Da "eXtra - Il manifesto", anno 2 n.12, 25 marzo 1996, pag.40, rubrica "giochi preziosi"

LUTHER BLISSET SARÀ LEI

di Severino Cesari

Se vi stuzzica Luther Blissett, potete digitare http: altavista.digital.com [è un potentissimo motore di ricerca della Digital] e chiedere una ricerca sul nome. AltaVista vi trova tutti i siti dedicati a lui, o in cui è nominato. Dovrebbero essere moltissimi, se Blissett è davvero "uno dei più importanti fenomeni sulla Rete", come sento dire. Bene, non discuto, sarà presente su qualche BBS, ma sul Web compare solo [sintetizzo] la home page delle italianissime edizioni Grafton [curioso, come il nome dell'esperto in falsi d'opere d'arte] di Bologna [indice: http://www.dsnet.it/qwerg/index2.htm], che pubblicano il trimestrale "Luther Blissett. Rivista mondiale di guerra psichica". Il sito ospita, accanto a pagine di news dei centri sociali e technoguerrillaundergraù, la Luther Blissett home page: bella grafica, ben fatta, linguaggio colto un po' sostenuto, molti riferimenti, un manifesto che spiega tutto... Vale la pena leggere, insomma. Sulla rete si può avere un'identità anche fittizia [un alias] per non scoprirsi subito, ma è in ogni caso quell'alias individuale la vostra traccia, agisce e parla per voi, entra in una logica di scambio, di crescita comune dell'informazione, di conoscenza; scopo invece del "multiple name" è il crash dell'informazione.

Ognuno ha i rivoluzionari che si merita, e temo che Luther Blissett sia il rivoluzionario giusto per gli stravacconi nevrotici iperindividualisti ansiosi che tutti un po' siamo. Passa il tam-tam della microsocietà che nemmeno si può definire dello spettacolo, perché un bello spettacolo non è. Hanno rapito Luther, titola "Il Manifesto", e chi se ne freg però. Luther Blissett è solo un bel nome inglese che contiene in sé il significato, pressappoco, di "sciacallaggio felice", adottato di recente da post-situazionisti intelligenti che fanno il vecchio gioco di Jorge Luis Borges: giocare scherzi alla realtà e a chi si prende molto sul serio, contrabbandare il meticcito sotto la terribile serietà del Nome; in più però si spaccia questo come fondamentale e terribile guerriglia dell'attuale fase del postcapitalismo etc etc sull'onda dei situazionisti veri di una volta mescolati con la mail art e molto post '77 bolognese: ricordate Bologna madre di tutti i falsi, spacciati anch'essi a suo tempo come totale sovversione del mondo, in realtà lieve carezza sul mondo, sogno letterario? Aggiungete un po' di Templari & Rosacroce, satanismo & ricerca del Graal & druidi celtici, però al servizio del bene, un po' di Teoria del Complotto e shakerate.

Un consiglio personale al Luther Blissett autore di Mind Invaders [Castelvecchi]: perché, visto che ha ritmo e stile, non ha più fiducia in se stesso e non scrive direttamente fiction, romanzi, col suo nome "vero"? Scrive il noto maestro di sufi Hakim Bey: "Gli stregoni dei media, che altro non sono che postmodernisti, hanno iniziato a nutrirsi pure della vitalità del trash, come avvoltoi che vomitano e rimangiano la stessa carogna in un'oscena estasi autoreferenziale. Non ci sto più dentro" [da Via radio. Saggi sull'immediatismo, ShaKe edizioni, 1995; ma le Radio Sermonettes di Hakim Bey, scritte in origine per una radio FM di NY, sono disponibili gratis sul Net, anche quelle non ancora tradotte. Dove? Digitate Hakim Bey su AltaVista e lo saprete.] Che ne dite? Hakim Bey non aveva forse previsto il successo di Elio e le Storie Tese a Sanremo? l'ascesa del trash a estetica di regime e del Leone d'Isernia a maestro di etichetta? Ma come sottilmente Alberto Piccinini si chiese, che differenza c'è tra il trash puro [Sanremo] e il meta-trash [l'ironia di Elio che, per funzionare a Sanremo, ha bisogno di imitare così bene il trash da... esserlo?] Vogliamo aprire un dibbattito curturale, co' du' sarsicce na' matriciana e er vino bbono?