CENTRI SOCIALI

Una molesta proposta & altre pinzellacchere

 

Non nascondiamoci che alcuni centri sociali occupati sono diventati vere e proprie "istituzioni totali", al pari delle prigioni, dei manicomi e delle comunità terapeutiche. Quante malvagie capo-infermiere abbiamo incontrato in quei tristi capannoni? Innumerevoli. Quanti "fuggiaschi" da quel mondo di settarismi, invidie e rancori non hanno tirato un bel sospiro di sollievo? Ben pochi. L'aria si fa più tersa, le parole fluiscono libere, la visione del mondo si allarga a dismisura, nuovi rapporti affettivi sono dietro l'angolo, migliora sensibilmente la qualità della vita... Quanti basano la propria identità sull'"antagonismo" sono i meno interessati a cambiare le cose: la fine dello status quo li priverebbe di questa miseranda ragione di vita. Così, quello che viene messo in scena è lo spettacolo della militanza sacrificale: "A che serve tutta la libertà di pensiero, la modernità, il dileggio e la flessibilità del torcicollo, se nelle viscere si è restati cristiani, cattolici e persino preti!" (F.W. Nietzsche). Ne ho visti a migliaia di questi "eroi del popolo": alla militanza tutta ideologica seguiva, segue e seguirà sempre lo svacco più deprimente. "Chi ha lottato nella convinzione di riscuotere in contanti una mercede etica o poetica che lo gratificasse per il 'sacrificio', non meritava di meglio che immerdarsi nelle catacombe sacrificali. Con spietata coerenza storica, la 'disperazione' ha affogato gli slanci in proporzione diretta al saggio di ideologia che li mosse: meno 'personali' e meno vissute furono le motivazioni dell'arruolamento - quando si trattò in effetti dell'assunzione di un ruolo, e dunque di una comparsata teatrale già ab initio predestinata al recupero spettacolare - più i contenuti fittizi tradirono il matrimonio d'interesse ('sposare una causa'), più le speranze mostrarono la loro viltà ('speravamo nella rivoluzione'), più l'evidenza della lotta aperta, e dei suoi termini reali, terrorizza e smarrisce ('non c'è più niente da fare')." (G. Cesarano).

Eppure, ciò non toglie che da molti centri sociali continuino ad uscire cose buone e giuste; le occupazioni sono endemiche: ce ne saranno sempre di più, e sempre meno ideologiche - vere e proprie "proposte pratiche di abbellimento razionale della città". Luther Blissett è più volte apparso in diversi spazi occupati, e alcuni sono stati indicati dalla stampa come suoi "covi" (cfr. "L.B. ha un 'covo' alla Cayenna di Feltre", dal Corriere delle Alpi di giovedì 1° febbraio 1996, pag.14, Cronaca di Belluno).

 

C.S.A.