POE E BLISSETT SOTTO TERRA

Non è per niente facile mappare e spiegare le analogie tra il Luther Blissett Project e certe sottoculture legate alle scienze occulte e all'esoterismo: innanzitutto, tali analogie non caratterizzano tutto il progetto (in parole povere: molte personalità di Luther se ne strafottono), inoltre certi riferimenti sono tanto sottili e contorti da non poter essere compresi prima di qualche decennio. È il caso di quelli contenuti nel racconto "a chiave" che segue: bisogna aver letto qualche trattato sul paranormale per capire certe affermazioni apparentemente gratuite. Ad esempio, l'editore "alternativo" John D. Forbici conclude la sua lettera di protesta al direttore del Saturday Courier, il positivista e razionalista Ira E. Davenport Sr., con la frase: "Signore, spero vivamente che i Vostri figli possano crescere liberi, più liberi e meno scettici di quanto sia loro permesso in questa epoca infelice". La lettera è datata 15 novembre 1832, e l'indicazione "Senior" sta a significare che uno dei figli di Davenport portava il suo stesso nome. Bene, su un libro di un certo Angelo de' Micheli, intitolato Guida allo spiritismo (Armenia Editore, 1981), ho trovato la riproduzione di un manifesto del 1879 che promuoveva il curioso "tour d'addio" di una coppia di medium e illusionisti statunitensi, "dopo sei anni di attività all'estero" e "prima della loro partenza per il Messico e il Sudamerica". Eccone i nomi: "IRA E. DAVENPORT, Survivor of the World Renowned DAVENPORT BROTHERS - and - PROF. J. F. DAY". Quello di Forbici non era stato un semplice auspicio, ma un vero e proprio malocchio!

Circolano nel network della Mail Art racconti molto strani, firmati Luther Blissett, scritti in un inglese molto forbito. A detta dell'autore, trattasi di "vicende LATERALI, che sono avvenute tra le righe o in prossimità di testi classici o di testi oscuri, ma che non si sono 'salvate' se non in forma di ACCENNI...
La scelta, nel narrarne, è di radicalizzare la logica del pastiche, fare incrociare e sovrapporre questi eventi sotto la superficie della letteratura, dietro gli schermi della quotidianità; creare un ALTROVE, interzone narrative". Ho tradotto in italiano questo splendido racconto di Blissett, che riporta i frammenti di un'antica polemica a mezzo stampa a cui accenna Edgar A. Poe nel suo racconto "Perdita di fiato". Stessa settimana nella stessa città. Curioso questo recente ritorno di interesse per "Loss of Breath": qualcuno ricorderà che la Compagnia Pneumatica di Riccardo Paccosi ha portato nei teatri e nei C.S.O.A. uno spettacolo tratto dallo stesso racconto.

Roberto Bui, ottobre 1994

 


 

Da "The Saturday Courier", Philadelphia, 10/11/1832

UNA NOTA SULLA SECONDA EDIZIONE DEL LIBELLO "On The Underground Noises, Their Nature and the Causes" PER I TIPI DELL'EDITORE FORBICI.

