A PROPOSITO DI LUTHER BLISSETT: UNA CICCIOLINA DEL SITUAZIONISMO, E DI QUALCHE RIFLESSIONE IN MARGINE ALLA TEORIA SITUAZIONISTA

di Vittorio Bea

Perché occuparsi di un aspirante artista che ha come preoccupazione fondamentale che ci si occupi di lui? Non certo per soddisfarlo!Mi ci sento invece spinto dal fatto che la sua (o la loro) performance prima di svelare il narcisismo che comunica un senso di noia incommensurabile, si appoggia, per farsi notare, su qualcosa di importante per tutti gli anonimi desiderosi di restarlo: la storia e il contenuto, anche se ridotto in cliché, di una teoria del rovesciamento di prospettiva di cui hanno bisogno tutti coloro che desiderano che il mondo cambi, che la vita imprigionata si liberi, che l'alienazione si squarci.In una logica pubblicitaria, quale occasione migliore della morte di Debord per brigare l'eredità di un'ideologia critica, vero e proprio malloppo seminascosto tra le pieghe di una teoria nemica di ogni ideologia, cosciente di esserlo ma non per questo al riparo da manipolazioni.Il capitale teorico non è nient'altro che la teoria caduta in mani nemiche. E il nemico è chiunque trasformi l'oro gratuito della comunicazione critica in carbone prezzolato dell'autovalorizzazione.Che cos'è in fondo un colpo di pugnale nella schiena di un morto? Non un crimine, non un assassinio. Solo un'operazione di autovalorizzazione di un Benetton radicale.Cazzi suoi, che i morti seppeliscano i loro morti. Ma il problema è che per fare questa gioiosa operazione necrofila si cerca di sotterrare insiema al morto anche il vissuto di un esperimento teorico, patrimonio del presente e di pubblica utilità.Il meccanismo di espulsione dell'I.S. merita di essere effettivamente criticato per quanto di risentimento e di potere secerne ed esprime, ma è nel contempo il segno di una radicalità che cerca di mantenersi critica rispetto a sé stessa. Questa esigenza è al cuore del difficile equilibrio tra il bisogno di disordine e il bisogno di non amarlo. È giusto cogliere il nodo della vera autonomia dei membri dell'I.S. ma questo limite non si supera con un facile moralismo libertario. Ad ogni autorità che si incrosta deve rispondere un'esigenza di libertà senza limiti né concessioni: un uomo è re perché qualcun altro si considera suo suddito. Ciò è vero anche per l'I.S., ma ciò non inficia la sua utilità teorica. viene definita qui una contraddizione e un limite puntuale del funzionamento pratico dell'I.S. e di ogni organizzazione che pretenda di operare per il rovesciamento di prospettiva. A chi la subisce di criticarla, a chi la critica di superarla.Ora la teoria situazionista non è mai stata proprietà dell'I.S. e tantomeno di Debord (no copyright), quindi nessun notaio radicale può sperare di ereditarla con pseudosuperamenti spettacolari.I limiti teorici dell'I.S. devono essere colti nella teoria, non nel senso intellettuale della teoria separata, ma nel senso concreto dell'eventuale incapacità a trasformare il mondo. L'I.S. non ha cercato di sopravvivere al la sua capacità di incidere nella realtà e in questo senso ha saputo restare interamente coerente alla sua teoria.Dal momento stesso della sua dissoluzione il superamento dell'I.S. è il punto di prospettiva minimo di ogni organizzazione sociale di emancipazione della specie. E ciò non per un malinteso rispetto di qualcosa che ha il merito di non esistere più, ma perché, salvo prova del contrario, l'insieme della teoria situazionista e i suoi testi teorici fondamentali che sono stati il TRATTATO DI SAPER VIVERE e LA SOCIETÀ DELLO SPETTACOLO e post-mortem - dell'I.S. non della teoria - il LIBRO DEI PIACERI e i COMMENTARI SULLA SOCIETÀ DELLO SPETTACOLO, sono al centro e nel cuore dello sforzo teorico contemporaneo per comprendere (nel senso dell'undicesima glossa a Feuerbach) l'epoca che ci vede malaugurati soggetti. Perché il soggetto, quest'araba fenice di tutti i preti rivoluzionari, siamo noi.O altrimenti non siamo nulla! E i Ghezzi ("persona di qualche merito" secondo Blissett) completeranno il tutto spettacolo "offrendo" in cambio di un buon salario, la critica al nemico. Salut, les artistes! La critica cinica di un morto non è più scandalosa del suo elogio interessato, può essere giusta o sbagliata, opportuna o inopportuna. Ma l'apologia, per quanto relativa, di un funzionario dei mass media, sinistro in tutti i sensi, merita uno schiaffo simbolico e denuncia la malafede radicale quanto quella di chi mostra il sesso - questo simbolo cocreto dell'essenziale gratuità del piacere - non per donarsi, ma per alzare il prezzo della sua prostituzione.

