MAI PIÙ!
ovvero
LETTERA A ME STESSO SUL SERVIZIO DI "PROFESSIONE REPORTER" (RAI2) SU LUTHER BLISSETT.
"La televisione è il nulla"
Hans Magnus Enzensberger
"...Diarrea biliosa, dissenteria, densi sedimenti nell'urina..."
Ippocrate
Caro Luther,
prima di ieri sera non avevo mai visto una puntata di "Professione Reporter - Effetto Video8". In giornata ho appreso che sarebbe andato in onda il reportage su "Luther Blissett a Bologna" realizzato da Bernardo Iovene nel febbraio '95, un video che - nella versione integrale di 13' - era stato proiettato su schermo gigante alla "Neoist Night" organizzata dall'APB al Livello 57. Immaginavo già che il packaging e la presentazione avrebbero nuociuto gravemente al servizio, perché mi avevano informato dettagliatamente sulla totale insignificanza e tediosità della trasmissione, inoltre le pagine "TV e spettacoli" di svariati giornali riportavano un identico abstract di 5 righe che, con fastidiosa demenza, qualificava Blissett come un "animatore delle notti bolognesi"; si trattava evidentemente del rituale dispaccio redazionale. Poiché dal video di Bernardo risultava chiaramente che, ben lungi dall'"animare" le notti bolognesi, Luther contesta l'assetto politico-urbanistico-culturale cittadino e pone l'accento sulla miseria e l'insipienza della vita quotidiana, era chiaro che al servizio era successo qualcosa di brutto. L'indizio non mi ha fatto pensare a censure o rimanipolazioni dirette, ma mi ha messo sul chi vive.
Non che l'APB si aspettasse chissà cosa dalla TV di stato o dalla TV in genere: avevamo accettato, a titolo di esperimento, di comparire nel video col volto coperto (sì da evitare ogni sovraidentificazione di Luther con uno o più volti di personaggi realmente esistenti) e di spiegare come funziona la trasmissione notturna psicogeografica su Radio Città del Capo. Sebbene fosse ormai vecchio di 10 mesi e irrimediabilmente datato (nell'inverno scorso il LB project non aveva ancora iniziato a "sbolognesizzarsi"), si trattava di un servizio abbastanza chiaro su una situazione specifica: vi si vedevano una deriva, un frammento di conduzione in studio, un appuntamento psicogeografico all'una di notte con alcuni graffitisti e un attacco psichico introdotto da una critica al progetto Vitali-Bofill per la nuova megastazione ferroviaria. Il testimone veniva passato poi a Riccardo Paccosi che illustrava alcune derive/performances di Teatro Situazionautico. Se tutto ciò fosse andato in onda, assieme ai "contenuti" sarebbe filtrato un esempio di ricognizione e ri-mappatura del territorio urbano, e di uso (arrghh!) "interattivo" di un medium vecchissimo come la radio analogica. E tutto ciò senza alcuna illusione, da parte nostra, sull'"uso democratico e dal basso dei media" etc., sproloqui liberali di cui poco ci frega; una certa distorsione era già messa in conto. Ma NULLA di quanto elencato è andato in onda!!! Ad ogni modo, procediamo con ordine.
La trasmissione in questione non è solo insulsa e tediosa: è anche un capolavoro di razzismo, nazismo, militarismo e arroganza panottica televisiva! Prima del servizio su Luther sono andati in onda un servizio insensato e inconcludente come quello sui cazzi mosci in terra d'Albione e due servizi che non saprei definire in altro modo se non DI ULTRADESTRA: un'apologia delle eroiche imprese dell'Antidroga di Roma contro gli spacciatori (in realtà contro gli immigrati, in virtù della stolida equazione MUSO NERO = DELINQUENTE), e una denuncia di quanto sono infidi e meschini i vietnamiti che non aiutano l'esercito USA a ritrovare i cadaveri dei G.I. morti e sepolti durante la guerra. Nulla di quanto poteva farmi dare di stomaco è stato risparmiato: perquisizioni, arresti, interrogatori, interviste a carabinieri e marines, l'alzabandiera etc... Tra un servizio e l'altro, intrattenevano lo sparuto pubblico due baldracche di regime (e si badi che la connotazione negativa sta tutta in "regime", non in "baldracche"): un ospite di genere maschile, con orrida pettinatura alla Pierferdinando (che parmi fosse il direttore del TG "gggiovane" di Videomusic), e un'anfitriona di genere femminile, l'isterica Milena Gabanelli. I servizi non venivano mai commentati, per tutto il tempo si è parlato solo della videocamera con cui erano stati realizzati (Ah, la gloriosa rivoluzione del Video 8!).
