Se avete trovato indispensabili gli ultimi due minuti di "Strange Days"... questo è l'articolo che fa per voi!!! Buona lettura!
Da "Panorama", 28 marzo 1996, n. 12 (1563), pag. 70:
Polemiche/ Il misterioso autore del libro-manifesto della rivoluzione internettiana
CHI HA PAURA DI LUTHER BLISSETT
È la firma falsa di un saggio ironico-catastrofista sulla generazione digitale
Per sferrare un attacco alle certezze dei media tradizionali
E indicare un futuro possibile dei nuovi
di LUCA DE BIASE
La posta elettronica come bomba. La clandestinità come difesa. I media tradizionali come bersaglio. Luther Blissett come nome di battaglia. E un ragazzo nato il giorno, l'ora e il minuto della strage di Piazza Fontana come strumento. Giuseppe Genna, redattore letterario, neofita dell'Internet, è diventato un caso. Il suo è un giallo insolubile, perché ogni testimonianza è falsa per definizione e qualunque indagine è depistante. L'interesse della sua storia sta nell'esplorazione di uno dei futuri possibili che riservano i nuovi media. Il suo mistero è nel destino tutto da costruire dell'Internet.
Perché la rete delle reti si presta ad alimentare i sogni o gli incubi di chi vuole ridefinire le comunicazioni di massa. Grandi editori e intellettuali solitari vi si confrontano più o meno alla pari. La Ragnatela sa trasformarsi in ciò che desidera chi la usa. È una strana miscela di telefono, posta, fax, radio, giornale, bacheca, computer e un po' di tv. C'è chi lo [sic] utilizza per vendere salami all'estero e chi lo pensa per distribuire giornali. Chi lo mette al posto della biblioteca e chi ci gioca di notte per corrispondere con sconosciuti. La sua tradizione culturale è nella vita universitaria americana. La comunità internettiana ne conserva il gusto liberal. Non sempre, invece, il rigore.
Di sicuro l'Internet si presta alle mascherature come un carnevale elettronico. E come il carnevale può rovesciare il mondo senza sconvolgerlo più di tanto. È il gioco di Luther Blissett: chiunque può diffondere qualunque informazione senza limiti di spazio, senza editore, senza controllo, a bassissimi costi e senza esporre la sua vera identità. "È uno strumento liberatorio, soprattutto dal punto di vista intellettuale" afferma Carlo Massarini, conduttore di Mediamente, trasmissione internettiana della Rai.
"Può essere usato per combattere le regole senza uscire allo scoperto. In questo caso è come una pernacchia lanciata da qualcuno nascosto nella folla durante un comizio". Per altri la rete assomiglia alla chitarra nell'epoca rock. Ricordando che la liberazione non è nella chitarra ma nella musica.
Luther Blissett, firma collettiva usata sulla rete da chiunque lo voglia, suona "musica" pesante. "Luther Blissett è un personaggio-metodologia" si legge nella rivista col suo nome: "Luther Blissett vuole fuggire dal carcere dell'Arte e cambiare il mondo". Suona questa musica fin dal 1983 [???], quando ha cominciato la sua attività clandestina tra Viareggio e Bologna, con nomi come il "critico musicale" Vittore Baroni [perché 'ste virgolette? Vittore Baroni è effettivamente un critico musicale, caporedattore di "Rumore"!], l'"editore" Guglielmi [Aridaje! Giancarlo Guglielmi è effettivamente il titolare delle edizioni Synergon. Il punto è che nell'83 lavorava in fabbrica.], o lo "psicogeografo" Fabrizio Giuliani [che nell'83 faceva la quarta ginnasio a Salerno.]. Si richiama nel mondo anglosassone a giornali ironici come Smile, Yawn e Tarp [che significa "giornali ironici"?]. Blissett è pseudonimo della firma collettiva tedesca Monty Cantsin e della sua filosofia "neoista" oggi in fase negativa: sta cancellando un sito dei suoi al giorno [in realtà ha cancellato un link al giorno del suo sito, che non è proprio la stessa cosa...]. Finirà domenica 24 marzo. In Italia predilige il "situazionismo" [che par de balle!] e non disprezza filosofi come Giorgio Agamben [e che significa?]. Ma in generale combatte tutte le scuole e le regole. L'insieme delle informazioni pubblicate da Blissett è gigantesco, il suo ipertesto labirintico. Per chi chieda chi sia Blissett c'è la risposta pronta in rete: "Pseudonimo di Monty Cantsin". E per chi chieda chi sia Cantsin: "Pseudonimo di Luther Blissett".
