[Il servizio che segue è uscito su "Il Piccolo" (quotidiano di Trieste e della Venezia Giulia) il 30 marzo scorso, ma lo abbiamo ricevuto solo oggi. Se lo mettiamo in circolazione non è per puro scrupolo di documentazione, ma perché oltre alla recensione di *Q* contiene anche un articolo dei suoi autori sulla genesi e lo sviluppo del romanzo dal 1995 alla pubblicazione, più una breve recensione di *Nemici dello Stato*.]

"Q": UN MISTERO DA NARRARE DIETRO LA MASCHERA DI LUTHER BLISSETT

I santi straccioni, la rivolta contro la corrotta Chiesa di Roma, ma anche contro Martin Lutero
Nell'Europa delle eresie si inseguono due personaggi dai tanti volti, nel bellissimo romanzo pubblicato da Einaudi

 

di Alessandro Mezzena Lona

Nessun nome famoso a fare da specchetto per le allodole. Un titolo a dir poco enigmatico, oscuro, poco accattivante. E, come se non bastasse, una mole capace di far tremare le gambe anche al lettore più spavaldo: oltre 600 pagine, fitte fitte. Insomma: tutto sembra congiurare contro questo librone.
E, invece, chi comincia a leggere "Q", il romanzo pubblicato da Einaudi nella collana "Stile Libero" (pagg.651, lire 26 mila) si ritrova prigioniero di un sortilegio. Corre a staccare il telefono, disdice gli appuntamenti con gli amici, mugugna e digrigna i denti se qualcuno solo osa interromperlo.
Luther Blissett, chiunque egli sia, ha centrato perfettamente il bersaglio.
Questo misterioso personaggio che si manifesta, da tempo, qua e là in Europa, quando meno te lo aspetti, e che, secondo una definizione un po' stereotipata, raccoglie nella sua ombra "le raffinate mani (e teste) della migliore guerriglia comunicativa in corso", è riuscito a mettere assieme un romanzo-romanzo. Uno di quei rari gioielli narrativi irrobustiti da una forse smarrita capacità di raccontare storie tutt'altro che minime.
Tutt'altro che "popolari".
È l'Europa delle eresie, della rivolta contro il Papato romano, dei sogni ribelli di tanti profeti folli sbucati dalla scia di Martin Lutero, il palcoscenico sul quale prende forma "Q". Un cordone ombelicale unisce il sogno comunitario del Magister Thomas Muentzer, che sconvolgeva le coscienze predicando "omnia sunt communia", per convincere i contadini, i poveri, a riappropriarsi della religione, della vita, alle visioni di Jan Matthys, Jan Beukels detto Giovanni di Leida, degli anabattisti e dei santi straccioni che conquistarono la città di Muenster, di Benedetto Fontanini da Mantova, autore del proibitissimo "Beneficio di Cristo". È la speranza di creare un varco nell'alleanza diabolica e sanguinaria tra il Potere dei re, di chi amministra la cosa pubblica, e dei signori della Chiesa romana, dei "nuovi" cristiani di Lutero. Che, convinti di moralizzare le terre un tempo fedeli al Papa, hanno replicato i medesimi errori.
A zigzagare tra i sogni dei santi straccioni sono due misteriosi personaggi. L'uno, l'uomo dai cento nomi, dai cento volti, passa di Paese in Paese a propagare l'infezione dell'"eresia". Convinto che, un giorno, quel nuovo Verbo riuscirà a dilaniare il cuore degli inquisitori. L'altro, Q, che prende il nome di Qoelet, il libro più profondo e visionario della Bibbia, fa il doppio gioco su mandato del cardinale Gianpietro Carafa, futuro Papa Paolo IV. I duellanti si inseguono di storia in storia, nel tempo, fino a riconoscersi. Fino a svelare l'enigma della loro identità.
Scoprendo che il Potere, sempre e comunque, usa e getta anche i suoi servi più fedeli.
"Q" non è solo un grande esercizio di scrittura. E non basta dire che, forse, rientra tra i migliori romanzi italiani degli ultimi dieci anni.
Perché, in sé, contiene anche il fascino di una ricostruzione storica precisa, che porta un passato lontanissimo ad assomigliare al presente.
Trasformando il tempo in una smisurata gabbia. Entro la quale ci sentiamo rinchiusi, controllati, inquadrati, un po' tutti.

 


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"Q": un caso editoriale, un mistero.

Ma anche un ambizioso progetto, sul quale abbiamo provato a scoprire qualcosa di più chiedendo a Luther Blissett di scrivere un articolo che spiegasse la genesi del romanzo.

