Alcuni aggiornamenti sulla mega-occupazione di via Altura, Bologna.
La stampa bolognese ha dato grande risalto all'occupazione del complesso
edilizio "Giardini Verdi", estremo promontorio del Comune di Bologna
proteso nel territorio di S. Lazzaro di Savena. L'intera area, parco compreso,
misura sicuramente più di cinquantamila metri quadri. L'edificio da solo
ne misura 8300. Doveva diventare una "residenza protetta per anziani",
con tanto di piscina, idromassaggio, parrucchiera, cappella, sale ricreative
etc. Per varie vicissitudini (fallimento della proprietà, irregolarità
nella costruzione) il posto non è mai entrato in funzione, è rimasto chiuso
per sette anni ed è tuttora sotto sequestro giudiziario. È imminente la
sua vendita all'asta (base d'asta dieci miliardi e mezzo).
Due giorni fa abbiamo occupato i "Giardini Verdi" e abbiamo chiesto
al Comune di partecipare all'asta usando i soldi (sei miliardi) che una
legge della regione Emilia Romagna vorrebbe investiti nelle politiche sull'immigrazione.
L'idea è di farne un "centro di seconda accoglienza" autogestito
da immigrati.
In alternativa, abbiamo chiesto al Prefetto di applicare l'art.42 della
Costituzione, comma 3: "La proprietà privata può essere, nei casi
preveduti dalla legge e senza indennizzo, espropriata per motivi di interesse
generale."
Le diverse soggettività che hanno occupato hanno messo da parte cento milioni
per le prime spese di gestione (allaccio delle utenze etc.). Di questi cento,
ben cinquanta li ha donati l'Associazione Lupo di cui fanno parte Stefano
Benni, Dario Fo, Beppe Grillo e altri.
Nelle ultime 48 ore sono successe diverse cose importanti. Innanzitutto,
la forzatura della legalità ha prodotto una risposta istituzionale: fin
dall'inizio l'assessora alle politiche sociali Golfarelli (DS), pur condannando
la pratica dell'occupazione, ha definito "interessante" la proposta
di partecipare all'asta. Nella seduta di oggi del consiglio comunale il
gruppo di Rifondazione ha presentato un ordine del giorno su tale partecipazione,
che è stato addirittura appoggiato dal gruppo dei DS ed è passato con
19 voti su 22. Il centro-destra era assente.
Il gruppo consiliare dei DS ha anche donato un milione agli occupanti. Rob
da matt!
Facendo uscire la vertenza dalla logica del muro-contro-muro e interrompendo il circolo vizioso occupazione-sgombero, abbiamo perlomeno sbloccato la situazione. È un buon inizio. Abbiamo anche chiesto alla Cassa di Risparmio in Bologna (principale creditore nel fallimento della "Giardini Verdi") di fare da mediatrice tra Comune e curatore fallimentare.
Nelle stesse ore il documento degli occupanti (vedi mio precedente messaggio)
veniva sottoscritto da altri gruppi e singoli (bolognesi e non). Ecco le
"new entries": il gruppo consiliare di RC, l'associazione Orlando-Centro
delle donne, l'associazione per il commercio equo e solidale, l'associazione
Zone d'attesa, la scuola popolare di musica Ivan Ilich, la Banda Roncati,
il centro diritti della CGIL, l'Associazione Astronauti Autonomi di Bologna,
il romanziere Carlo Lucarelli, la Sinistra giovanile, le Officine Estragon
e l'associazione Il Cerchio. Da fuori Bologna hanno aderito ufficialmente
il centro sociale La Talpa e l'orologio di Imperia, il centro sociale Rivolta
di Mestre, il coordinamento nazionale per Silvia Baraldini e l'associazione
donne native e migranti "Trame di terra" (Imola).
Non ho ancora ricevuto conferma, ma credo abbiano aderito anche tutti i
centri sociali della Carta di Milano.
Ricordo che le eventuali adesioni vanno faxate allo 051-271066
In netta controtendenza il consigliere regionale di Azione Popolare Carlo
Rasmi (ex-RC) e il Comitato Senza Frontiere, che hanno ufficialmente smentito
la loro adesione. Motivo? La presenza tra gli occupanti dei Bambini di Satana
e del Luther Blissett Project!
Ieri l'assemblea degli occupanti ha ribadito che i BdS fanno parte del coordinamento
cittadino "2001 Odissea negli spazi", e che la loro presenza solidale
è un'importante testimonianza contro gli isolamenti, gli ostracismi e la
repressione.
Aggiungo che quella degli immigrati senza casa è una vera e propria "bomba"
esplosa in città con effetti devastanti; di fronte alla prima vera iniziativa
comune "di movimento" da molti anni a questa parte (come l'ha
chiamata Bifo, una "prova di civiltà") non mi sembra il caso
di porre questo tipo di discriminanti.
Quanto al Luther Blissett Project, la sua è un po' più di una semplice
"presenza", essendo stato uno dei motori della proposta e avendo
preso parte a tutto l'iter, dai primi sopralluoghi alla conferenza-stampa,
dal confronto con le forze dell'ordine ai turni di vigilanza. Va ricordato
che a Bologna il LBP non è "un gruppo" bensì un nome multi-uso
nonché una situazione assolutamente trasversale, i cui animatori sono sparpagliati
tra diverse realtà (TPO, Livello 57, Covo, Zero in Condotta, Radio K e
Radio Città del Capo).
Gli occupanti hanno fondato il "Comitato 14 dicembre" (data
dell'occupazione), che s'incaricherà di co-gestire il posto e la vertenza
assieme agli immigrati. Con questo nome verrà aperto un conto corrente
per le eventuali sottoscrizioni. Il custode giudiziario del "Giardino
Verde", tale geometra Tomasini, pur apprezzando la proposta di acquisto
da parte del Comune, ha fatto partire una denuncia contro i consiglieri
comunali di Rifondazione Valerio Monteventi e Piergiorgio Nasi, oltreché
una richiesta formale di sgombero.
Nei prossimi giorni in città sono in programma altri sgomberi di immigrati.
Il tempismo è tutto.
Luther, Bologna, mercoledì 16 dicembre 1998