Da "La Repubblica", 18 giugno 1999, sez. Cultura
UNO STREGA CON SEI FINALISTI
In testa Dacia Maraini, seguita da Montesano
di Francesco Erbani
ROMA. Sfrattato dalla morbida e odorosa terrazza di Via Fratelli Ruspoli e trasferito nel Chiostro del Bramante, il premio Strega ha celebrato ieri sera il primo atto del suo rito, la designazione dei finalisti. Nessuna sorpresa, come accade da anni nell'albo del premio. Unica novità, al posto della solita cinquina, a Valle Giulia l'8 luglio si contenderanno il premio sei scrittori. Dacia Maraini con *Buio*, edito da Rizzoli, ha raccolto il maggior numero di preferenze fra i quattrocento votanti (72) ed è più che probabile, anzi quasi certo, che sia lei a vincere. Dietro la Maraini troviamo Gino Montesano, autore di *Nel corpo di Napoli*, Mondadori (54) e Corrado Calabro, con *Ricordati di dimenticarla*, Newton Compton (53). Al quarto posto si piazza *Q* (Einaudi) di Luther Blissett, "entità collettiva" dietro la quale si celano quattro autori (50): per loro hanno votato Vittorio Foa, Cesare Garboli ed Emilio Tadini. Seguono Roberto Pazzi con *La città volante*, Baldini & Castoldi (30), e a pari merito Nicola Lecca, autore di *Concerti senza orchestra*, Marsilio (30).
Previsioni rispettate per un premio in cui la parata prevale sulla competizione. Da Bologna arrivano due della banda Blissett, Fabrizio Pasqualino Belletati e Federico Guglielmi. Ma come, avevate annunciato che avreste disertato... "Ma chi l'ha detto", quasi si stizzisce Belletati, testa rapata, occhialetti e camicia nera. Beve prosecco e ridacchia con la fidanzata in canotta a fiori, mentre intorno tutti segnano i punti chini sul foglio, come si fa con le cartelle della tombola. "Siamo venuti per scroccare il buffet, ma qui mi pare tutto molto dimesso. Com'e' brutta questa classe digerente". [ho detto proprio così: "digerente", N.d. FPB.] Questa volta deve vincere la Rizzoli, ai margini da alcuni anni. Per l'occasione l'azienda di Cesare Romiti ha schierato una scrittrice di successo, presentata da due assi: Umberto Eco e Raffaele La Capria. "Sono solo voci", replica la Maraini a chi le chiede se si sente già la vittoria in tasca. Sono però voci che girano e rimbalzano da quando il suo nome è stato lanciato nell'agone, bloccando sul nascere ogni ipotesi di concorrenza. Gli altri editori hanno scelto di puntare prevalentemente su outsider, figure di diversa consistenza letteraria, accomunate dal desiderio di una passerella illuminata da molti riflettori. Comunque vada. "Volevamo solo fare pubblicità al libro", incalza l'altro Blissett, Federico Guglielmi, "e comportarci come Elio e le Storie Tese a Sanremo, scompaginare, destrutturare. Solo che è più facile uccidere Pippo Baudo, come hanno fatto loro, che le lobby letterarie di casa nostra. Volevamo fare un esperimento socio-antropologico, frequentando i party letterari dell'alta borghesia, per scoprire chi pascola nei prati dell'editoria italiana. Ne abbiamo già abbastanza". E se ne va.