MEGLIO-TROPPO-TARDI-CHE-MAI!
Intervento di Luther Blissettt all'incontro con Peter Lamborn Wilson/Hakim Bey
Forte Prenestino, Roma, 7 giugno 1997
Ormai la teoria radicale sente con inquietudine l'insinuarsi della decomposizione nel suo campo stesso. Essa deve registrare gli "infortuni della passione" degli individui che tentano di liberarsi dal lavoro con quello che chiama "l'edonismo apodittico immediatista", ma qui si trova a combattere con la propria ombra: questo è nato quando hanno cominciato a prendersi come immediatamente autonomi, provenienti da una umanità come tale fuori dalla società esistente. La loro "autonomia" si è così modellata sul capitale, considerata dal punto di vista della passività sprovveduta e spettatrice: uno stato di cose, una comunità di consumo. La libertà viene a definirsi così come libertà di consumo, la rivoluzione come temporanea trasformazione di ciò che c'è, il cui unico senso è risparmiarsi una rivoluzione reale e quindi ogni reale trasformazione di se stessi, per accedere al miracolo autonomo, magari con l'aiuto di una sniffata o una pasticca, così come si è. L'"autonomia temporanea" è cercata come "bisogno" e "dipendenza" quanto più non riesce ad essere desiderio e capacità, mostrando di appartenere al medesimo processo di de-composizione cui s'illude di sfuggire. (alla maniera di Wolf Woland)
"Non si è autonomi se non si è superato il capitalismo" *Minchia!!*
Hakim Bey contro Hakim Bey
Pare incredibile ma c'è stato chi ha preso il Bey-pensiero (si fa per dire) sul serio. Vabbe' che è da tempo che ci sentiamo dire che siamo in piena postmodernità, che il senso è inflazionato e quindi niente è più vero (tranne la diminuzione del "potere d'acquisto" della vita?) e ogni stronzata è possibile, che c'è crisi d' identità, che la depressione è la malattia di questo fine millennio, che il nuovo soggetto conflittuale è il menefreghista (il famoso soggetto!) e via scorreggiando... ma addirittura che potesse esserci qualche coglione che prendesse Bey come suo (co)ispiratore questo è veramente troppo, Troppo, Troppo-Tardo-Capitalismo! Come si dice in questi casi? Un segno dei tempi... un po' come se un pro-situazionista fosse alla direzione di Rai2, se nazifascisti cresciuti a forza di iniezioni di steroidi evoliani e jungeriani passassero il loro tempo libero ad ascoltare Guccini e se un personaggio inesistente, col nome di un giocatore di calcio magari, si trovasse a essere l'ultimo filosofo comunista radicale rimasto noto alle questure. Che bello è il mondo del sincretinismo generalizzato, e quanto è libero! Pensa che ora puoi avere tante identità quante i tuoi capricci, di modo che oggi ti sfodero un sorriso anfetaminico, gioioso ed empatico e domani te lo metto al culo; che oggi mi sniffo un po' di radicalità e domani mi vado a rilassare al privé. Non è bello? Qualsiasi cosa faccia è così meravigliosamente sovversiva! L'importante è restare sempre in movimento, far vedere che qualcosa pur si fa, mica chiacchiere! E allora nel mondo sincretinizzato non è poi cosa così strana che un vetero-hippy ciclotimico si metta a spacciare una teoria tagliata male e venga accolto come il pusher di fiducia da estatici sovversivi un tantino rincoglioniti, una teoria-bricolage con 1/4 di boiate situazioniste francocentriche e criptospettacolari, 1/4 di ridicola e ignorante mitologia dell'autonomia italiana, 1/4 di bigiotteria freakkettona, 1/4 di amerikanate (come ad esempio il nomadismo di Deleuze-Guattari piegato all'ideologia dell'anarchismo da salotto tramite le interpretazioni di un altro "autonomediatizzato" come Rolando Perez) e una spolverata di cyber-cultura. Insomma un veleno leggero ma efficace, quanto basta a ridurre sul lungo periodo i suoi aficionados in uno stato di apatia o nel peggiore dei casi in un iperattivismo egoarchico e avido che mira, col solito vecchio giochetto del campanello, a far sbavare di riflesso qualche vecchio cane da guardia dell'alta cultura, nella speranza di essere prima o poi recuperati per mettere finalmente il culo in salvo (Recupero o morte cari amici!). Non è cosa strana, ma noi siamo ingenui e continuiamo a stupirci!