L'internazionale situazionista ha vissuto il TEMPO necessario al capitale per sconfiggere - com'era inevitabile - il proletariato storico nel movimento operaio da lui espresso, e lo SPAZIO occupato dalla nascita della nuova forma del proletariato prodotto dal dominio reale del capitale. (Do per scontato questo passaggio pur sapendo quanto poco lo sia. Chi ne ha voglia riuscirà a scoprirne le tracce partendo da Marx, e passeggiando di filo rosso in filo rosso fino a noi. Passando per l'I.S. e la sua funzione cruciale di traghetto a un passaggio cruciale dello spazio tempo storico.)Il maggio, questa sconfitta vittoriosa che ha avuto il merito di durare socialmente ben più a lungo della Comune, è stata la prima rivolta espressa contro la nuova forma del dominio. La prima rivolta contro lo spettacolo nascente. Ciò che lo ha seguito, fino a oggi, è nient'altro che il disperato e arrogante cammino della controrivoluzione preventiva del capitale di fronte al suo nemico di sempre, ma reso muto e isolato nelle sue individualità: il proletariato. La teoria situazionista, proprio in quanto teoria e dunque ombelicale alla prassi, ha espresso tutti i limiti dell'epoca che descrive e che l'ha prodotta. La teoria è in tutte le teste e le teste sono quelle che sono: cioé una parte importante di quel corpo che millenni di alienazione hanno umiliato e corazzato.Chi può pretendere di far tacere la teoria e le sue contraddizioni in nome di un superamento che presuppone un corpo che non c'è ancora? Un mistico, un'idealista, se è solo un pensatore separato; un artista, se si tratta di un venditore di ciò che è gratuito. Le ciccioline criticano il vecchio mondo sessuofobico solo per vendere meglio la fica. Non importa se poi nessuno - o quasi - la compra. L'epoca è al safe sex, ai peep show e i più si accontentano di vedere e al massimo di essere visti. Blissett riusciva a segnare solo in Inghilterra, ma vendendosi altrove ha certamente gonfiato i suoi conti in banca. Che importa di esser ridicoli o odiosi, patetici o miserabili se il prezzo è conseguente? Ma per tornare alla teoria e restarci praticamente, per passione e necessità, è bene sottrarre al recupero le tesi critiche tendenti al superamento oltre la manipolazione prositu che le capitalizza, bollando in anticipo ogni critica a venire come prosituazionista.

 

Sergio Ghirardi

 


 

Risposta di Luther Blissett a Vittorio Bea:

 

Non so se tu sei solo l'ambasciator il quale non porta pena, o se sei co-responsabile dello sfogo a cui rispondo, ad ogni modo, ecco:

"Stai solo sprecando il tuo fiato, e non è una gran perdita!"

GROUCHO MARX

 

Congratulazioni per "Blissett cicciolina del situazionismo" che non è solo un capolavoro di incomprensione, ma è anche un bellissimo saggio accademico in prositu-lingua, è un'apologia virtuosistica della noia condita in salsa pseudodialettica, è anche un indizio di cosa succederà ora che la pratica gioiosa e incontrollabile ha tolto il giocattolino del "retaggio critico radicale" a una cerchia di spocchiosi e miserabili intellettualini, non rivendicandolo per qualcun altro, bensì dilacerandolo e dissolvendolo. Nelle vostre mani la "situazione" era diventata tutt'al più una sit-com, e ora la vosta rabbia sorda e cieca sta esplodendo, in una fetida tempesta di pus. "Canta / quel motivetto che ti piace tanto / e che fa: du du dudu du du dudu dudu..."

Anni di macerata "riflessione" sull'I.S. non hanno prodotto un cazzo di niente se non quando si è riusciti a uscire dalla trappola del dispositivo linguistico hegeliano, dispositivo che imprigiona e congela ogni tua (presunta, presuntissima) "buona intenzione" nel criticarmi. Dei situazionisti non me ne potrebbe fregare di meno, sono le situazioni a interessarmi, quell'antidialettica creazione di situazioni che il CETO COLITICO di fans debordiani farà di tutto per incanalare, definire, spegnere, boicottare. Sarà uno sbadiglio a spazzarti via, cazzoncello! "È morto un bischero..."

Non mi interessa "superarti" né mi sarebbe possibile, dal momento che anche tu puoi essere me (e viceversa) in qualsiasi momento: mi interessa INVALIDARE il nihilismo passivo che rappresenti e incarni, liberare l'orizzonte delle possibilità dai detriti della nefasta pseudo-avventura che tu rimpiangerai in eterno. NO USELESS LENIENCY, OVERTHROW THE HUMAN RACE!

Ad ogni modo, ti amo lo stesso, e ogni tuo contributo al LUTHER BLISSETT PROJECT sarà apprezzato, in quanto il rancore è roba da untermensch quale io non sono e quale invece tu sembri essere.