Da "Neural" n.15, maggio-agosto 1999

NFM: LUTHER BLISSET [sic]

Unico intervento italiano a Next Five Minutes, rassegna mediatica olandese, i Blisset [sic] presenti hanno dato battaglia. [in realtà, a quanto ne so, c'era anche una crew romana, da Forte Prenestino...]

 

articolo a cura di Luther Blisset [sic]

"È tempo di costruire le pop star dell'attivismo, l'idoru della guerriglia comunicativa, è tempo di spaventare e affascinare la massa con i fantasmi della rete, di sfidare il mito con il mito, di essere più nihilisti della merce!"

etoy

Come in passato, Amsterdam si dimostra una delle scene più vivaci della controcultura europea. Dimenticate coffee shop e freakettoni: Amsterdam è diventata, con tutte le contraddizioni del caso, la capitale-laboratorio della cultura dei nuovi media. Nata nei turbolenti squat degli anni '80, in buona parte legalizzati [e sovvenzionati], la comunità della rete dà vita alle attività più interessanti della città.

A marzo di quest'anno si è tenuta Next 5 Minutes <www.n5m.org>, la conferenza più importante della net.culture: circa ogni tre anni vede incontrarsi attivisti, artisti, hackers, videomakers, giornalisti, intellettuali, dal Giappone al Canada passando per Belgrado. N5M è un progetto che solo il background europeo poteva partorire, confezionato nella tipica miscela di Amsterdam: finanziamenti istituzionali + controcultura + high tech. È comunque il bastione europeo contro l'avanzare dell'Ideologia Californiana che ha in Wired il suo vangelo ultraliberista.

La terza edizione è stata decisamente connotata politicamente. Il pannello principale era dedicato alla campagna No Borders e su tutti i muri campeggiava il motto del poster della conferenza: No One Is Illegal. Gli altri temi erano allo stesso modo orientati al politico e al sociale: Corporate Counter Campaigns, Net Activism, Post Governmental Organisation, Tactical Education, Cyberfeminism, Media & Conflict Resolution, Streaming Media, Insular Technologies.

Luther Blissett è stato invitato al forum sul net activism dove sono stati illustrate le campagne organizzate attraverso la rete contro MacDonald, la Chiesa di Scientology [fortissima nel nord Europa] e il partito tedesco CDU. Il dibattito si è presto incentrato sulla critica a Floodnet, meglio conosciuto in Italia come Netstrike, una forma di protesta che consiste nel portare al crash il server di una istituzione boicottata subissandolo di traffico web. Floodnet è stato definito troppo tecnico e "virtuale", se non proprio una perdita di tempo, e la sua efficacia legata solo alla copertura mediatica che riesce a conquistare. Anche Steve Kurtz del Critical Art Ensemble, il gruppo che ha teorizzato la Disobbedienza Civile Elettronica nell'omonimo libro, durante il forum si è dichiarato molto critico e perplesso su Floodnet, indicando in Luther Blissett un esempio più complesso e completo per la battaglia mediatica. Qui di seguito un report ultra-compresso dell'intervento di Blissett.

Luther Blissett ha strappato il primo applauso al pubblico cominciando con un esordio "calcistico". Luther Blissett è infatti una pop star collettiva che prende il nome da un calciatore inglese del Watford, realmente esistente, che giocava nel Milan negli anni '80. Luther Blissett è un nome multiuso e collettivo: chiunque può diventare Luther Blissett e usarne il nome per qualsiasi scopo. Grazie a questa strategia si è costruita una leggenda urbana il cui potenziale mediatico è stato utilizzato soprattutto in Italia per campagne politiche.

L'intervento di Blissett ha fatto riferimento al dibattito sul net activism, dominato dall'opposizione viziosa simulazione vs. azione reale. Da tempo esistono nella net culture teorie, sia moderate che radicali, che sostengono che attivismo e controinformazione devono imparare a simulare a livello mediatico e a giocare nell'infoteinment. Gli esponenti scelti per illustrare questa posizione sono stati l'Electronic Disturbance Theater, salito alla ribalta delle cronache per il suo attacco in sostegno agli zapatisti contro i siti dei governi americano e messicano, e ovviamente il Luther Blissett Project, conosciuto soprattutto in Italia.

I due progetti hanno strategie completamente diverse. Electronic Disturbance Theater è il nome di un gruppo di attivisti che usa il net strike per protestare e attirare l'attenzione di istituzioni e media intorno ai temi delle sue campagne. Gli attivisti non nascondono il loro nome. Luther Blissett è invece un nome multiplo utilizzato indipendentemente da centinaia di persone. Luther Blissett non è un gruppo o un movimento ma una pop star collettiva. Gli attivisti si chiamano tutti Luther Blissett. Luther Blissett è uno. Il progetto è completamente ingovernabile e imprevedibile.

Ma quali rischi si corrono a provocare i mass media attraverso la simulazione? Come controllare la reazione e gli effetti boomerang? Come evitare che i simulacri vengano criminalizzati e recuperati per produrre emergenze e panico?

Il simulacro dell'EDT è molto semplice: si presenta come contestazione e opposizione contro le istituzioni. Si potrebbe definire un simulacro di primo livello, perché si pone a confronto diretto con il sistema. L'efficacia mediatica è data dalla minaccia simulata del net strike. L'obiettivo è di attirare la copertura mediatica sui temi della campagna. Il problema dell'EDT è di avere creato un simulacro negativo, distruttivo, non costruttivo. Il sistema coopta questi simulacri di opposizione, li criminalizza, li usa per creare situazioni di emergenza, li strumentalizza per lo show. Questo accade al primo livello del mass media game. Come non farsi fottere dai media? Come non farsi cooptare?

