COME FU CHE LUTHER BLISSETT QUASI ARRIVÒ A "CHI L'HA VISTO?"

La narrazione fondante del progetto di nome collettivo Luther Blissett è la seguente: l'artista e performer inglese Harry Kipper si è appro-priato per primo del nome del celebre centravanti di origine giamaicana, usandolo negli anni '80 come pseudonimo con cui firmare le proprie azioni; è un po' come se Aldo Vignocchi iniziasse a firmarsi Gianluca Vialli... In seguito, Kipper avrebbe trasformato Blissett in un personag-gio immaginario, "aperto" e inafferrabile, alla cui definizione potes-sero concorrere il maggior numero di persone possibile. Come? Usando tutte indiscriminatamente il nome di Blissett come pseudonimo collettivo. Di un Harry Kipper - performer e body-artista "estremo" in attività negli anni '70 - si sa effettivamente qualcosa: qua e là, nelle storiografie del punk, vengono citate alcune sue performances; ma non se ne sa niente da anni, forse l'unico che potrebbe darci qualche ragguaglio è l'ex-leader dei Throbbing Gristle e degli Psychic TV, Genesis P-Orridge...Ma P- Orridge è a sua volta contumace, per problemi con la giustizia.Al momento di avviare il progetto Blissett, in Gran Bretagna, ignoti hanno USATO il nome di Kipper, incollando assieme i pochi frammenti conosciuti della sua vita e creando un mito, una fiction la cui spinta propulsiva facesse decollare il multiple name.

Una vecchia casa di Londra è diventata, nell'iconografia blissettiana, l'abitazione di Kipper; un volto costruito al computer "morphando" foto-grafie degli anni '40 è diventata "l'unica foto di Kipper di cui egli permette la circolazione", ed è stata spedita in giro per il mondo via Internet. Altri hanno aggiunto tasselli al mosaico della personalità di Kipper, inventandone scritti, interviste, dichiarazioni. Questo Kipper aveva ormai ben poco in comune con quello "vero" (giusto una parte del suo passato). Il nome collettivo si fondava così su 2 livelli di simulazione: un personaggio virtuale cercava collabor-azioni REALI per creare un altro personaggio virtuale le cui azioni avessero conseguenze e ricadute REALI. E nessuno, nemmeno chi sta scrivendo, possedeva o possiede tuttora il quadro globale di ciò che è vero e ciò che è falso, né sà da chi arrivò il primo imput.

Dopo che la personalità di Kipper è divenuta coerente, a Luther Blissett viene l'idea folgorante: giocare proprio con il mito fondativo, innestare sull'effettiva scomparsa del "vero" Kipper la scomparsa (mediatizzata e amplificata) del secondo Kipper durante un viaggio in Italia. Garantire con l'assenza dichiarata di chi - in un certo senso - non era mai stato presente, il completo oblio di ogni origine del progetto Blissett (anche dell'origine strumentale, della teogonia propulsiva), proprio come accade per le leggende metropolitane.

Al primo livello di simulazione (quello della narrazione fondante), la vicenda sarebbe stata una metafora: Kipper organizza la sua performance più enigmatica: decide di SCOMPARIRE; il Soggetto (l'"Artista" delle rappresentazioni ideologiche borghesi) si perde, ma si perde proprio perché non c'è mai stato, è sempre stato solo un effetto ottico; Kipper vuole sottolineare che TUTTE le reazioni sono collettive, che non esiste il "Genio" individuale baciato dall'Ispirazione: esiste invece una grande e multiforme Performance Globale - di cui il progetto Luther Blissett è a sua volta un'allegoria - fondata sull'infinita e inconscia circolazione e socializzazione dei saperi e delle "ispirazioni". TUTTI - consciamente o no - CONCORRONO A CREARE TUTTO, non c'è proprietà privata delle idee.

Kipper opera quindi un radicale DIS-ASSOGGETTAMENTO del multiple name dalla propria ingombrante tutela, mette in pratica il nietzschano "Che importa di me?".