di Bartholomew Longfellow

Da questo numero aumentano tiratura e diffusione del nostro sempre più apprezzato supplemento scientifico, che suscita unanimi consensi dagli Appalachi a Baltimora, e che da questo numero verrà distribuito presso le migliori biblioteche e librerie dalla Florida al Montana. Non ci sembra quindi inutile riassumere per i nuovi lettori una recente e inquietante vicenda che i nostri abbonati già ben conoscono. Nelle ultime settimane si sono uditi rumori molto strani emergere dal terreno delle fosse comuni di Skullyard, poco fuori Philadelphia. I primi due ad avvedersi del fenomeno furono due giovani becchini i quali, dopo l'ultimo seppellimento, avevano scordato in loco le pale. Il dì 28 d'ottobre, dopo una non breve sosta alla taverna "Il canto del gallo", i due si recarono a recuperare gli strumenti e, varcato che ebbero il portone, udirono salire dalle cripte una bizzarra orchestrazione di grida e di strepiti. Naturalmente, fu voce comune in città d'attribuire all'acquavite quanto i becchini riportavano d'aver sentito. Ma pochi giorni dopo è arrivata un'analoga relazione alla spettante autorità: la notte di Halloween alcuni burloni, convenuti a Skullyard per attendervi l'alba tra lazzi e risate, sentirono i medesimi strani rumori. Tra costoro v'era anche uno dei nostri più promettenti poeti, il discusso ed esuberante Thorold Dalrymple. Dopo le concitate testimonianze, alcune reclute del VI Fanteria furono mandate a perlustrare la zona, affiancate dall'unico custode, l'irlandese McOyawney, e dal coroner Astrophel Walsingham. Dopo il rinvenimento di residui di oppio, l'intera vicenda s'avviava a spegnersi nel ridicolo, ma quasi subito i nostri sentirono terribili brontolìi e ululati provenire dal terreno sepolcrale. L'indomani, gazzette e voci diffusero le nuove, in articoli dove si parlava con scettico eppur vivo raccapriccio di portenti, resurrezioni, sepolture premature. Niuno mancò di richiamare il giovane Dalrymple ad una condotta più costumata, sollecitando per l'irrequieto poeta l'"attenzione" del Tribunale di Philadelphia. I due scavafosse, che il ludibrio del pubblico aveva esposto al rischio di un licenziamento da parte della Contea, ebbero nuovamente salva la reputazione, essendo risultata veridica la loro testimonianza. Ma non s'era trovata a tutt'oggi alcuna spiegazione per quei rumori sotterranei, che altri ora sostengono d'aver sentito. Dopo che, sull'"American Messenger" del 6 novembre, un medium di Arbana ha parlato di "voci che imprecano dal fondo della Geenna e maledicono i loro Giosìa", lo scalpore e il morboso interesse per il caso non ha fatto che crescere; è così che l'astuto Forbici ha dato rapidissimamente alle stampe una edizione in carta economica in questo trattato del 1826, "On The Underground Noises, Their Nature and the Causes", che già aveva tratto su di sé non poche critiche negative, vuoi per la particolare dissennatezza delle tesi, vuoi per lo stile dimesso dell'anonimo autore. Conviene allertare i nostri lettori: questo libello non vale né la cifra richiesta dall'editore, né la fatica dell'operaio tipografo che lo ha tirato a stampa. Non é edificante popolarizzazione né sapido intrattenimento: le frasi di Leibniz, di Chasdaj Creskas, di Paracelso o di Thomas Karlin in apertura di ogni capitolo sono meri esercizi di erudizione, sgraziati tentativi di celare la vacuità di un pensiero che procede per squinternate e tediose approssimazioni, affastella fraintendimenti, tenta di lumeggiare col ricorso alle scienze positive non poche strampalate deduzioni che risvegliano in chi legge cupo umore di superstizione. Basti l'esempio delle dicerie, riportate dall'autore, diffuse tra i popoli di lingua Hausa - negri dell'Africa di levante - secondo cui la corruzione della carne nella fossa precederebbe la vera e propria "putrefazione" dell'anima! Nelle ossa rimarrebbe così imprigionato lo spirito del morto, che prima di poter uscire dalla tomba dovrebbe nientemeno "marcire, sciogliersi, staccarsi dalle vertebre e dal teschio per scivolare fuori, nel Creato, una volta per tutte pura essenza nell'Essere". Inutile aggiungere che, secondo l'autore, lo spirito grida pel dolore della decomposizione, e che in Africa, per via dell'effetto di un'elevata umidità e di terreni acidi, "il processo è più intenso e straziante, e le grida sono più forti, e udirle è tutt'altro che infrequente in quelle misteriose notti a sud del Sahara, tra il Niger e il lago Ciad". Simili balzani passi danno l'esatta misura della credibilità dell'opera, e di come certi editori agiscano per turlupinare il pubblico. Certo che l'ambiente a Philadelphia va facendosi vieppiù favorevole a cialtroni e finti scienziati: allucinati resoconti di cadaveri che si rivoltano all'autopsia, di impiccagioni dove gli spasmi del condannato durano oltremodo, causando malori e attacchi di cuore tra gli spettatori... Chi scorge "segni divini" in quanto sta succedendo, o s'industria per trarne terribili presagi, va giustamente messo in ridicolo; eppure qualcosa sta accadendo, e ancora non ci è dato sapere che cosa.

