Da "Zero in condotta", quindicinale bolognese, 8 dicembre 1995:

PORTARE SCOMPIGLIO

Luther Blissett ha scritto un libro. Provare a riassumere i contenuti in poche righe si rivela, come disse qualcuno in altra sede, "cercare di fermare il vento con una rete". Il testo si propone come il fondamento teorico del Luther Blissett Project.

 

di Simone Bedetti

Il lettore è accompagnato alla scoperta dell'origine e del senso del Multiple Name "Luther Blissett": "I Multiple Name sono 'firme' che l'avanguardia degli anni '70 e '80 ha proposto per un uso seriale. I più comuni sono 'nomi propri inventati' che possono essere usati da chiunque come 'contesti' o come 'identità'. L'idea è quella di creare un corpus di opere artistiche usando quest'identità inventata". Il "nome multiplo" affonda le sue radici artistico-filosofiche nella Mail Art e nel lavoro di artisti radicali come Ray Johnson o Harry Kipper (e...Luther Blissett).

Attraverso la pratica del Multiple Name è possibile creare uno "scudo contro i tentativi del potere costituito di identificare e individuare i suoi nemici". Ma Luther Blissett non si ferma a questo livello. Il "nome multiplo" agisce (almeno) su due piani, uno teorico e uno artistico-politico. Il punto in cui i due piani si incontrano è costituito dal lavoro sul mito. Il mito viene visto non come "una storia mistificata"; esso è soprattutto "un atto istituito, la storia della prima esecuzione di quell'atto che il rituale ancora perpetua e che convalida un certo diritto nei rapporti sociali"; la conseguenza è che "l'immaginario sistematizzato e ritualizzato diviene immagine sociale del potere costituito". Agendo sul mito si scardina la fondazione stessa delle credenze create e coordinate dall'immaginario gestito proprio dal "potere costituito".

Sul piano teorico Luther Blissett, applicando il Multiple Name, giunge alla distruzione del mito fondante del mondo (capitalistico) moderno: l'individuo. "Fin dal suo emergere come come potere colonialista, il capitalismo occidentale si è caratterizzato per questa assegnazione di identità e gerarchizzazione delle culture"; l'identità è vista come "costrizione a un'appartenenza predefinita" che schiaccia le diversità, "il meticciato". "Occorre sbarazzarsi una volta per tutte del concetto di In-dividuo in nome del Con-dividuo, vale a dire di una singolarità multipla". "Questo ci aiuta a liberarci dell'aspetto negativo dell'individualità, intesa come ideologia borghese storicamente determinata. Non è tornare alla dimensione del mito eroico e a un modello sociale pre-capitalistico, ma è andare oltre l'ideologia dell'Individuo, dell'Indivisibile, e riscoprire invece la dimensione del racconto collettivo come semplice narrazione in cui tutti sono raccontati e immaginati da tutti". Il Con-dividuo sostituisce l'In-dividuo e (paradossalmente) celebra le diversità.
Luther Blissett rilegge numerosi miti dal suo punto di vista (teorico e linguistico): il Graal, i templari, i druidi, il verbo "to fuck", il copyright, Marcos. Marcos è il simbolo della nuova guerriglia "aperta", basata sull'"invisibile visibilità" e su Multiple Name. "Il passamontagna che i guerriglieri indossano non serve a celare l'identità di chi combatte, quanto a permettere a chiunque, nel Chiapas e nel mondo, di partecipare alla sua lotta, di 'spacciarsi' per lui, di essere Marcos come lo è lui. È per questo che sfrutta le reti telematiche per lanciare messaggi verso l'esterno. Vuole costruire il network".

Il concetto di network si pone alla base delle pratiche artitico-politiche di Blissett. Il mondo mediatico attraversato da continui flussi di comunicazione in cui tutti sono immersi, crea e distrugge costantemente miti e leggende. Luther Blissett agisce sui miti, confondendo il vero con il falso, praticando lo scompiglio mediatico. Nasce il "sabotaggio infocognitivo"; attraverso la creazione del "network degli eventi", il "gioco" su e contro i miti mediatici, lo smascheramento del mito dell'informazione, si giunge (forse) al "cortocircuito" delegittimante del potere (mediatico e tout court). "Occorre sempre progettare eventi-ambienti, azioni che siano precedute da notizie vere/false di cui nessuno, nemmeno ogni cospiratore singolarmente preso, possieda il quadro globale, che non smettano di circolare neppure dopo la "detonazione" e il conseguente disvelamento: il "clima" deve essere creato prima dell'azione ed essere modificato retroattivamente da quest'ultima, poi sedimentarsi nel sottobosco degli archetipi".

Luther Blissett non sa esattamente quali saranno le conseguenze di queste continue azioni disgregative, di questa "guerriglia visibile/invisibile" attraverso il Multiple Name e il "controuso del mito". Il fine e l'idea è quella di portare scompiglio, "di impaurire la gente basandosi sulla comune consapevolezza dell'irresponsabilità del mercato mondiale", di creare un continuo stato di panico (nei media e nell'immaginario collettivo) e di crisi. Attacchi psichici e psicogeografia sono altre "armi" usate da Luther Blissett ed esposte in "Mind Invaders". Il "vento Blissett" soffia a mille nodi e si infiltra negli eventi artistico-mediatico-politici del villaggio globale.

