Pre-presentazione di "Q"

Luther Blissett

 

Negli ultimi quattro anni Luther Blissett è salito alla ribalta delle cronache per le tante azioni *dentro* e *contro* l'industria dell'informazione e dello spettacolo: beffe a stampa e TV, disseminazione di panico mediatico e leggende metropolitane, oltreché naturalmente una costante e polimorfa produzione di testi nel campo dell'editoria cartacea e telematica.

Blissett si propone con forza come uno degli spettri del Millennio che sta per scoccare, un nome collettivo, adottato da un imprecisato numero di persone in Europa e nel mondo, che garantisce un anonimato molto particolare. Soggetti diversi, in contesti diversi, agiscono portando la stessa "maschera", rivendicando le proprie azioni con la stessa firma e contribuendo a creare la fama di un gigantesco e poliedrico spettro dell'immaginario collettivo.

Oggi Blissett si accinge a pubblicare un monumentale romanzo storico nella collana Einaudi Stile Libero, operazione per niente in controtendenza con quelli che sono da sempre i suoi intenti. Si tratta anzi dell'opus magnum, di una summa theologica che ha richiesto lunghe ricerche e una colossale mole di lavoro, e in cui è confluito tutto il sapere teorico e pratico accumulato in anni di "guerra psichica".

Luther Blissett si teletrasporta indietro nel tempo, all'epoca della Riforma, per dare vita a un proprio alter ego - un eretico rivoluzionario che attraversa tutti i grandi eventi del XVI secolo -, in una rocambolesca avventura che si dipana tra apostati, riformatori, lotte politiche, operazioni finanziarie, intrighi papali, in un lungo percorso che attraversa l'Europa nell'arco di un trentennio.

Il messaggio metanarrativo è chiaro: seppelliamo il minimalismo autobiografico dei giovani scrittori "pulp" e rilanciamo il grande romanzo. Torniamo a privilegiare la scelta di intraprendere grandi narrazioni. Il romanzo è questo, non altro. È perizia del raccontare, è sviluppo della trama, è produzione di mito e capacità di mettere sulla scena personaggi affascinanti. Niente più della Storia può offrire spunti eccezionali per chi sceglie questa via. Ne sanno qualcosa certi James Ellroy, Paco Ignazio Taibo II, Daniel Chavarrias.