Telefono Azzurro vs. Luther Blissett?!

Quello che segue è l'articolo di Repubblica-Bologna a cui abbiamo risposto col comunicato-stampa di qualche ora fa. Come si vedrà, veniamo chiamati in causa in quanto autori di "Lasciate che i bimbi", nucleo informale che a Bologna dal 1996 si occupa dell'emergenza-pedofilia. È come tale nucleo che abbiamo preso posizione. Lo scriviamo per evitare di ricevere altre repliche come questa, ispirata da una vulgata "blissettiana" che prescinde idealisticamente dai contesti e ragiona sulla base di astrazioni:

Se qualcuno si è fatto vivo con Caffo a nome del multiplo, il multiplo è responsabile completamente. La vostra presa di posizione è solo un'affermazione di individualità che mal si sposa con i principi blissettiani.

Gli autori di 'Lasciate che i bimbi' non hanno né possono pretendere di avere l'esclusiva sullo pseudonimo "Luther Blissett". Ma rileggendo il nostro comunicato-stampa, si vedrà che, più che una presa di distanza dal presunto volantino firmato Blissett (che è appunto presunto, perché nessuno l'ha visto a parte Caffo), è una contestazione del collegamento tra volantino ed effrazione che Caffo ha arbitrariamente stabilito consegnando il volantino alla polizia e dicendolo mentre riferiva dell'effrazione ai giornalisti. Per il resto, ribadiamo la nostra estraneità alle minacce e allo scasso della sede del TA.

Ad ogni modo, l'uso del nome multiplo non dev'essere indiscriminato, deve esistere almeno un' "empatia stilistica" tra i diversi scritti e le diverse azioni rivendicate. Tra l'altro, la beffa di Net.gener@tion (1996) intendeva dimostrare questo.

Non c'è spazio per le provocazioni, il Luther Blissett Project non è l'IRA e non vuole una "real IRA".

 


Da La Repubblica-Bologna, 27 agosto 1998:

STRANI LADRI-VANDALI A TELEFONO AZZURRO

Escalation di episodi contro l'associazione dopo chiamate minatorie a Caffo

 

di Carlo Gulotta

Telefonate minatorie, un comunicato di Luther Blissett che chiama in causa l'associazione per il suo sostegno alla nuova legge sulla pedofilia e adesso pure uno strano furto, forse più simile ad un'azione dimostrativa. Tre fatti distinti, probabilmente senza nessuna relazione fra loro, per colpire il Telefono Azzurro. Alla sede bolognese del centralino per l'infanzia da qualche settimana non arrivano solo chiamate di bimbi in difficoltà. Sono arrivate telefonate minatorie, insulti e minacce, e nei giorni scorsi il professor Ernesto Caffo ha consegnato alla polizia un volantino recapitato da Luther Blissett ad un'agenzia di stampa dove l'associazione viene "messa in guardia" per aver sostenuto l'approvazione della nuova legge sulla pedofilia, che inasprisce in modo severo le pene per gli abusi sui bambini. I "pirati mediatici" di Blissett, al centro di una querelle anche di carattere giudiziario per aver diffuso su Internet il testo del libro sulla pedofilia "Lasciate che i bimbi", pare che abbiano voluto mettere in guardia Telefono Azzurro sulla probabile escalation delle violenze sui minori a seguito dell'approvazione della nuova legge. Il professor Caffo s'è subito messo in contatto con la Questura e ha consegnato agli investigatori il volantino - inviato via fax da un negozio di Bologna - che chiama in causa anche altre due associazioni del settore. "Le telefonate minatorie non sono una novità per noi - dice il professor Caffo - Comunque bisogna saper distinguere fra caso e caso, anche se è chiaro che qualcuno non vede di buon occhio il nostro impegno. Proprio per questo abbiamo un rapporto consolidato con la Questura e abbiamo subito consegnato il volantino". E da ieri nel carteggio in questura c'è una nuova denuncia: è stata presentata dagli animatori dell'associazione dopo una strana incursione messa a segno fra lunedì sera e martedì nella sede del comitato di volontariato del Telefono Azzurro in via Oberdan 24. Qualcuno, dopo aver forzato due porte al piano terra, ha rovistato negli uffici, ha aperto cassetti e armadi senza portar via nulla e prima di uscire ha fatto i suoi bisogni all'ingresso. Per alcuni animatori dell'associazione "si tratta di un'azione dimostrativa, un gesto di spregio. Non è stato rubato niente".