 


 

(una lettera al "Saturday Courier" del 15/11/1832)

 

Al Direttore Mr. Ira E. Davenport Sr.

 

Signore,

consentitemi di correggere alcuni errori in cui è incorso Mr. Longfellow nella recensione al trattato sui rumori sotterranei da me pubblicato e presentato mercoledì scorso alla St. James Hall, durante il simposio "Mysterious Displays and Unaccountable Mysteries" organizzato dal Cock Lane House Club. Tale circolo, come dovrebbero sapere molti suoi lettori, deve il suo nome ad una casa londinese dove nel 1762 si produssero fenomeni medianici affatto simili a quelli che, nel 1572, avevano tolto il sonno alle reverende suore del convento di Saint Pierre a Lione. Il presidente del club, Mr. Walter Sherps, è un mio caro amico, calunniato e inviso nei salotti liberali, e spesso soccorre il sottoscritto per quanto concerne gli oneri e le spese della Forbici Books. Devo infatti a lui i denari per la ristampa del libello che Mr. Longfellow ha stroncato con inaudita acrimonia dalle colonne del vostro supplemento scientifico. Se oggi, facendo violenza alle mie abitudini, vi indirizzo questa missiva pregandovi di pubblicarla, è perché non posso permettere che la rispettabilità dei miei amici e collaboratori vengano messi in dubbio o derisi da chicchessia. I libri che pubblichiamo sono opere curate e attendibili, ed è mia intenzione confutare le inesattezze messe in fila da Mr. Longfellow. La prima edizione del trattato non risale al 1826, ma all'anno precedente, e consisteva in appena cinquecento copie in carta india coi titoli cuciti a filo d'oro. Il manoscritto ci era pervenuto anonimo, e ci era parso tanto curioso e inquietante da mandarlo alle stampe, non prima di accorte verifiche e accesi dibattimenti. Vendemmo in breve tempo tutte le copie, e le "non poche critiche negative" cui fa riferimento Mr. Longfellow si limitarono, come è fino ad oggi avvenuto per tutti i nostri libri e conferenze, alle di lui chiacchiere e insinuazioni. Mr. Sherps propose di ristampare il libello ben prima dei fatti di Skullyard; dopo che nel Maryland un'intera cittadina era stata terrorizzata da apparizioni, poltergeiste e voci dal nulla, una nostra comune amica, pirobata e rabdomante, Miss Josephine Droods, ci aveva scritto da Lafayetteville chiedendoci alcune copie del libro, e altre simili richieste ci giunsero nelle settimane successive. Decidemmo finalmente la ristampa verso la fine d'agosto, quando alcuni lunghi passi dell'ultimo capitolo del libro furono citati in un breve saggio sul secondo volume degli "Annals of Other Sciences and Filosophy". Quel "rapidissimamente", oltre a essere fuori luogo, ha un significato manifestamente ingiurioso, poiché prepara il lettore ad accettare come veritiera e inconfutabile l'affermazione secondo cui noi "turlupineremmo" il pubblico! La vostra gazzetta, tanto prestigiosa quanto preconcettamente ostile alla nostra opera, ha concesso ancora una volta a Mr. Longfellow di calunniarci, facendo torto a quanti, nella nostra comunità, desiderano comprendere la natura che li circonda senza nulla concedere ai capricci del filisteismo liberale. Signore, spero vivamente che i Vostri figli possano crescere liberi, più liberi e meno scettici di quanto sia loro permesso in questa epoca infelice.

Sempre al vostro servizio,

JOHN D. FORBICI