Quando è stato annunciato il servizio su Blissett, avevo già mal di testa, e testicoli/ovaie in fiamme. Bene, al reportage di Bernardo mancavano più di 5 minuti, e non s'era trattato di un normale editing dovuto al tempo tiranno, ma di una vera e propria censura: difatti, era stata scientemente eliminata gran parte di quanto dava un senso al servizio, e lasciato tutto ciò che poteva essere considerato "riempitivo", come se si buttassero giù tre muri maestri a una casa e si cercasse poi di darla in affitto. Dal video non si capiva assolutamente nulla, l'esposizione passava più volte di palo in frasca, ogni parte "scomoda", "politica" o comunque concreta era stata estirpata. E non è tutto: quanto rimaneva era stato rimontato con assoluta imperizia, l'audio delle performances (con la spiegazione del contesto in cui si inserivano) era stato tolto, e il Teatro Situazionautico veniva a sembrare un triste clone anni '70 del Living Theater. Infine, è stato tolto il finale, una zoomata all'indietro sull'APB riunita nella prima sala della libreria Grafton 9, zoomata su cui entrava, per la prima e ultima volta, "Whatever" degli Oasis; ma la canzone non è stata eliminata, anzi: è stata "spostata" nella parte centrale, fredda reliquia senza senso, sguardo di una statua dalle orbite vuote. Un disastro, un guazzabuglio. Dopo le ennesime quattro cagate sparate dai due deficienti in istudio, quattro passi nel più bieco neo-neorealismo: la futile e ininteressante intervista a un tipo che carica e scarica le cassette in un mercato della capitale.
Insomma, l'esperimento con questa trasmissione della struttura FORMAT di RAI2, il cui capoccia è l'inqualificabile Giovanni Minoli, si è risolto in un fallimento, per fortuna senza conseguenze nefaste: l'esiguità dell'audience, l'oggettiva sconclusionatezza del programma e l'ineffabilità del progetto complessivo di Luther hanno fatto sì che, mentre chi già ne sapeva qualcosa si è accorto subito che qualcosa non quadrava (è poi ininflunte se ciò sia stato imputato alla stupidità dell'APB, o all'asservita stronzaggine dei media borghesi, o a entrambi i fattori), chi era all'oscuro di tutto ha bevuto e pisciato ciò che rimaneva del reportage senza capirci nulla e senza che il suo intestino serbasse memoria della cosa. "Professione Reporter" sarà pure manna dal cielo per i giornalisti freelance, perché compra e paga; ma è un attacco psichico all'audience, e uno sputtanamento per le persone immortalate. Ciò non significa che debbano cessare i tentativi di infiltrazione nei palinsesti: quest'estate, Luther è riuscito a infilarsi di sottecchi nella trasmissione del radio-guru romano Michele Plastino (sempre su RAI2), e la cosa ha avuto un buon effetto; mi risulta che, sempre a Roma, Luther stia preparando un clip di 3' per "L'altra edicola" (sempre RAI2!): siffatte "pillole", confezionate in modo da non essere tagliabili (o le si cassa o le si manda in onda così come sono), dovrebbero funzionare meglio di un lungo reportage. Ciò non significa neppure che esista un'"ortodossia blissettiana", un contenuto che dobbiamo riuscire a far passare nella sua "purezza": ciò che interessa a Luther è pur sempre la de-formazione, non l'in-formazione, e i pedagogismi li lascia a Fiore di Rienzo: ma il video andato in onda ieri sera non era deforme, era semplicemente AMORFO. Non esageriamo con la "bella merda"!
Luther Blissett, 20 settembre 1995, h.13.26