Al secondo livello di simulazione (quello della COOPERAZIONE IN RETE tra i vari Luther Blissett), la scomparsa di Kipper sarebbe stata una inchiesta sulla "notiziabilità" e sulla permeabilità dei media, e sulla capacità di Blissett di organizzarsi a livello transnazionale (in ogni sua fase, si è trattato di una performance Bologna-Udine-Londra).

La storia della scomparsa di Kipper è stata resa coerente ma non troppo (perché la realtà è spesso incoerente), ognuno ha dato un contributo specifico, si è prodotta una documentazione verosimile ma in gran parte non verificabile, e si è fatto in modo che quanto era verificabile avesse tanta rilevanza simbolica da avvalorare tutto il resto. In parole povere: tante cose vere sono state assemblate fino a creare una simulazione. Con tutto questo, la notte tra il 2 e il 3 gennaio 1995 Luther Blissett è riuscito a passare il filtro dell'ANSA, che ha diffuso la notizia dalla sua sede di Udine. Il 4 gennaio tutta la stampa regionale riportava la notizia, ribattendo quasi testualmente il fax che avevamo mandato all'ANSA. Ecco gli articoli:

Da "Il messaggero veneto - Udine" del 4/1/95, prima pagina:

L'ultima volta è stato visto a Bertiolo

SCOMPARSO UN ARTISTA: S.O.S. IN FRIULI DA LONDRA

- Stava facendo in bici un giro in Europa
- Si pensa che abbia deviato in Bosnia

Da Bologna e da Londra è rimbalzato in Friuli un appello per avere notizie sugli ultimi spostamenti di un artista inglese. Si tratta di Harry Kipper, di 33 anni, alto 1.75, capelli rosso scuro e occhi verdi e magnetici, che non dà notizie da circa 10 settimane. Come ha riferito l'artista Federico Guglielmi da Bologna, Kipper, che con lo pseudonimo di Luther Blissett faceva anche spettacoli di piazza di illusionismo e magia, è stato segnalato l'ultima volta a Bertiolo ed era diretto a Trieste.
A metà ottobre, allo scrittore londinese Stewart Home, suo amico, era giunta una telefonata di Kipper che diceva di trovarsi in Bosnia, poi i contatti sono cessati. Da quanto a conoscenza di artisti italiani suoi conoscenti, Kipper stava facendo, in mountain bike, un particolare giro d'Europa per tracciare, secondo l'idea del friulano Piermario Ciani, una linea immaginaria che, unendo varie città, componesse la parola "ART". Kipper si era fermato da Ciani quest'estate per alcuni giorni. Nei primi di settembre doveva andare a Trieste per riprendere il giorno, ma a Trieste nessuno lo ha mai visto arrivare.Kipper aveva, dal 1991, cominciato ad attuare questo giro di "turismo psicogeografico" tracciando la "A" da Madrid a Londra e Tolone. Nei due anni successivi Kipper ha tracciato la "R" proseguendo per Bruxelles, Bonn, Zurigo, Ginevra e Ancona e nel 1994 ha cominciato la "T" che, dopo Trieste, avrebbe dovuto portarlo a Salisburgo, Berlino, Varsavia e di nuovo indietro fino ad Amsterdam. Invece, dal Friuli, ci sono state la sua possibile e inspiegata deviazione in Bosnia e la scomparsa.

 

Da "Il Piccolo", pag. 12 "Regione", 4/1/95:

DA BOLOGNA E DA LONDRA APPELLO PER RITROVARE HARRY KIPPER

Inglese scomparso: è in Friuli?