Rimangono alcuni dubbi: diffondere "il Caos mediatico fino a che con le balle dell'ultimo giornalista inchioderemo l'ultimo burocrate" danneggia seriamente il potere? E la situazione di crisi permanente lo delegittima? A detta di (un) Marcos, la crisi perenne "è il progetto della destra a livello mondiale: una crisi differita, permanente, fino a che la crisi non diventa stabile, ossia finché vivere con le crisi non significa essere nella stabilità, finché non ci abitueremo a convivere con le crisi" (da "Internazionale" n. 95, p.6). Luther Blissett potrebbe rispondere "non ne ho la più pallida idea".

Del resto lui ha "solo dipinto lo sfondo; sta a voi dare nuovi contributi alla cospirazione".

 


LA RECENSIONE DI "MIND INVADERS" VISTA COME UN'INCHIESTA INDIPENDENTE SUL CASO KENNEDY

...Ma non si può polemizzare con Mr.Luther Blissett. Non esiste e contemporaneamente è ovunque e può pensare ed agire senza limiti, poiché non ha idee che possano confinarlo. L'unica polemica possibile è dall'interno. A presto, Luther. Firmato L.B.

Davide Ferrari/Luther Blissett, su "Mattina" di sabato 2/12/1995

 

Recensire Mind Invaders è fare il triplo gioco con la certezza di essere scoperti. La parola-chiave è "compartimentazione": Luther scrive il libro - Luther fa l'editore - Luther recensisce il libro... Il tutto all'insaputa di sé stesso. Il battito d'ali di una farfalla basterà a scatenare un "movimento di autocontestazione di Luther" (A. Castelvecchi, Videomusic, 6/12/1995...a un certo punto veniva inquadrata una banana...) - Tutto previsto, eppure sorprendente.

Recensire Mind Invaders è il 1963, è come stare sulla Dealey Plaza e guardarsi intorno cercando di capire da dove sta sparando chi: la "teoria della pallottola impazzita", Simone Bedetti (S.B. = L.B.) e James G. Ballard leggono i verbali della Commissione Warren prima ancora che vengano scritti, Jim Garrison dovrà aspettare altri sei anni, Jack Ruby si apre un varco tra i giornalisti... Esistono foto dei veri assassini. Recensire Mind Invaders, libro irrecensibile, significa formulare un quesito inquietante: forse che Luther Blissett/Simone Bedetti vuole la crisi per la crisi ? Possibilità di equivoci a scatola cinese: la frase standard detta dalle Rossande e dai mariodepasquale di tutto il mondo è: "fare il gioco della destra". Sono gli stessi che per anni hanno creduto L.H.Oswald colpevole e J.F.Kennedy innocente, hanno fatto il gioco di Allen Dulles e J.H.Hoover e ora difendono consunte identità con un intimidatorio "cui prodest?". Devo salvare Simone Bedetti (S.B. = L.B.) dal pericolo di essere frainteso.

Il Progetto Simone Bedetti, come si evince dalla prima parte della recensione di Lutero Blissetti, non è nichilista, semmai Niki Lauda: un'accelerazione paradossale di alcuni dei processi in corso. "...mantenere l'immaginario in continuo movimento, non lasciarlo raggrumare, capire quando e come il mito va smembrato, rielaborato o lasciato cadere del tutto, prima che la pluralità di immagini torni ad essere 'assoluto unitario'. Occorre fare netsurfing, scorribande nell'immaginario collettivo. Occorre creare nuove situazioni teletrasportandosi su pianeti ostili..." (S.B., Mind Invaders, p.21). "Creare s-compiglio" è senz'altro un bel titolo [onorifico], ma Luther precisa che non è uno scompiglio fine a sé stesso, sennò sembra che il fine sia solo quello di cacciar balle, e non la costruzione dell'elettrizzata comunità umana, del condividuo: "La comunità aperta che sorge dal network non è una società liberata post-rivoluzionaria, né tantomeno una classe rivoluzionaria: essa è la rivoluzione in atto, se per rivoluzione intendiamo un'evoluzione impredicibile e sul filo della catastrofe, un gioco del continuo divenire [...] La comunità che viene è comunità del rischio, delle collisioni e del conflitto. Se possibile, ci sarà ancor più conflitto che nella presente comunità-capitale, ma non sarà competizione nel mercato né guerra civile, bensì un conflitto che non scorderà mai di essere anche cooperazione sociale: una continua creazione di situazioni di vita vissuta dove nessuno perderà, perché la vittoria sarà la stessa partecipazione al gioco, la stipulazione di nuove alleanze momentanee e di regole che prevedano già il proprio aggiramento e la propria trasgressione" (Ibidem, p.121-122).
Per traslazione: diventa anche tu Simone Bedetti!

 

Luther Blissett (L.B. = S.B.)