Il labirinto delle false verità assolute rivela uno dei futuri possibili dei nuovi media. E nello stesso tempo denuncia le sempre più incerte sicurezze dei vecchi mezzi di comunicazione. Più cresce l'interattività e la facilità d'accesso al medium, più si liberano forze inesplorate.
Capitato nel labirinto per caso o per scelta (chi può dirlo?), Giuseppe Genna racconta di avere ricevuto sulla sua casella di posta elettronica mille messaggi inviati da ignoto autore, di averli raccolti in un libro e portati alla Mondadori. La casa editrice di Segrate (che tra l'altro pubblica Panorama) ha accettato di pubblicare il libro negli Oscar, ma ha sentito il bisogno di prendere le distanze: "Il testo che pubblichiamo con il titolo net.gener@tion è rivolto a documentare il fenomeno di una sovversione annunciata. Net.gener@tion ne è il manifesto: non rispecchia quindi né il pensiero dell'editore né una condivisa proposta culturale". Perché questa inconsueta dichiarazione? "Niente di strano: è come se nel '68 avessimo pubblicato un testo che invitava alla rivoluzione" risponde Massimo Turchetta, responsabile degli Oscar [che ci regala un brillante quanto inconsapevole auspicio!]. E perché la collana che lo ospita è quella della narrativa? "Perché non ne avevamo una più adeguata. È la collana delle raccolte di fiabe etniche. Net.gener@tion è Oscar narrativa perché è un documento culturale, non perché è frutto dell'immaginazione".
Le ambiguità del resto fanno bene al caso letterario. La Mondadori pensa di venderne 5 mila copie. Ce la dovrebbe fare, visto che la precedente opera attribuita a Luther Blissett, Mind Invaders, ne ha vendute 2mila per un editore più piccolo come Castelvecchi [già. Peccato che le duemila persone che hanno comprato Mind Invaders sappiano benissimo che Net.gener@tion è una truffa!].
Ma net.gener@tion è davvero un documento? Luther Blissett da Bologna ha fatto sapere di non riconoscersi nel testo a lui attribuito. Come poteva essere diversamente? Ma la smentita blissettiana arriva prima che la Mondadori diffonda la notizia del nuovo libro [chissà poi perché!]. E pochi giorni dopo Blissett dichiara di avere in effetti dettato a Genna il libro, allo scopo di "sfottere i media tradizionali".
Il labirinto è reso più intricato dalla sospetta ingenuità di Genna che sostiene di aver sentito parlare per la prima volta di Blissett quando l'ignoto gli ha scritto. Strano che non avesse visto sullo stesso computer che usa per collegarsi all'Internet, quello di Planet, il sito di Vox Pop, un'etichetta discografica che da tempo gioca con Blissett. Anche Genna, volente o nolente, finisce per perdere identità e credibilità nel carnevale blissettiano.
"Ogni sistema di poere crea le basi per una controcultura" commenta Massarini. "Questo gruppo ricorda gli anni Settanta e l'autonomia". Errore: "Non siamo un gruppo" risponde Blissett a Panorama: "Luther è un nome multiplo. Non si entra in Luther, si diventa Luther". Tutto è falso o almeno smentibile. Questo è il gioco che scompagina i media. Ma a una domanda sarebbe bello rispondere: il falsario Blissett si prende sul serio? Domanda che resta doverosamente aperta. Come il futuro dell'Internet, tutto da scrivere. Potrebbe rivelarsi un bidone come il centravanti del Milan che dà il nome ai falsari bolognesi [o come la nuova grafica di Panorama!]. Potrebbe trasformarsi in un Far West, con le sue conquiste e i suoi sterminii di nativi. Di certo alimenta la creatività. E da questo punto di vista, per i curiosi dell'innovazione, non può che essere un argomento serio.ome Giorgio Agamben [e che significa?].