L'uomo, 33 anni, mago e illusionista, è stato segnalato perl'ultima volta a Bertiolo

UDINE - Da Bologna e da Londra è rimbalzato in Friuli un appello per avere notizie dell'artista inglese Harry Kipper, 33 anni, alto 1.75, capelli rosso scuro e occhi verdi "magnetici", che non dà notizie di sé da circa dieci settimane.
Come ha riferito da Bologna Federico Guglielmi, un amico dello scomparso, Kipper, che con lo pseudonimo di Luther Blissett faceva anche spettacoli di piazza di magia, è stato segnalato l'ultima volta a Bertiolo, ospite di un artista friulano, Piermario Ciani, ed era diretto a Trieste.
A metà ottobre, allo scrittore londinese Stewart Home era giunta una telefonata di Kipper che diceva di essere in Bosnia, poi i contatti sono cessati. Nessuno ha potuto accertare se la telefonata che l'artista aveva detto di fare dalla Bosnia fosse in realtà proveniente da quel paese. Nessuno, del resto, è in grado di spiegare perché mai Kipper, benché eccentrico, avesse deciso di recarsi nell'ex-jugoslavia attraversando, magari sempre in bicicletta, quei luoghi tanto martoriati dalla guerra.
Da quanto riferito da artisti italiani suoi conoscenti, Kipper stava facendo, in mountain bike, un particolare giro d'Europa per tracciare, secondo una linea immaginaria che, unendo varie città, componesse la parola "ART". Kipper aveva cominciato nel '91 questo giro di "turismo psicogeografico" tracciando la "A" da Madrid a Londra e Tolone. Nei due anni successivi Kipper aveva tracciato la "R" proseguendo e nel '94 aveva dato inizio alla "T" che dopo Trieste avrebbe dovuto portarlo a Salisburgo, Berlino, Varsavia e Amsterdam.Giunto nella nostra regione aveva deciso di tracciare idealmente la parola "ART" anche in Friuli. Aveva preso il via, l'estate scorsa, da Pordenone. Aveva toccato Maniago, Sauris e Codroipo per scrivere la "A". Tolmezzo, Gemona, San Daniele e Mortegliano le tappe per la "R". Udine, Pontebba, Tarvisio e Treppo Carnico per la "T". Poi era andato a Bertiolo prima di riprendere il tour europeo.

 

[+ un trafiletto sul "Gazzettino"]

Questa narrazione era corredata dalla foto di Kipper, dai tracciati psicotopografici "ART IN EUROPE" e "ART IN FRIUL", da testimonianze di artisti che avevano ospitato Kipper durante il suo passaggio a Bologna e da un'audiocassetta con la voce di Kipper. Come scritto sopra, tutti gli elementi erano "veri"; a rendere "falsa" la narrazione complessiva era solo la loro interrelazione arbitraria. Il 6 gennaio, al numero di Bologna che Luther aveva dato all'ANSA come riferimento, ha telefonato la redazione di "Chi l'ha visto?". Si sono detti "affascinati" dal personaggio di Kipper e interessati a riportare l'"atmosfera culturale", a descrivere l'ambiente "neoista" e psicogeografico di Bologna, Udine e Londra; hanno detto che volevano fare un servizio sulla vicenda, si sono detti disposti a recarsi anche a Londra. Dopo un veloce consulto coi suoi omonimi friulani e londinesi, Luther ha accettato. Il 10 gennaio la troupe è venuta a Bologna, e ha girato ore e ore di materiale sul "movimento", sul nome collettivo e sull'Associazione Psicogeografica di Bologna, ricostruendo i giri e le frequentazioni di Kipper a Bologna nell'estate 1994 (poco prima della sua scomparsa), e constatando l'influenza che egli aveva esercitato sui cosiddetti "transmaniaci" e sulla scena bolognese tutta. Quella che segue è la cronistoria su cui si è basato il servizio:

29 GIUGNO: Kipper arriva a Bologna o almeno così dice il giorno dopo a S***, quando i due si incontrano.

30 GIUGNO: di sera al "Made in Bo" Kipper si incontra con S*** di cui aveva avuto il numero di telefono da Piermario Ciani. Rimane a Bologna una settimana, durante la quale incontra B***, gli dà del materiale sulle sue attività in Inghilterra, gli parla del Luther Blissett Project che ha lanciato a maggio. B*** aderisce al progetto e - in agosto - insieme a S*** e a F*** fonda l'Associazione Psicogeografica di Bologna - Sezione Luther Blissett.

