene il monito di Gola Profonda non possa essere di alcuna utilità agli aspiranti smascheratori, il suo invito a "non mirare subito troppo in alto"risulta molto utile al cospiratore: le vittorie di Diem Bien Phu o le offensive del Tet sono possibili solo dopo centinaia e centinaia di piccoli agguati nella giungla, una paziente opera di demoralizzazione degli avversari preliminare al loro completo disarmamento. Una truffa clamorosa come quella del cane miliardario Gunther, recentemente rivendicata a mezzo stampa da alcuni pisani, è stata preparata in due o tre anni di leggende, distorsioni, resoconti parziali etc. Molte delle fandonie che lastricarono la via per la truffa alla trasmissione RAI "Chi l'ha visto?"(Cfr. Luther Blissett - L'impossibilità di possedere la creatura una e multipla, a cura di Gilberto Centi, Synergon, Bologna 1995) non sono mai state smentite, e sono ancora operanti e fertili di nuovi "climi".

È tutto. È il Tutto. Andate e moltiplicatevi. Letteralmente.

"Chi sa bene utilizzare un multiple name può essere paragonato al serpente shuairan del monte Chang: se lo colpisci sul capo, la coda risponde; se lo colpisci sulla coda, è il capo a rivoltarsi; se lo colpisci nel mezzo, si rivoltano entrambi. Chiedetemi se è possibile far muovere un multiple name come quel serpente, e vi risponderò di sì" (Sun Tsu, L'arte della guerra).

Così tanto da fare, così tanti a cui farlo (Bob Black, Theses on Groucho-Marxism).

 

 

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