 


Bologna, giovedì 27 agosto 1998

COMUNICATO-STAMPA DEL LUTHER BLISSETT PROJECT BOLOGNESE IN MERITO ALLE MINACCE E AGLI ATTI VANDALICI SUBITI DAL TELEFONO AZZURRO DI BOLOGNA

Presa di distanze e precisazioni

Su La Repubblica-Bologna di oggi veniamo chiamati in causa in un articolo di Carlo Gulotta su minacce e atti vandalici subiti dalla sede bolognese del Telefono azzurro. A quanto ci sembra di capire, il sig.Ernesto Caffo, presidente del Telefono azzurro, avrebbe messo in relazione l'ultimo episodio di effrazione con un presunto volantino firmato "Luther Blissett", ricevuto dalla suddetta associazione.

Sul giornale, il riferimento al volantino è quanto mai ambiguo: "I 'pirati mediatici' di Blissett [...] pare abbiano voluto mettere in guardia Telefono azzurro sulla probabile escalation delle violenze sui minori a seguito dell'approvazione della nuova legge". Dal che non si capisce se, secondo questi "Blissett", la nuova legge sia tanto brutta e fatta male da far aumentare anziché diminuire le violenze sui bambini, o se si tratti di un avvertimento mafioso del tipo: "Voi avete fatto passare la legge? Bene, per farvela pagare si violenteranno più bambini!".

Siamo estranei a qualunque minaccia, telefonata minatoria o atto vandalico subito dal Telefono azzurro. Respingiamo con sdegno qualunque insinuazione. Invitiamo il Telefono azzurro a pensarci due volte prima di tirare in ballo persone la cui prassi sociale e militanza politica è sempre stata caratterizzata da preoccupazioni di stile, e che non si abbasserebbero mai a un simile livello di canagliesca banalità.

Sono anni che ci occupiamo del problema della "pedofilia", da noi ritenuto poco più di un pretesto per diffondere una cultura giustizialista e distruggere quanto è rimasto di garanzie costituzionali e diritti civili in questo paese. In tutto questo periodo non abbiamo mai attaccato il Telefono azzurro, né abbiamo mai negato che le violenze sui minori siano un problema gravissimo.

Noi ci siamo occupati - da un punto di vista libertario e "garantista" - dei tanti errori/orrori giornalistici e giudiziari, e soprattutto abbiamo attaccato l'assurda demonizzazione di Internet (spesso dettata dall'ignoranza, dalla paura e dall'invidia degli operatori dei media tradizionali), facendo ricerca sul campo e svelando la falsità di molte cose lette sui giornali o sentite alla TV. Rompendo con le consuetudini del Luther Blissett Project a livello planetario, abbiamo addirittura scelto di gestire la nostra campagna pubblicamente, mostrando le nostre facce, organizzando assemblee e conferenze, anche prima della causa per diffamazione intentata da Lucia Musti. Il nostro libro Lasciate che i bimbi, reperibile in libreria, è l'unica fonte sicura a cui attingere per conoscere le nostre posizioni. Nei mesi scorsi posizioni simili alle nostre sono state sostenute, tra gli altri, da Enrico Deaglio (cfr. "Il caso Lorenzo Artico", Diario della settimana n.21, 2 giugno 1998).

Che la nuova legge su pedofilia e pornografia minorile (DDL S2625, varato il 9 giugno scorso al Senato) sia una mostruosità giuridica da legislazione d'emergenza, e che contenga diversi elementi di incostituzionalità non siamo i soli a dirlo. Importanti esponenti del movimento omosessuale, come l'avvocato Ezio Menzione, hanno smontato la legge comma per comma dimostrandone l'inutilità e le velleità sessuofobe e liberticide. Una rivista specializzate di informatica e comunicazione elettronica, Mcmicrocomputer, ha duramente criticato la legge perché emenda il codice penale (articolo 600-ter, comma 3) facendo passare la criminalizzazione degli Internet providers per gli eventuali contenuti "pedofili" passati attraverso i loro server (è come ritenere responsabile la Telecom per le telefonate oscene).

 

Questo è tutto.