8 LUGLIO: Kipper riparte alla volta di Ancona, o almeno così annuncia a S*** e così dirà a Ciani un mese dopo.

10 AGOSTO: Kipper arriva a Udine, si incontra con Ciani e con P*** a Radio Onde Furlane. Ciani gli mostra il tracciato di ART IN FRIUL, che egli decide di seguire.

13 AGOSTO: dopo essere rimasto ospite a Bertiolo parte per Pordenone per iniziare "ART".

28 AGOSTO: torna a Bertiolo e afferma di aver completato il tragitto. È depresso, si fa prestare un registratore da Ciani e registra una cassetta, ritrovata da Ciani a casa sua soltanto in dicembre.

5 SETTEMBRE: Kipper parte alla volta di Trieste o almeno così dichiara. Non è certo che a Trieste ci sia mai arrivato.

21 OTTOBRE: telefona a Stewart Home a Londra, afferma di trovarsi in Bosnia, la telefonata è molto disturbata, la linea cade.

22 OTTOBRE: Stewart chiama S*** a Bologna. S*** promette che si informerà, ma prende la cosa sottogamba.

6 NOVEMBRE: Stewart richiama. Quella che all'inizio poteva sembrare un'ennesima "sparizione artistica" di Luther Blissett comincia a preoccuparlo: Kipper non era mai stato tanto tempo senza farsi sentire. Nel frattempo S*** fa qualche telefonata in giro, in particolare a Ciani. Ciani riferisce quanto alla data

5 settembre.DICEMBRE: dopo qualche settimana in cui non si sono avute notizie di nessun tipo, a Bologna ci mobilitiamo. Ciani ci chiama dicendo di aver trovato a casa sua una strana cassetta lasciata (volontariamente?) da Kipper.

4 GENNAIO: scoppia il caso.

 

Da notare che il regista della troupe era F***, che 5 anni fa conduceva su RAITRE, con l'etologo bolognese Giorgio Celli e con altri, una trasmissione molto sperimentale sulle leggende urbane, sospesa dalla direzione di rete dopo sole 4 puntate; appena arrivato a Radio Città del Capo (luogo dell'appuntamento), F*** ha avanzato l'ipotesi che la scomparsa fosse una performance atta a generare una leggenda urbana, ma non era certo in grado di capire quanto la vicenda fosse complicata (del resto, neppure Luther era al corrente di tutte le implicazioni...), e non sapeva bene cosa fosse vero e cosa fosse falso. Ad ogni modo, ha detto che la storia era sufficientemente interessante da fargli correre il rischio di una "burla".

Il giorno dopo, la troupe era a Udine, sui luoghi della scomparsa; quello che segue è il modo in cui la stampa friulana ha riportato la presenza in città della TV di stato:

 

Dalla seconda pagina del "Gazzettino de Friuli" del 12/1/1995

"CHI L'HA VISTO?" IN FRIULI SULLE TRACCE DI KIPPER

Anche quelli di "Chi l'ha visto?" sono sulle tracce di Harry Kipper, l'artista-performer inglese che sarebbe scomparso alcune settimane fa in Friuli. Per cercare di saperne di più su questo personaggio, che aveva progettato con il friulano Piermario Ciani una performance concettuale costituita da un giro in bicicletta che doveva formare la parola "Art" ("arte") tra i paesi del Friuli, una troupe della trasmissione di Rai 3 è arrivata ieri in città, a Radio Onde Furlane, da dove erano stati mandati in onda, prima di Natale, una serie di appelli per ritrovare Harry Kipper. Per ricostruire gli ultimi passi, prima di recarsi in Inghilterra, quelli di "Chi l'ha visto" hanno parlato con Paolo Cantarutti della rivista "Usmis", che aveva pubblicato il progetto della performance, e con l'artista di Rovigo Alberto Rizzi, in contatto con Kipper. Secondo il regista della trasmissione, la scomparsa non sarebbe altro che un'opera d'arte concettuale messa in atto dallo stesso artista inglese.

Due giorni dopo, 13 gennaio, la troupe è arrivata a Londra, dove ha intervistato Stewart Home e Fabian Tompsett della London Psychogeographical Association. Stewart e Fabian hanno mostrato loro la "casa di Kipper", oltre a presentar loro testi e video sull'ambiente neoista e psicogeografico. A questo punto stava per iniziare la fase di montaggio, e il servizio avrebbe dovuto andare in onda nella puntata di martedì 17 gennaio, ma c'è stato un imprevisto...