Se EDT cerce lo scontro diretto, Luther Blissett intende alzare il confronto ad un livello logico superiore. La guerriglia comunicativa non mira a distruggere il codice dominante o i canali di comunicazione ma a distorcere, decostruire e cortocircuitare il senso prodotto dallo spettacolo dominante. Questo significa non partecipare come ingenui attori sulla scena mediatica, ma imitare lo spettacolo e i suoi trucchi. Lo spettacolo non va demonizzato, così lo si rende invincibile, bensì va assaltato.

Secondo il Critical Art Ensemble il potere oggi è diventato un flusso elettronico nomade: il nemico è invisibile. Se è facile capire questo per gli hacktivisti, è invece difficile capire come il sistema mediatico recupera, coopta o neutralizza le forze antagoniste. Sarebbe meglio introdurre nel dibattito il concetto di Mito, al posto di quello di Spettacolo.

Il mito è ciò che sta dietro lo spettacolo, è lo sfondo del media landscape. Il mito riunifica e sovracodifica qualsiasi contenuto sovversivo, antagonista. Roland Barthes scrive in Mythologies [1957]: "va stabilito energicamente sin da principio che il mito è un sistema di comunicazione, è un messaggio". "Annientare il mito dall'interno appariva dunque estremamente difficile: lo stesso movimento fatto per liberarsene diventa subito, a sua volta, preda del mito: il mito può sempre, in ultima istanza, significare la resistenza che gli viene fatta", "l'arma migliore contro il mito è forse mitificarlo a sua volta, è produrre un mito artificiale: e questo mito ricostituito sarà una vera e propria mitologia". Già Bifo, in una intervista a Mediamente, ha definito Luther Blissett come "l'Anticristo dell'informazione". Questa definizione riassume bene l'intenzione di Luther Blissett di unire contro-informazione e mitologia autonoma.

Il palco dei mass media sta gradualmente inglobando la rete. L'immaginario collettivo sta penetrando nel cyberspazio. Gli attivisti devono sapersi inserire e parassitare il net hype e l'immaginario collettivo che si alimenta dalla rete. In questo le strategie della vecchia controcultura, dal Play Power al punk, da Fluxus al neoismo, hanno ancora da insegnare.

Nell'agone mediatico l'immagine è di primaria importanza. Si tratta quindi di imparare a costuire simulacri veramente pop e imparare a gestirli, organizzarli, disinnescarli quando cominciano a produrre effetti indesiderati. In particolare il pop, come un pantheon, ruota intorno a figure mitiche antropomorfiche: le pop star. Da Ballard a Gibson, si sa che è attraverso l'icona che si entra nel sistema nervoso delle persone. Quindi l'attivismo politico dovrebbe trovare le sue pop star, costruire dei personaggi virtuali, degli avatar telepilotati dalla rete per agire nell'infoteinment, come lo sono etoy o l'idoru Kioko Date.

Mass Avatar è la metafora con cui si intende spiegare il modello dell'open pop star agli utenti della rete e ai net activist che non conoscono la pratica del nome multiplo. Il modello dell'avatar può essere traslato dalla rete all'attivismo dei mass media. Per mass avatar si intende non l'identità simulata nelle comunicazioni one-to-one ma un'idolo virtuale da giocare sui media, programmato e pilotato da una collettività di soggetti anche indipendentemente l'uno dall'altro.

Queste strategie possono sembrare un po' troppo science fiction, ma N5M è stata un'occasione anche per discutere di progetti più concreti e fare un bilancio pragmatico della situazione europea.

Nonostante il primo Netstrike sia stato lanciato da Strano Network proprio in Italia nel 1995, la scena italiana è praticamente assente dal panorama europeo. Nonostante il gap tecnologico e culturale [verrebbe da dire anche politico], il network del "nord" Europa guarda con molto interesse al movimento italiano, a esperienze come ECN e all'area di pensiero dei vari Negri, Marazzi, Lazzarato sui temi del lavoro "immateriale". Nei giorni convulsi della conferenza è nata quindi l'idea di sviluppare in Italia un progetto per colmare il gap, uscire dal ghetto [anche linguistico], chiamare a raccolta attivisti, artisti e networker vari e connetterli operativamente al network europeo. Dovrebbe essere il primo New Media Center italiano, sulla linea di quelli europei come V2 a Rotterdam o Public Netbase a Vienna. Quando questo numero sarà uscito dovrebbe essere già attivo. Nome provvisorio: Net Institute. Keep in touch.

 

 

the "Spectacle"            c-theory
 media hype                 nettime
 MASS MEDIA               CRITICISM
     \                          |                    
      \                         |                 the "streets"
     gateway                    |   syndicate        /
        \                       |   nettime         /
        INFORMATION _ _ _ _ WIDE AREA _ _ _ _ _ LOCAL
          NETWORKS           NETWORKS           NETWORKS
                             /      \                  tao.ca
                            /        \                 ecn.org
                           /          \  
                          /            \
        LB               /              \        ZapNet
        mass avatars    /                \       McLibel
        net.art      POP _ _ _ _ _ _ _ _ ACTIVISM 
                INTERFACE                  \     
                     /                      \   
                    /                        \     
                   /                         ACTION! 
MASS - - - - POP CULTURE
MEDIA        mainstream/underground

 

 

info:

Next Five Minutes:
http://www.n5m.org

Electronic Disturbance Theater:
http://www.nyu.edu/project/wray/wwwhack.html

http://www.nettime.org/nettime.w3archive/199809/msg00044.html