COMUNICATO STAMPA

Associazione Astronauti Autonomi

InfoShock Livello 57

Libreria Grafton 9

Luther Blissett Project

 

presentano:

L'URLO DI STEWART HOME TERRORIZZA ANCHE IL CONTINENTE


Il più incredibile suddito di Sua Maestà britannica sta per atterrare all'aeroporto di Bologna.

Classe 1962, testa rasata, bomber nero, Doctor Marten's ai piedi.
Ho ammirato la sua professionalità fin dal primo momento.

Bastava ascoltare il mormorio cockney della sua voce davanti alla videocamera della troupe di Chi l'ha visto?, mentre passava in rassegna le avventure del fantomatico Harry Kipper, alias Luther Blissett, eccentrico personaggio dell'underground londinese, fomentatore di panico mediatico, anti-artista d'eccezione, terrorista culturale.

Stewart Home descriveva sé stesso, parlando in terza persona di un fantasma che di lì a pochissimo - anche grazie a lui e agli sbirri coglioni della RAI - avrebbe proiettato la propria ombra su mezza Europa.

La fedina di provocatore professionista di Home contiene alcune delle esperienze più interessanti degli ultimi due decenni: dal punk al Neoismo, dal plagiarismo allo Sciopero dell'arte, dalla psicogeografia al Luther Blissett Project.

Ma non si tratta di medaglie e gagliardetti sul pettorale di un generale dell'Armata Rossa, perché Home ha attraversato molti di questi exploit culturali, cogliendone l'apporto vitale e insurrezionale, per poi scartare e aprirsi a nuove prospettive. Abbastanza esemplare la frase con cui ha lasciato il Neoismo, quando ormai era diventato una sala da the per segaioli artisticheggianti:
"L'unico senso del Neoismo è abbandonarlo".

Insomma non si tratta del solito weak wanker che ti racconta dei bei giorni andati e ti dice "io c'ero", ma di un terrorista culturale efficace, rapido e diretto che dal punk ha imparato la lezione migliore: l'idea che una cosa funziona solo se chiunque può farla.

L'originalità, il genio individuale e tutta l'altra chincaglieria romantica vengono defenestrate. Gli anni ottanta di Home sono pieni di esperimenti pionieristici in questo senso: dalla fanzine-rivista Smile che chiunque poteva produrre semplicemente pubblicando il numero successivo nel formato e nel quantitativo che voleva, all'uso dei primi nomi collettivi, Karen Eliot e Monty Cantsin; dall'organizzazione dei Festival del Plagiarismo ('88-'89) - il cui motto era l'affermazione di T.S. Eliot: "I cattivi poeti prendono in prestito, quelli bravi rubano" - che attaccavano alla radice il concetto di copyright e l'idea che una qualsiasi produzione testuale o visiva possa essere considerata proprietà privata, all'Art Strike ('90-'93), che metteva radicalmente in discussione il ruolo dell'artista nella società capitalistica. Fino ad arrivare ai suoi rapporti con l'Accademia di Portland, vale a dire il Neoismo: un movimento finto avanguardista che negava l'idea stessa di avanguardia (neo-ismo: nuovo ismo, a evidenziare l'assoluta vacuità e irrilevanza di qualsivoglia suffisso). L'idea guida dei neoisti era abbastanza esplicita: "Chiunque può diventare Neoista semplicemente dichiarando di far parte del movimento e adottando il nome di Monty Cantsin" (vi ricorda niente?).

Dal '92 Home è coinvolto nelle attività della rifondata London Psychogeographical Association, le cui derive e ricerche geodetiche hanno influenzato molta gente anche in Italia.

Fin dalle sue origini è implicato nel Progetto Luther Blissett di cui è senza dubbio uno degli ispiratori, nonché l'incarnazione più efficace nel Regno Unito.
Per i tipi della casa editrice londinese Serpent's Tail sta per pubblicare una antologia di beffe mediatiche, molte delle quali firmate Blissett, dal titolo evocativo: Mind Invaders 2000.

In Italia sono stati pubblicati due suoi saggi che raccolgono parte della sua esperienza diretta e indiretta. Il primo, Marci, sporchi e imbecilli, (Castelvecchi, Roma 1996) è un'analisi dell'evoluzione della sub-cultura punk nel corso degli anni, che fa piazza pulita di tutte le interpretazioni artistico-sociologiche e la restituisce alla sua matrice sottoproletaria - marcia, sporca e imbecille appunto - e per questo più interessante.

Il secondo, Assalto alla cultura (AAA, Udine 1996) è un Bignami della storia delle correnti utopistiche del secondo dopoguerra, su cui svetta una delle più dure critiche agli specto-situazionisti che mi sia capitato di leggere.

Ma mi auguro che presto qualche editore autoctono venga svegliato dal gossip letargico e salottiero a suon di mazza da baseball e si decida a pubblicare anche i romanzi di Home, che fanno storia a sé.

Certo le tribù di giovani cannibali si cagherebbero addosso e non si sa mai che una buona volta sparirebbero nel cesso.

Pure Mania, Defiant Pose, No Pity, Red London, Slow Death: la junk-fiction di Home saccheggia l'immaginario e la retorica skin dei romanzi degli anni '70 di Richard Allen (Skinheads, Boot Boys), ribaltandola a 360 gradi, fino a trasformarla in vera e propria epica anarco-punk.

Un'apoteosi di orge, risse leggendarie, adunate sediziose, guerra di classe e scontri apocalittici a colpi di spranga; il tutto portato al parossismo, al ridicolo, e corredato con il plagio del miglior hard-boiled.

Niente a che vedere con gli intellettuali (o aspiranti tali) tipo Will Self, Martin Amis, Geoff Dyer e tutta quella gente che trovi in tribuna a Wimbledon. Ma la distanza è enorme anche dai giovani autori pulp ("Molto pulp pure troppo"), perché in qualche modo i romanzi di Home sono già una caricatura di genere, per di più intrecciata con l'invito - tra il gioioso e il volutamente retorico - all'insurrezione di classe.

La stratificazione dei generi plagiati e dei tipi caricaturali fa pensare più alla produzione cinematografica di Hong Kong che alla letteratura anglosassone, nonostante l'ambientazione sia marcatamente inglese, anzi, londinese.

La narrativa di Home, come il cinema di John Woo e di Jackie Chan si basa su stereotipi, su figure archetipiche dell'immaginario pop, che vengono fatte cozzare con contesti stranianti, inadeguati, producendo spesso il ridicolo, l'effetto Goemon (un-samurai-a-spasso-per-la-city); lo stesso straniamento si ottiene spezzando il pathos con l'inserimento di un particolare grottesco che stravolge il senso dell'azione, ma soprattutto che consente di ricontestualizzare i personaggi, di cambiarne ruolo e significato. Per esempio nella variante di Home le morti sono sempre ridicole, gratuite, comiche; gli eroi sono giovani skinhead pieni di risentimento di classe, trasformati in roccamboleschi Robin Hood che guidano la vendetta proletaria contro i fighetti di Camden Town e i riccastri di Kensington; mentre i personaggi di contorno spuntano dalla nebulosa delle sotto-sette giovanili, a rappresentare la miseria intellettuale e umana, che trova fin troppi riscontri anche nella realtà bolognese.

 

Luther Blissett

 

Su invito di Luther Blissett e dell'Associazione Astronauti Autonomi, Stewart Home giungerà a Bologna il 12 marzo, e alle 21.30 terrà un reading-conferenza all'Infoshock del Livello 57. Info-line: 051/271066.

 

Saluther.