An Open Letter To Mr. Luther Blissett

(first-team assistant-coach at Watford FC, England)

 

Dear Watford FC webmasters, 'zine editors and supporters,

I am one of the numberless people who adopted "Luther Blissett" as a multi-use name for radical actions and theory, multimedia works, anti-art performances and open political contexts in Italy and other countries of continental Europe. Since the mid-Nineties, the British press gave extremely distorted accounts of our activities, describing us as 'Anarchists' (which we aren't) and manipulating our statements. The British press made us look like moronic students, while we're people who work bloody hard and managed to be praised/feared by the cultural institutions of our country. Maybe this distortion is the reason why Mr. Blissett sounds very pissed-off in his latest declarations (see The Times, 8/3/1999, p.3). He (and you) may not share our political and aesthetic views, however we'd like to set the records straight once and for all: It was never our intention to sneer at Mr. Blissett's unlucky season in Italy. We always thought that the press and the supporters treated him unfairly since the beginnings: in the early Eighties it took a plenty of time for a British player to understand the Italian way of playing football, which was boringly defensive. He was never allowed to get used to Italy. Moreover, the club was a dreadful rabble of weirdos, and the owner Giuseppe Farina was a crook and an alleged arms dealer, who went bankrupt a few years later. We hope that someone will pass this letter on to Luther, and post it on the Watford Mailing List. We'd like to get a surface mail address for Luther, so that we can send him our books, publications and a lot of press cuttings covering both us and him. The following piece is a colourful article published on today's *Tuttosport* (one of the three sports' daily papers), where both one Luther Blissett and the journalist argued that it's time to re-establish Mr. Blissett's good name. Thank you very much,

 

Fabrizio P. Belletati a.k.a. Luther Blissett

 


Da "Tuttosport", 14 marzo 1999:

BLISSETT, DA SCHIAPPA A SCRITTORE BEST-SELLER

di Gianluca Scaduto

Ricordate ancora gli inglesi del Milan, che ebbero la sfortuna di venire prima del trio olandese? Hateley ha smesso due anni fa. A Wilkins sta per riuscire il colpo della vita: è entrato nello staff del Chelsea, si dice che farà le scarpe a Rix - il vice di Vialli impelagatoin un processo per violenze e pedofilia - quando sarà scaricato.

Poi c'era Luther Blissett, uno degli stranieri più malvisti nella storia del calcio italiano. Con le ciofeche che si vedono di questi tempi, forse bisognerebbe rivalutare la sua annata italiana ('83-'84, 4 reti in 30 presenze).

Qualcuno ci ha già pensato. A pochi giorni dall'uscita, sta per essere ristampato "Q", avventura storica ambientata nel '500, opera di 643 pagine tutte da scalare, dove alla vigilia del Giubileo qualcuno ha il coraggio di ricordare gli scheletri nell'armadio della Chiesa.

L'autore è Blissett. O meglio, il vero Luther non c'entra nulla: è tornato al Watford, la società che lo lanciò, e fa l'allenatore in seconda. Ma in Italia e in Europa decine di persone hanno adottato il suo nome per rivendicare le azioni più diverse. Ci sono Luther Blissett che sono il terrore dei giornalisti. Inventano false notizie alle quali qualcuno puntualmente abbocca. Il loro capolavoro fu la storia di Henry Kapper [sic], un "guru multimediale" che girava l'Europa in bici partendo dalla Spagna e tracciando un ideale percorso che letto sulla cartina avrebbe formato la parola art. Ma a Trieste, poco prima di avventurarsi in Bosnia, se ne persero le tracce. Ne parlarono giornali e agenzie di stampa, se ne occupò anche "Chi l'ha visto", ma a due ore dalla messa in onda i Luthers spiegarono che era tutta una bufala, il guru non è mai esistito, tanto per dimostrare come le famose "fonti" possano essere monnezza. Ma nel nome di Blissett si fanno anche azioni politiche e si giocano partite di calcio a tre squadre con tre porte in campi esagonali (gare stile vecchio Trap, visto che alla fine vinceva chi incassava meno e non chi segnava di più). Tipi particolari, insomma. Solo che ora hanno un viso, anzi quattro.

"Q" non è un libro qualunque ma un'opera d'arte, qualcuno aveva già pensato che ci fosse Eco dietro al nome collettivo che chiunque è libero di adottare. Così i quattro autori si sono presentati (ma sono subito scomparsi, giurano che non finiranno da Costanzo), anche perché il libro può far storia: non si hanno notizie di libri scritti ad otto mani, perdipiù senza copyright. Questo perché i Luthers non credono "nell'idea romantica del genio dell'autore, le idee non hanno proprietà", come ci racconta uno di loro. Ma perché è stato scelto Blissett per le vostre opere? "Usare il nome di un calciatore era un ottimo cavallo di Troia per le nostre azioni. Scegliere Blissett, poi, era un modo per riabilitarlo. Il problema, forse, non era lui, che arrivò in Italia da capocannoniere del campionato inglese, ma il Milan di Farina, che da lì a poco avrebbe fatto crac. E poi ci piacevano le sue origini giamaicane, la sua figura negativa per le curve di tutti gli stadi che lo accoglievano col verso della scimmia". Resta da capire cosa ne pensa Blissett... "Qualche giorno fa anche il Times ha parlato di 'Q' e sono andati a chiedergli se era contento di essere diventato un caso letterario. Direi di no - ha detto - ma non posso farci nulla".