Alcuni compagni inglesi e tedeschi in paranoia cospirativa vanno affermando che il Bey sia in realtà un agente della CIA procurando prove su prove che hanno finora però solo dimostrato lo squallore del personaggino... non c'interessano queste dinamiche del risentimento, ma solo evidenziare in fin dei conti la modestia del fenomeno, l'essere solo un indizio di una grave sintomatologia che ammorba le culture urbane libertarie: il conformismo, l'egoarchia.
"L'ultima arma per esorcizzare l'autogestione generalizzata è l'egoarchia generalizzata. Tutti per l'uno che è in tutti, affinché sopravviva ancora per un poco il Nessuno"
Cesarano-Collu
Cosa altrimenti avrebbe permesso il diffondersi di una teoria tanto degradata e avvilente?
Cosa se non il fatto che dopo tutto 'sti cazzi se il mondo è organizzato per farti morire lentamente, e quando non di fame, di noia e impotenza. La rivoluzione? Ma di che si parla? Chissenefrega, non è un problema che mi riguarda da vicino! Individualismo, identità (e paradossalmente chi fa i discorsi anti-identitari sono proprio quelli dall'individualismo più rivoltante, quelli dall'ego moltiplicato), nichilismo subìto producono tante personcine che vogliono godere qui ed ora, autonomamente, perché dopo bisogna ritornare di corsa ai problemi di tutti giorni, che sono i problemi che tutti condividiamo, troppo stupidi in mezzo a tanta fashion per arrivare a coinvolgere una TAZ, proprio quelli che non ci riguarderebbero da vicino. Se mi sfondo di pasticche al rave, dove "superiamo le differenze e ci contaminiamo, dove produciamo rivolta e sbeffeggiamo il sistema", perché poi nel privato, quando non controllo più le paranoie collaterali mi sento così solo? Psicoterapia. Dov'è la controcultura, la rete? Cosa sarà mai la controcultura se non proprio il tentativo esemplare di superare le separazioni - tutte, disvelare i problemi della dimensione privata come il fenomeno pubblico della vita espropriata? È certo solo un esempio, ma chi vuol capir... La rivoluzione? La fanno gli zapatisti, i tupacamaru... ma qui ed ora è un'altra cosa. Bella merda! Sotto quest'atteggiamento si nasconde un'assoluta incomprensione della rivoluzione, una sua comoda feticizzazione, per non ammettere che essa è già cominciata, che è una cosa semplicissima: vivere radicalmente dentro il sistema perché "fuori" non c'è più nulla. Qui è il conflitto, qui brama la potenza nomadica del collettivo. Il resto è fin troppo chiaro autocompiacimento delle proprie catene nevrotiche, facile espediente per riempirsi i propri vuoti esistenziali, ed esorcizzare all'infinito quello che ogni "sovversivo" dovrebbe sapere. Ovvio che quella del Bey sia risultata la teoria giusta al momento giusto, quella che gioca in ribasso, autogiustificatoria, che compiace i capricci che ci aiutano a sopravvivere, che occulta le vere ragioni del Grande Rifiuto di cui non vediamo che le forme effimere, che ammette tutto perché niente venga realmente realizzato!
E ora?
Ora che lo stesso Bey fa qualche passo indietro per prendere la rincorsa, che ammette di aver prodotto la teoria della TAZ in un momento di distrazione, che rilancia la rivoluzione, ora i suoi aficionados lo imiteranno o continueranno con i piccioni viaggiatori e i segnali di fumo?
Coagulo Vino-al-Vino
del Luther Blissett Project
(non te la prendere Peter: meglio vin torbo che acqua chiara)