Alla fine del 1995 ci imbattiamo nei tre testi che ispireranno la progettazione e la stesura di Q. Sono l'enciclica papale *Ut unum sint*, il saggio di Raoul Vaneigem *Il movimento del libero spirito* (Edizioni Nautilus, Torino) e il romanzo di James Ellroy *American Tabloid*.
L'enciclica parla di un "nuovo ecumenismo" aprendo la strada al piano wojtyliano di riunificazione delle diverse confessioni cristiane. L'ex-situazionista belga Vaneigem esplora un vasto sottobosco di eretici e libertini tra medioevo e albori della modernità.
Infine James Ellroy, autore del più poderoso affresco storico dell'America del secondo dopoguerra, va all'attacco del mito kennediano con le armi di una "radicale verosimiglianza", di un impeccabile meccanismo noir e di uno stile vertiginoso.
L'epos della cristianità: 1517, un giubileo imminente, l'apertura dei cantieri di S. Pietro, il rastrellamento delle indulgenze, la protesta di Lutero che trascina con sé il Nordeuropa.
Il piano di Giovanni Paolo II: 2000, un giubileo imminente, cantieri aperti in tutta Roma, la ricomposizione dello Scisma.
Le straordinarie biografie degli eretici del Libero Spirito: un fantomatico movimento ereticale che infetta la Riforma radicalizzandone gli enunciati.
*American Tabloid*: la Storia fatta dai comprimari, il definitivo ridimensionamento dei "grandi", indagare il passato senza scrupoli per estrarne storie. Probabilmente vere.
Fusione simbiotica tra allora e adesso. Un punto di origine. Un romanzo?
Comincia la ricerca. Trascorriamo mesi tra archivi e biblioteche.
Incredibili corrispondenze ci forniscono indizi su possibili cospirazioni.
Documenti falsificati, deformati o scomparsi. Libri proibiti. Insurrezioni fallite. Nomi che affiorano, forse traditori, o eroi. Trovare le correlazioni. Comporre la trama. Imporla alla Storia.
Ineludibili ringraziamenti: Ugo Gastaldi, Adriano Prosperi, Carlo Ginzburg, Mario Miegge, Emidio Campi.
La struttura: disporre tutti i personaggi lungo sentieri che colleghino gli avvenimenti. Approfondire e rifinire costantemente. Trovare risposte a quesiti rimasti aperti per quattrocento anni. Inserirsi nei coni d'ombra della Storia, e sfruttarli.
Il metodo: prima di tutto, trovare lo stile. Ci sottoponiamo a un training collettivo e, successivamente, al riprocessare continuamente i materiali prodotti, in un movimento circolare.
Ciò che deve fare la letteratura: raccontare storie, produrre mito, andarlo a prendere là dove si trova. Chi ha aperto la strada? Gente come William Shakespeare, Karl Marx, Dashiell Hammett, Akira Kurosawa, Sergio Leone, Sam Peckinpah.
Non esiste l'Autore, solo una Grande Ricombinazione: lo stile ha trovato noi.
Per la realizzazione di Q sono occorsi circa tre anni. Una fatica improba, ma ne è valsa la pena. Nessuno di noi ce l'avrebbe fatta da solo. Crediamo si tratti di un'operazione anomala nell'asfittico panorama editoriale italiano, per vari motivi: l'autore collettivo e pseudonimo, la rinuncia parziale al copyright da parte di un grande editore, l'anti-minimalismo, il predominio della narrativa di genere sull'insopportabile autobiografismo generazionale, e infine la rinnovata ambizione della letteratura ad essere metafora, occasione e strumento del conflitto sociale.

 

Luther Blissett

 


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GLI INQUISITORI SONO DI MODA ANCHE ALLE SOGLIE DEL 2000

La caccia alle streghe non è mai finita. Ha cambiato volto, semmai. Ai roghi, così plateali e barbari, sono subentrate le persecuzioni poliziesche, giudiziarie, Che, in ogni caso, si portano appresso un cumulo di errori capace di far impallidire persino la Santa Inquisizione. Basta rileggere la recente storia d'Italia insieme a Luther Blissett per rendersi conto che queste affermazioni non sono, poi, così estreme.
"Nemici dello Stato" (DeriveApprodi, pagg.285, lire 28 mila) è una sorta di museo degli orrori dei "teoremi" costruiti, negli ultimi trent'anni, contro gruppi o persone rivelatisi, poi, innocenti.
L'Italia democratica ha trasformato, di volta in volta, in terrificanti babau Enzo Tortora e i "cattivi maestri" del 7 aprile, i Bambini di Satana e gli squatter torinesi, Giuliano Naria e i tifosi di calcio. Scoprendo, in seguito, che la stragrande maggioranza delle accuse non stava in piedi. E che dire della Chiesa che, ancora oggi, non esita a spazzare via movimenti "disturbanti" come la teologia della liberazione? Gli inquisitori sono sempre di moda...