Un collaboratore di "Chi l'ha visto?", sfortunatamente (per noi) domiciliato a Udine, si è imbattuto nella diceria popolare che voleva la "scomparsa di Kipper" un'invenzione dei compagni di "Usmis" e di Radio Onde Furlane (in combutta con bolognesi e londinesi) sulla falsariga di un'analoga performance psicogeoturistica risalente a un anno fa. Ovviamente era una balla nella balla (dopo un po' le leggende urbane, come è giusto, si autonomizzano e vanno avanti da sole), ma è bastata a mettere la redazione di "Chi l'ha visto?" sul chi vive.Il punto era questo: un eventuale sospetto di F*** equivaleva ad una sua implicita "complicità" nella performance, e non avrebbe fatto altro che "insaporire" il servizio; ma il sospetto accomunava ora l'intera redazione e la conduttrice Giovanna Milella, conscia di aver speso tempo e soldi per qualcosa che avrebbe sottratto spazio ai casi "veri" e lacrimevoli di cui è solita occuparsi la trasmissione. Al telefono, Luther Blissett ha detto a R*** (la redattrice che seguiva il caso da Roma) le seguenti cose:

A. Si trattava di una performance, ma non nei termini che credevano loro; il falso c'era, inutile negarlo, ma non dove credevano di averlo trovato; vale a dire: loro dubitavano persino dell'esistenza di Kipper, che invece esiste eccome, anche se ad un altro livello di "realtà";

B. Se avessero mandato in onda il servizio premettendo che non erano in grado di stabilirne con certezza la veridicità, non ne avrebbero ricavato alcun danno né morale né materiale; vale a dire: avrebbero tolto l'erba sotto i piedi dei "cacciatori di falsi" come Chiambretti o Antonio Ricci;

C. Dal punto di vista giuridico-penale, Luther era in una botte di ferro: non era stato lui a cercare "Chi l'ha visto?", ma viceversa; non aveva "procurato allarme", perché oltre ad aver sempre ventilato l'ipotesi che si trattasse di una performance, non aveva MAI avvisato i CC o la PS; inoltre, si trattava di una fiction come quelle che la TV inscena tutti i giorni (era una chiamata di correo: Luther aveva operato sul loro stesso terreno, come poteva essere perseguito ai sensi di legge? ); infine, se avesse inteso danneggiare la trasmissione, Luther avrebbe accettato la proposta di andare in diretta, che invece aveva rifiutato, e proprio il giorno prima che lo sgamassero (o che credesse di averlo fatto...). R*** ha detto di sentirsi "a metà tra l'amareggiata e l'ammirata", e ha chiesto a Luther come cazzo era riuscito ad organizzare una cosa del genere. Ha aggiunto che probabilmente la trasmissione non lo avrebbe denunciato, e che se "Chi l'ha visto?" fosse stata una trasmissione di attualità non ci avrebbero pensato due volte a mandare in onda il servizio, ma essendo invece una trasmissione di servizio la cosa non era per niente scontata.Luther ha suggerito a R*** di vendere tutta la storia ad un'altra trasmissione, ad esempio a "Spazio Ippoliti". Alla fine, il servizio non è andato in onda, Luther non sa che uso ne verrà fatto.

Comunque, è probabile che un'operazione del genere sia assolutamente INEDITA per la TV italiana. Questa è l'ennesima prova (la più rilevante) dell'efficacia di uno strumento come il nome collettivo, che permette a soggettività "antagoniste" diversissime tra loro di AGIRE IN RETE senza diffidenze reciproche o paranoie identitarie, e di influenzare senza fatica l'immaginario collettivo senza impantanarsi nelle inconcludenti lamentele sullo Spettacolo o sullo strapotere televisivo. Diventa anche tu Luther Blissett!

 

LUTHER BLISSETT, BOLOGNA 16/1/1995