CRONACA VERA
Da: "CANENERO - Settimanale Anarchico" n.19, 17 marzo 1995, pag. 11 (rubrica di recensioni programmaticamente intitolata "Non l'ho letto - Non l'ho visto - Ma qualcuno mi ha detto"):
[note tra parentesi quadre scritte da Luther Blissett]
LUTHER BLISSETT, "Guy Debord è morto davvero"
Crash edizioni, Feltre 1995 pagine 60, lire 3.000
Comincio con una nota a margine che forse sembrerà pedante. Il linguaggio: questione di gusto, va da sé. Eppure il modo in cui questo pamphlet è scritto mi riesce davvero insopportabile. Al di là dei non pochi errori di ortografia, l'utilizzo dello stampatello, delle "&" e delle espressioni in inglese, invece di risultare - come vorrebbe l'autore - gioiosamente plagiaristico e giocato su di un anomico spiazzamento (pardon, forse si dice rizoma, oppure deriva), si svela di fin troppo facile descrizione. La frase fatta rimane pur sempre tale, anche quando recita i ritornelli della critica radicale. Non sorprende - e qui siamo già nel contenuto - che il discorso sia al plurale [????], cioè, come viene sottolineato, espressione di una comunità [?], di una comunanza (certo, la Gemeinwesen). Già non mancano - Bifo docet - gli accoliti di questa lingua che s'illude di penetrare nelle crepe del Codice, ma che è essa stessa Identità, ancorché a rete [da che pulpito...].
A dire il vero non mancano i ragionamenti interessanti, così come alcune intuizioni sono tutt'altro che vacue. Ad esempio, la critica alla gerarchica autorappresentazione dell'Internazionale Situazionista (e in special modo della sezione francese), i suoi debiti nei confronti dell'idea hegeliana di una teoria globale già costituita (e già del proletariato) che si tratta solo di applicare, le sue velleità avanguardistiche e i suoi metodi autoritari. Anche la sottolineatura delle precise responsabilità di Debord nella spettacolarizzazione della critica dello Spettacolo sono chiare [ perché fare la maestrina dalla penna rossa se poi scrivi "la sottolineatura...sono chiare"?].
Dove il libello mostra tutta la sua miseria è invece nella ridicola apologia della rete cyberpunk [???] presentata quasi come la radicale continuazione delle tesi situazioniste [?????????]. Per non parlare della pubblicità dei prodotti della propria bottega (Transmaniaci e situazionauti, Società psicogeografica bolognese [?] e via instupidendo). A proposito, chissà come mai il nome multiplo non impedisce di autocitarsi nelle note [?] (come dire, "deriva identitaria" e ritorno).
Quanto poi al fatto che la "cooperazione a rete" realizzi il nietzscheano "che importa di me?" [??????], beh, questo sì è francamente un "allegro inganno".
Certo, nel "caos telematico" di una rete ognuno può
giocare abilmente con tutte le maschere, può oltrepassare
i nomi e attraversare "obliquamente" i territori del
dominio. Ma tutto questo non è che lo spazio delle opinioni:
confezionate con più o meno (e qui necessariamente meno)
fantasia e trasgressione, ma pur sempre opinioni. La Guardia Civil,
che " nasconde nella testa una vaga fisionomia" [ "...di
pistole inconcrete", continuava il verso di Lorca] ha imparato
a non allarmarsi troppo per le parole, dal momento che non è
con esse che le si può togliere "l'erba da sotto i
piedi".
M. P.
THE END
Un po' di rancore, o sbaglio?
Mangiato troppo?
Mangiato pesante?