SOTTERRANEI, CHE FARNE?

 

L'Associazione Psicogeografica di Bologna risponde volentieri all'appello del quindicinale "Mongolfiera", e propone una riconversione ed un abbellimento razionale dei sottopassaggi di via Rizzoli-Ugo Bassi (e incrocio Marconi-S.Felice). Ma prima esponiamo brevemente quelle che riteniamo essere le cause del degrado.

1. Quando si costruirono le gallerie-sottopassaggio, la Civiltà dell'Automobile era al suo apice. Ben pochi immaginavano che il taylorismo sarebbe finito e che le città-fabbriche fordiste avrebbero conosciuto un brusco declino. Una vera e propria coscienza ecologica era lungi dal formarsi, e un centro cittadino invaso dalle auto non doveva sembrare uno scenario da incubo. Lo smog era solo un tributo inevitabile da pagare alla Modernità e il PCI (sulla cui stampa giovanile comparivano le avventure di "Atomino") era in prima fila tra gli entusiasti: viva la Ricostruzione, viva lo Sviluppo, viva il Lavoro, viva lo Stato del cemento e delle Opere Pubbliche, etc.

2. Poiché nella Bologna del futuro sarebbe stato difficile per i pedoni attraversare la strada, si scavarono le gallerie, con le loro piazzette e botteghe. Senonché qualche anno dopo ci si accorse che lo smog fa male e fa venire al cancher, che i gas di scarico corrodono monumenti e palazzi antichi, che il petrolio è una risorsa non rinnovabile e che l'Effetto Serra è tutt'altro che una bella cosa. Ci volle un po' di tempo (l'ideologia dello Sviluppo allenta i riflessi), ma si capì che il futuro delle città e di chi ci viveva DOVEVA ESSERE DIVERSO. A Bologna c'é la più grande "Zona a traffico limitato" d'Italia. Ovviamente la chiusura dei centri storici è un ridicolo palliativo di fronte all'ecocatastrofe generalizzata, ed è anche un provvedimento classista (in centro risiede quasi solo chi ha i soldi per permetterselo); comunque chi non è irrimediabilemte sprofondato nel nihilismo ebete da Motor Show ha capito che assistiamo al lento tramonto della Civiltà dell'Automobile. Anche Agnelli inizia ad investire seriamente nelle auto elettriche, in fin dei conti ne va dello stesso capitalismo e il disinquinamento può essere un grosso business.

3. In una zona a traffico limitato, e in una città come Bologna, ATTRAVERSARE LA STRADA NON È IMPRESA IMPOSSIBILE. A nessun pedone viene in mente di perdere tempo usando la galleria, che diventa tanto più degradata e squallida quanto meno la si utilizza: il serpente si morde la coda. Di sera i sotterranei vengono chiusi col catenaccio, per evitare che vi si affollino spacciatori e tossici, o che vi dormano i barboni (eppure, ora come ora, sarebbe l'unico utilizzo razionale: sempre meglio dei portici di via Zamboni). Alcuni propongono di chiudere per sempre le gallerie, altri di rianimarle con spettacoli ed eventi culturali. Noi abbiamo un'altra proposta:

4. La disoccupazione impedisce alla maggior parte dei giovani di ambo i sessi di essere economicamente indipendenti dalla famiglia e di avere una casa propria dove portare il/la partner per fare l'amore. I motel costano troppo, è raro che un amico ti presti casa sua, in macchina si sta troppo scomodi e d'inverno fa un freddo cane. Allora perché non trasformare gli spazi sotterranei in ALCOVE PUBBLICHE AUTOGESTITE?
La coppia - o il trio, o il quartetto, a seconda di com'é andata la serata - potrebbe accedere alla stanza tramite una scheda magnetica dalle seguenti caratteristiche:

a) anonima;

b) acquistabile a prezzo modico nei bar e tabaccherie;

c) RICARICABILE nelle stesse rivendite, per evitare di disperdere plastica nell'ambiente.
L'importo di una scheda corrisponderebbe a 2 o più utilizzi non consecutivi di 90'. Totale autogestione, lenzuola usa-e-getta di materiale sintetico ma biodegradabile, distributore di preservativi a prezzo politico, timer che suona "Je t'aime, moi non plus" allo scadere dei 90' per permettere l'uso del locale da parte di altre persone. Gli utenti dovrebbero essere responsabilizzati e rispettare poche, semplici regole:
- non sporcare, o almeno pulire prima di uscire;
- non intasare il W.C. chimico;
- non permettere che quanti hanno i soldi per pagarsi una prostituta instaurino un monopolio (avranno sempre la precedenza gli altri);
- non entrare da soli, ci sono centinaia di posti dove praticare l'autoerotismo senza limitare la libertà altrui.
Sappiamo bene che i vani già convertibili non sono molti, ma il Comune potrebbe ricavarne altri riprendendo gli scavi. I commercianti, che comunque non se la stanno passando granché bene, verrebbero indennizzati, e finalmente BASTA con i genitali intirrizziti dal freddo e col mal di schiena causato dai sedili reclinati.

5. Si tratta certo di una proposta, per quanto avanzata, ancora inscritta nell'orizzonte liberal democratico. Noi lottiamo anche perché i corpi siano liberi di toccarsi e congiungersi ovunque, e perché l'amplesso smetta di essere un momento separato da praticarsi in luoghi "consoni". Visto che sul breve e medio periodo non riusciremo ad abolire il reato di "atti osceni in luogo pubblico", e men che meno l'ordine societario che lo ha determinato, siamo costretti ad essere riformisti. L'obiettivo é la società senza classi, d'accordo, ma nel frattempo questi ragazzi dovranno pure scopare in pace!

 

li 14 dicembre 1994,

ASSOCIAZIONE PSICOGEOGRAFICA DI BOLOGNA
(Sezione "Luther Blissett")
c/o Guglielmi, C.P. 744, Bologna centrale.